Il caso. Svelato il segreto di Barbie: “Il corpo perfetto (solo) da vestire”

quintessentialbarbieE’ stato svelato il segreto dei segreti. E in fondo è una mezza delusione: la bellezza di Barbie è direttamente proporzionale agli strapazzi cui la bambole più famosa (e criticata) del mondo sono sottoposte dalle bambine di tutto il mondo. Lo ha svelato una donna, e che donna: Kimberly Culmone, responsabile del settore Design della Mattel. 

DIMMI LA VERITA’ – La Culmone lo ha spiegato a Fast Company Design, papale papale: «Il corpo di Barbie non è mai stato disegnato per essere realistico. Viene pensato e progettato per consentire alle ragazzine di vestire e svestire la bambola con facilità. E di ‘fisici’,  negli anni, ne ha cambiati davvero tanti». E per chi pensa che per Barbie sia finita qui si sbaglia di grosso: «Noi lavoriamo di continuo a nuovi modelli, nuove proporzioni. Per noi è un’evoluzione continua». Dietro le folli proporzioni della bambola più famosa, amata e odiata dell’Occidente altro non c’è che la sua natura intima di indossatrice al servizio delle fanciulle. Che, secondo la Culmone, non sono influenzate – nel loro ideale di bellezza – dalle fattezze di Barbie: «Non credo che le bambine fanno paragoni tra il corpo della bambola e il loro. E’ crescendo che cambia il modo di vedere le cose. Ed è il mondo in cui vivono, le frequentazioni sociali e la famiglia. E’ tutto provato!».

TUTTO SBALLATO – Pensare che un’Università abbia dedicato uno studio alle fattezze, alle proporzioni fisiche delle componenti del corpo di Barbie è folle almeno quanto le stesse misure ostentate dalla bambola. Ma nel 2006 l’Università del Sussex ha proceduto a valutare la corrispondenza tra le dimensioni della bambola e quelle della ragazza media. Ovviamente i risultati furono completamente sballati, sul piano del realismo. E così gli studiosi conclusero che «Barbie può danneggiare l’immagine che di sè hanno le ragazzine, spingendole a disordini alimentari». Le critiche, poi, alla bambola ‘borghese’ che inneggia alla donna-oggetto continuano, tuttora, ad alimentare la polemica della pubblicistica femminista. Basteranno le rassicurazioni della Culmone?

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Giovanni Vasso

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