Fumetti. “Zio Paperone e l’ultima avventura”. Una storia quasi definitiva

gold-editionA partire da marzo è possibile acquistare in edicola “Topolino Gold Edition”, pubblicazione monografica dedicata allo sceneggiatore Francesco Artibani, uno dei migliori al momento in attività in casa “Topolino”. Fra le storie più significative dell’autore presenti nel volumetto, scelte dal diretto interessato, un posto d’onore ha sicuramente “Zio Paperone e l’ultima avventura”, qui alla sua prima ristampa (ed alla prima edizione “tutta in una volta”), la storia che, uscita solo nel 2013, è, però, già un classico imprescindibile per ogni appassionato.

Il titolo svela già di cosa stiamo parlando: nientemeno che il tentativo di misurarsi con il “sogno proibito” di tutti coloro che si sono occupati del più potente personaggio disneyano: scrivere la storia “ultima” del Papero più ricco del mondo. Il sogno era accarezzato già da Don Rosa, il quale, nella famosa vignetta-shock in cui, nel 1991, raffigurava Paperino e Paperina ormai vecchi e Qui, Quo e Qua adulti sostare sulla tomba di Paperon dè Paperoni, rivelava, per bocca di Paperino, il proprio rammarico per il fatto che non glielo avrebbero mai permesso. Anche altre storie, quali, ad esempio, “Zio Paperone e le lenticchie di Babilonia”, avevano sfiorato il “gran finale” dell’epopea del vecchio papero, lasciando, però, per ovvie ragioni, sempre aperta la strada a successive avventure (come nel finale della sopracitata storia scarpiana).

Nel 2013, dunque, è il turno di Artibani, con una trama che ha tutta lo spessore delle migliori avventure di sempre: Rockerduck, Cuordipietra Famedoro, i Bassotti ed Amelia si alleano per annientare definitivamente il comune nemico e… ci riescono. Artibani è magistrale nel tratteggiare con perfetta coerenza, come si trattasse di avvenimenti reali, la reazione a catena che la sconfitta di Paperone provoca sul microcosmo paperopolese (più Amelia) , che ne esce sconvolto, mettendo così in evidenza il ruolo di “pietra angolare” del personaggio nel suo universo.

Ed ancor più potente è il contrasto delineato fra le figure di Rockerduck e di Cuordipietra, di cui sono evidenziate le differenze nel carattere di fronte a ai diversi avvenimenti: pieno di dubbi il primo, è il secondo il vero “malvagio” della storia, come si evince dalla grandiosità del suo progetto di distruzione, che punta ad eliminare ogni traccia di Paperone, fino a volere abbattere il deposito e spianare la collina Ammazzamotori. Proprio questo proposito scatenerà la riscossa del Nostro ed il ritorno alla normalità. Proprio perché, proprio come spiega Artibani nell’introduzione alla storia, questa storia è solo “semi-definitiva”. Eppure, era da molto tempo che una storia non coglieva tanto profondamente il vero spirito del personaggio, andando a prendere posto di diritto accanto alle migliori di Barks, Cimino, Rosa e Scarpa. Ad Artibani non si possono che augurare… mille di queste storie.

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Paolo Filipazzi

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