Effemeridi. Giuseppe Berto scrittore libero contro la “mafia letteraria”

giuseppe bertoIl 27 dicembre 1914 nacque a Mogliano Veneto (Treviso) Giuseppe Berto. Scrittore.

Durante la prigionia nel campo di concentramento texano di Hereford, luogo di detenzione per non cooperatori (classificato come “Fascist Criminal Camp”) avviò la scrittura del suo romanzo di maggior successo, “Il cielo è rosso”, sulla tragedia del bombardamento di Treviso del Venerdì Santo del 1944 quando 160 “Fortezze volanti” americane sganciarono sulla città assolutamente priva di obiettivi militari, duemila bombe che la rasero al suolo. Un crimine senza senso che per Berto fu fonte di poesia in quel suo scritto.

Un successo letterario confermato poi da altri romanzi come il “Male oscuro”, fino all’ultimo pubblicato, “La gloria”.

Un autore amato solo dai suoi lettori, ma perennemente in polemica con quella che chiamò la “mafia letteraria” che cercò sempre di emarginarlo.

Fu anche autore dei dialoghi di “Anonimo veneziano”, film diretto da Enrico Maria Salerno, un altro che nel dopoguerra – dopo essere stato Sottotenente della Guardia Nazionale Repubblicana -, aveva provato la detenzione nei campi di concentramento, in particolare a Taranto, in mezzo ad altri diecimila, dove arrivò con l’etichetta di “fascista pericoloso”.

Nel 1971 Berto riuscì ad attirarsi altre critiche e rancori in seguito alla pubblicazione di un pamphlet “politico”, “Modesta proposta per prevenire”, una critica serrata al costume politico italiano che i suoi detrattori riuscirono ad esorcizzare con i consueti epiteti. Un (mal)costume politico che era ben poca cosa rispetto a quello che caratterizza ormai l’Italia che Berto forse non poteva neppure immaginare nel 1978 quando morì.

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Amerino Griffini

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