Fumetti. Bersek, l’eroismo manga tra cameratismo e atmosfere dark fantasy

Le generazioni cresciute dagli anni ottanta in poi hanno trovato nei cartoni animati e nei fumetti giapponesi una fonte di ispirazione, tanto che personaggi come Mazinga e Capitan Harlock, e recentemente i Sayan, Naruto e i pirati di One Piece sono entrati nell’immaginario comune.
I fumetti manga, assieme alle loro trasposizioni animate, gli anime, sono diventati una parte importante della cultura mondiale, tutt’oggi in grado di trasmettere quelle emozioni che i fumetti occidentali, come i Marvel e i DC Comics, non riescono più a regalare ai lettori.
Fra le pietre miliari del manga moderno è interessante analizzare il cupo e dark fantasy Berserk,  proveniente dalla fantasia di Kentaro Miura.
A partire dalla trama, passando dai semplici dialoghi per finire nelle splendide tavole, questo fumetto è il simbolo di come si possa ancora raccontare una storia discostandosi dal  cliché ormai imposto dalla cultura occidentale dell’eroe che usa la violenza a malincuore, dello spirito guerriero visto come un istinto preistorico e del rifiuto della lotta per una giusta causa.
Al contrario, il protagonista, Gatsu, è un personaggio che nessuno di noi vorrebbe avere a meno di cento metri di distanza, carico di rabbia, odio e risentimento. Che vive la violenza come una condizione necessaria.
Egli è il Guerriero Nero ed è incazzato come una bestia. D’altronde non ha tutti i torti.  Nato dal corpo di una donna morta, cresciuto in un campo militare, diventa un guerriero formidabile. Trova la sua via nella Squadra dei Falchi una banda di mercenari capeggiati da un guerriero senza macchia, il Falco.
Per farla breve, senza raccontare tutta la trama, dopo anni di fratellanza e cameratismo, il Falco sacrifica l’intera Squadra per poter diventare una divinità. Si salvano solo Gatsu e la sua donna, ma sono due marchiati, sopravvissuti ad un rito spaventoso e per questo reietti in fuga dagli esseri demoniaci che scaturiscono dalle profondità dell’inferno più profondo. Inizia quindi il lungo peregrinare del protagonista per il mondo, alla ricerca della giusta vendetta contro il Falco, le cinque divinità che compongono la mano di Dio.
Il capo della Squadra, oltre ad aver sacrificato centinaia di persone per un proprio scopo, ha tradito un vincolo sacro: quello dell’amicizia e del cameratismo. Per Gatsu il tradimento del comandante rimane un chiodo fisso, una ferita bruciante che si sovrappone al ricordo dei suoi compagni di ventura. Il fumetto prosegue quindi fornendo uno scenario onirico e folle, di fronte al quale le visioni lovecraftiane  sembrano quasi normali.
Il “mezzo” dell’immagine fumettistica, in conclusione, è molto più esplicativo e potrebbe essere un argomento di discussione interessante, ma per ora ci accontentiamo di Kentaro Miura e di alcune trasposizioni televisive, l’ultima delle quali è una trilogia, conclusasi a novembre 2012 in Giappone e, speriamo, in arrivo presto in Italia.

Francesco Filipazzi

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