A Cagliari, il presidente Massimo Cellino, dai domiciliari ad Asseminello, è costretto a sapere che un’altra partita è stata disputata a porte chiuse. Senza tifosi – come il calcio che sogna qualcuno, lassù ‘in the Sky’ – e senza risposte dalle istituzioni. Prima del match contro la Sampdoria i calciatori rossoblù hanno protestato contro le non decisioni, illogiche del Comune sardo, che hanno caratterizzato quest’altra domenica bestiale a Quartu Sant’Elena. “Figli di un dio minore” scritto sulle casacche da riscaldamento indossate dalla truppa del mister Ivo Pulga, è l’unico messaggio che è stato consegnato alla stampa accreditata all’Is Arenas. Poi tre gol di Ibarbo, Sampdoria domata e tutti a casa.
A Palermo Zamparini da settimane dice che vuol vendere perché è stanco. Lo ha spiegato persino a Radio 24. Però non sembra avere nessuna intenzione di cedere il club rosanero. Ed i tifosi non ne possono più e vogliono la sua testa.
A Cagliari Cellino da settimane è invischiato in una vicenda giudiziaria, relativa all’Is Arenas, che lo ha portato agli arresti domiciliari. Da qualche giorno ha lasciato una struttura di Terramanna– che i suoi legali hanno definito ‘simile ad un lager’ – a favore di un centro sportivo di Assemini. Ed i tifosi chiedono la sua scarcerazione.
Da ogni lato lo si guardi, questo non è proprio un campionato per presidentissimi…