La Fenech in un sms al giornalista del Corriere Paolo Conti aggiunge: “Sono la Nai-Nai (nonna in cinese) di una stupenda bambina nata a Shangai, dove vivono mio figlio e mia nuora. E la mia vita è una vita normalissima, senza un interesse particolare, non saprei cosa dire che sia degno di essere stampato, senza diventare noiosa parlando della mia nipotina che mi ha rubato il cuore. Vi prego di scusarmi, ma è la vita che ho scelto. E per chi mi conosce, non sembrerà strano. Buone feste e fantastico anno nuovo”.
I nostri anni sono cadenzati dall’ossessione dell’apparire, dalla mania di promuovere con tecniche prese dal marketing la propria firma, i propri prodotti o creazione e perfino le ricorrenze intime o famigliari. Poi arriva la Fenech, già stella del cinema italiano negli anni settanta-ottanta e ora produttrice di film e fiction, e scompagina tutto. Come? Con la semplicità della vita tradizionale, con l’orizzonte della routine dei sentimenti di nonna che valgono molto di più di una copertina, di un titolo a sette colonne o di una comparsata nei salotti televisivi.
Da simbolo erotico a icona di stile: Edwige insegna che si può essere felici anche lontano dai riflettori, riempiedosi il cuore di autentica semplicità. Chapeau.