Cinema. La lezione anticonformista di Edwige Fenech. Da simbolo erotico a icona di stile

edwigefenech3Non vorrei sembrare pedante ma purtroppo non ho voluto rilasciare interviste a nessuna rivista e a nessun quotidiano. Sono felice degli anni che passano”: l’attrice italo-algerina Edwige Fenech ha festeggiato nei giorni scorsi il proprio compleanno e ha declinato con poche righe, di assoluta classe, ogni invito a tornare sui media cogliendo l’occasione del genetliaco. Per una artista è senza dubbio una scelta insolita e controcorrente.

La Fenech in un sms al giornalista del Corriere Paolo Conti aggiunge: “Sono la Nai-Nai (nonna in cinese) di una stupenda bambina nata a Shangai, dove vivono mio figlio e mia nuora. E la mia vita è una vita normalissima, senza un interesse particolare, non saprei cosa dire che sia degno di essere stampato, senza diventare noiosa parlando della mia nipotina che mi ha rubato il cuore. Vi prego di scusarmi, ma è la vita che ho scelto. E per chi mi conosce, non sembrerà strano. Buone feste e fantastico anno nuovo”.

I nostri anni sono cadenzati dall’ossessione dell’apparire, dalla mania di promuovere con tecniche prese dal marketing la propria firma, i propri prodotti o creazione e perfino le ricorrenze intime o famigliari. Poi arriva la Fenech, già stella del cinema italiano negli anni settanta-ottanta e ora produttrice di film e fiction, e scompagina tutto. Come? Con la semplicità della vita tradizionale, con l’orizzonte della routine dei sentimenti di nonna che valgono molto di più di una copertina, di un titolo a sette colonne o di una comparsata nei salotti televisivi.

Da simbolo erotico a icona di stile: Edwige insegna che si può essere felici anche lontano dai riflettori, riempiedosi il cuore di autentica semplicità. Chapeau.

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