Cancellata la trasmissione Rai di Buttafuoco. La tv di Stato specchio del declino italiano

Addio alla trasmissione di Pietrangelo Buttafuoco “Questa non è una pipa”. Doveva andare in onda nei prossimi giorni su Rai5, canale di sperimentazione del digitale terrestre, ma il direttore della rete, l’ex perito informatico Massimo Ferrario (area Lega), ha deciso d’imperio di cancellarne la programmazione.  Inutile indagare le ragioni (inconsistenti). Ovviamente sui media la vicenda è passata sotto rigoroso silenzio. Il pluralismo invocato dopo l’editto bulgaro per i vari Luttazzi, Santoro e c., non vale per il politicamente scorretto autore de “Le uova del drago”.

I manager Rai sono come i politici: emanazioni della partitocrazia terminale, privi di curiosità, allergici alle novità. Si accontentano, in ossequio all’imperituro Manuale Cencelli, di dare senza alcuna fantasia un tot di spazio nel palinsesto al centrodestra, un tot al centrosinistra, un quadratino alla Lega, uno ai democristiani di Casini… Sono stati nominati dal governo di centrodestra, ma sono riusciti in pieno nell’impresa di fare peggio dei loro “protettori” politici.

Per la creatività non c’è spazio, nemmeno nelle ore da nottambuli concesse per la prima serie della trasmissione di Buttafuoco. Questi dirigenti rispecchiano la temperie che c’è in una Italia sempre più povera, nella quale i partiti, delegittimati dalla propria pochezza e dalla mancanza di una visione di insieme, sono camerieri dei tecnici. La televisione di Stato resta perciò un vero teatro dell’assurdo, tra la competizione inadeguata con le reti commerciali e una offerta culturale incapace di dare un orizzonte agli italiani che non sia  lo stantio menù talk show più reality.

Tra le ragioni del declino dell’Italia risulta non marginale il profilo giurassico della televisione di Stato, nella quale una casta di conduttori e di autori (sempre i soliti noti), ripropone una offerta modesta che non intercetta né lo spirito del tempo né le migliori intelligenze non conformiste cresciute nonostante i gattopardismi imperanti.

Peggio della Rai al tempo della “destra che fu” non si potrà fare. E così le folgorazioni intellettuali di Buttafuoco continueremo a cercarle come rabdomanti nel “Riempitivo” su “Il Foglio”, su “Panorama” e sulla pagine culturali de “La Repubblica”. Per vederlo sul piccolo schermo ci toccherà aspettare la debacle di questa destra esiziale, capolavoro di occasioni mancate e di cattivo gusto. Poi sarà la volta della vittoria di Bersani/Renzi, con la maschera di Baffone. Solo allora, forse anche per fare dispetto all’attuale nomeklatura di miracolati televisivi ex Pdl-Lega, le incursioni di Pietrangelo potranno di nuovo avere cittadinanza sulle reti Rai…

Michele De Feudis

Michele De Feudis su Barbadillo.it

Exit mobile version