L’intervista. Di Mauro (Il Candido): “Se la satira fa sul serio al tempo di Renzi e Salvini”

di mauro alessioGli vogliono rubare il lavoro, maledetti politici. Alessio Di Mauro, direttore de “Il Candido”, sembra ormai rassegnato al fatto che, tra feticisti dello slogan, dinosauri ottocenteschi, neo-trinariciuti 3.0, gente smarrita ed elettori disperati, per andare avanti, deve essere la satira a farsi seria. L’unica soluzione possibile, a quanto pare, per restituire un briciolo di serietà al dibattito pubblico nostrano. Che tempi, signora mia.

Direttore, che te ne è parso di queste Regionali?

Il solito italico teatrino. C’è Renzi che vive di slogan e spaccia queste elezioni per una vittoria anche se lo sanno tutti che l’unico vincitore si chiama Astensione. Per quanto mi costi, devo dar ragione alla fronda Pd: “Il dato dell’affluenza deve preoccupare tutti”. Loro dicono questa banalità per casi di bottega, ma  – ahimè – hanno ragione.

Ma che è successo?

La politica s’è dimostrata distante dalla gente che matura una delusione sempre più acuta nei confronti delle istituzioni. Archiviate le strategie di marketing renziane, dagli 80 euro alle auto blu su Ebay passando per i twit, è rimasta solo la delusione.

Renzi dovrà pur piangere, ma la destra di certo non può ridere.

Non sono d’accordo. C’è nell’aria un gran bisogno di destra, la sensibilità verso temi, valori e battaglie “storiche” mai come ora appare maggioritaria nell’opinione pubblica. Tracollo, semmai, è dei personaggi che hanno incarnato il centrodestra negli ultimi anni e che l’elettorato ha punito duramente.

Eppure Matteo Salvini…

…era quello che parlava di comunismo padano, vero? S’è costruito una carriera politica postulando valori che tutto sono tranne che di destra. Se l’è consolidata parlando contro Roma e il concetto di Nazione. E adesso ce lo ritroviamo papabile leader del centrodestra, bravissimo ad accaparrarsi voti scippando temi e battaglie di destra. E dato che l’elettore dell’area è disperato e attende da anni che qualcuno parli la sua lingua, non può fare altro che rivolgersi a lui. E’ la disperazione a guidarlo. Salvini come timoniere del centrodestra? Ma che credibilità potrà mai avere?

Siamo davvero all’alienazione della destra?

E qui mi costa una citazione da Nanni Moretti. L’elettore di destra è stufo che nessuno dica cose di destra. Qualcuno c’ha provato ma ormai era fuori tempo massimo e la gente non gli ha più creduto. E mi riferisco, soprattutto, all’area di Fratelli d’Italia.

Perché?

Giorgia Meloni è stata ministro con delega alla Gioventù in uno degli ultimi governi guidati da Berlusconi. Altri esponenti che stanno oggi in Fdi, come Gianni Alemanno, hanno assistito praticamente senza fiatare a tutti gli strappi finiani nei vent’anni che hanno portato quello che era l’ex Msi ad abbracciare, ad esempio, posizioni ultraliberiste maggioritarie in An e Pdl. Quando era ormai troppo tardi volevano tornare a parlare di destra?

E a Forza Italia che è successo?

Loro stanno seguendo la sorte del Demiurgo che dal nulla la creò vent’anni fa. Forza Italia è un partito che sta morendo in cui si vivono situazioni da satira involontaria. E qui sono costretto ancora una volta a dar ragione alla fronda Pd. Renzi, col patto del Nazareno, se lo è scelto bene l’interlocutore, un uomo che ormai è in declino.

Ma Fitto…

…di quello Berlusconi non si fida. A dire il vero sembra proprio che il Demiurgo non si fidi né abbia stima di nessuno dei suoi. Il suo erede l’ha scelto già: è Matteo Renzi.

Cgil e Grillo però…

Allora, per la Camusso e i suoi è notorio il fatto che non esistono lavoratori al di fuori dei tesserati Cgil. Sono dinosauri impegnati a combattere una guerra ottocentesca. I Cinque Stelle, invece, hanno tre narici ognuna dotata di una porta Usb che renderà più semplice ai loro capi scaricare dati, indicazioni e software. Parlano di decrescita felice, loro. Con Casaleggio che vanta soci tra i poteri fortissimi europei. E la sognano, questa decrescita felice, ma con le stampanti 3D che Grillo ha pubblicizzato da Vespa attirando su di sé, giustamente, lo scorno di mezz’Italia. Sotto la protesta, il nulla.

E quindi?

E quindi capirai che fare satira, oggigiorno, davanti a queste realtà è diventata una missione difficilissima. Ormai ci pensano i politici a far tutto…

Parliamo di cose serie, allora. Tra un po’ esce il nuovo numero de “Il Candido”…

Apriremo con il caso di Tor Sapienza. Tutti giù da tutte le Torri d’Italia, devono scendere i politici. Nelle periferie italiane è scoppiata una guerra tra poveri che ha mostrato l’esasperazione dei cittadini. E la politica non ha saputo far altro che passerelle. Ci sono andati tutti, Marino, la Meloni, Borghezio, i Cinque Stelle. Solo che, stavolta, gliene hanno cantate quattro. La gente ha colto la malafede o, almeno, non ha tollerato la parvenza surreale e comica di queste presenze. L’esasperazione c’è, le reazioni sono pericolose e drammatiche.

E’ una guerra che parte da lontano, no?

L’unica promessa del sistema politico ed economico che si è imposto nella seconda metà del Novecento era quella del benessere economico. Si barattavano tradizioni, valori e identità in cambio della garanzia di tranquillità. Oggi viene meno anche questo e ciò deve far riflettere tutti. Si tratta di un modello che va superato. Occorre ripartire dalle affermazioni di intellettuali e scrittori che già vent’anni fa indicavano il pericolo imminente.

Sarà un inverno caldo per “Candido”, vero?

Tra qualche giorno sarà online il nuovo sito, accessibile a tutte le piattaforme e gli strumenti del web. Stiamo lavorando per consolidare l’uscita in edicola della rivista: attualmente il “Candido” esce a Roma e nella Bassa di Giovanni Guareschi. Contiamo di sbarcare presto anche nelle edicole di Milano. Abbiamo ripreso e attualizzato le rubriche storiche del giornale e stiamo lavorando per avviare un dibattito serio all’interno della destra. Ascoltiamo e chiacchieriamo con tutti gli intellettuali, abbiamo già intervistato Buttafuoco e Veneziani continueremo a sentire tutti anche quelli che sono stati messi all’angolo dall’approccio d’ostracismo che il mondo di destra ha avuto con la “sua” cultura. Il nostro obiettivo è di riportare un po’ di serietà nel dibattito pubblico nazionale e per questo teniamo tantissimo alla nostra veste vintage. La satira, adesso, fa sul serio.

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Giovanni Vasso

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