Libri sotto l’Albero. Grandi consiglia il sommo Buscaroli, Adinolfi e Sgarbi

una-nazione-in-comaCaro direttore,

in attesa dell’imperdibile “Sbirri di Regime”- una raccolta di gialli ambientati nel Ventennio, curata da Gianfranco de Turris e che Bietti dovrebbe mandare in libreria all’inizio del 2015 – per i regali di fine anno consiglierei innanzi tutto i tre minisaggi di Gabriele Adinolfi dedicati a Fascismo, Europa e alla Terza Posizione. Si può tranquillamente concordare o dissentire dai contenuti o da alcune parti di essi. Ma rappresentano comunque uno spunto per approfondimenti individuali, per analisi ulteriori, per confronti. Confronti su temi più appassionanti rispetto ai dibattiti sulle amicizie di un ex sindaco o sull’ignoranza di chi si autonomina “classe dirigente”.

Secondo consiglio, molto natalizio: “Nel nome del figlio”, di Vittorio Sgarbi (Bompiani). Volume della fine del 2012, ma ovviamente senza tempo. Un saggio dedicato a “natività, fughe, passioni nell’arte”. Ed in una fase di grande bruttezza nazionale, può essere interessante ricordare che questa Italia ha avuto anche momenti di bellezza, di dignità, di cultura. Non per autoincensarsi, ma per riflettere su una decadenza inarrestabile, sulle differenze abissali tra Leonardo da Vinci e la Melandri, tra Caravaggio e Franceschini, tra le Italie del Rinascimento e quelle del Grande Fratello. Sgarbi può non essere simpatico come personaggio televisivo, ma è un grande divulgatore artistico.

E rimane in tema il terzo libro da leggere e regalare. Personaggio scomodo e non sempre simpatico, Piero Buscaroli. Autore di “Una nazione in coma”, (Minerva edizioni). Volume su cui riflettere non tanto per le amicizie e le posizioni non sempre condivisibili. Spesso anche fastidiose. Ma soprattutto per smentire i luoghi comuni che vogliono un’estrema destra post bellica chiusa in un angolo e senza possibilità di fare e di crescere. Un atto d’accusa contro l’autoghettizzazione. Un ricordo delle opportunità avute e, immancabilmente, perse. E poi, simpatico o meno, Buscaroli scrive bene. Una qualità sempre più rara, una dote che si sta perdendo e che non ha toccato molto degli scrittori più famosi nel desolato panorama nazionale.

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Augusto Grandi

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