Cultura. All’asta i proclami di D’Annunzio (compreso il celebre “A noi”)

a noiAll’asta i celebri proclami di Gabriele D’Annunzio a Milano. Era il 16 maggio 1920 quando a Fiume, in un Teatro Fenice gremito, Gabriele D’Annunzio declamò “A noi”, il suo più noto proclama in veste di comandante del “Quarnaro liberato”, dopo la “vittoria mutilata´”del 1918.

“A chi la forza? A noi! A chi la costanza? A noi! A chi la fedeltà? A noi! A chi la vittoria? A noi!”: con queste invettive incitava i legionari fiumani, chiudendo un’arringa appassionata lunga ventidue pagine. Sostenava appassionatamente la causa dell’annessione di Fiume all’Italia.

La casa d’aste torinese Bolaffi – il 16 e 17 dicembre –  al Grand Hotel et de Milan metterà in vendita cimeli e proclami, parte di una raccolta interamente dedicata al poeta abruzzese e al suo ruolo nella breve Reggenza italiana del Carnaro, iniziata con la Marcia di Ronchi e la presa di Fiume. Purtroppo questo fuoco irredentista fu soffocato dal governo Giolitti e dal trattato di Rapallo che sancì l’indipendenza di Fiume, dove l’esperienza legionari si chiuse con il “Natale di sangue”.

Tra i documenti ci sono proclami testi appassionati (“Il delitto è consumato . La terra di Fiume è insanguinata di sangue fraterno”) e celebrazioni degli eroi legionari Enzo Ferri e Basilio Scaffidi, morti in un incidente aereo all’inizio del 1920: “Vogliamo per la fede morire”, scrive il Vate.

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Gerardo Adami

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