I nostri “musici errabondi” sono stati in grado di declinare in altre e nuove maniere la loro volontà di canto libertario. Già con il singolo, con video annesso, uscito in ottobre In caduta libera, primo pezzo dell’album, hanno dato un sublime assaggio della loro scorribanda all’interno della musica italiana e della riflessione accompagnata dalle note: le cornamuse si sprecano e la voce tonante del Lore lanciano un inno contro l’indifferenza e la mentalità paesana.
Per passare alle nuove tracce c’è di certo da premettere che nessuna appare come pezzo mal posto, oppure buttato lì per caso tanto per riempire in disco. Al primo ascolto, l’intero album fa rimanere quasi perplessi per la densità di sonorità e testi importanti:una miscela che non può che innestare una necessità di ascolti in loop, senza tregua.
Proseguendo nella track list troviamo Prua contro il nulla, pezzo stupendo che potrebbe essere la colonna sonora di On the road di Kerouac. Il ritmo diventa poi più metal con La tredicesima ora, in cui Edo e la sua batteria si fanno sentire non poco. InMercanti anonimi si presenta uno stile quasi alternativo, e la news di Roberta al microfono (chiaramente tralasciando i live). Già nota da Restano i frammenti, Respiro avido, è uno slancio musicale quasi nietzscheano. Manifesto sbiadito invece, assumendo un carattere quasi nostalgico, è l’appassionata confessione di un circense nel momento del salto.
Ascoltare i Folkstone, può essere un bello sfogo per molti di coloro, che si sentono orfani e disincantanti anche politicamente, per trovare un senso anche nelle possibilità che non ci sono e rispolverare un po’ di realismo in una veste senza etichette. Al di là delle parole scritte è meglio che vi tuffiate nell’Universo Folkstone, per fare proprie tutte le verità che questi orobici riescono a musicare.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=MNiqfbgJVBk[/youtube]
@marzioinve