Il punto (di G. de Turris). La tenuta dei grillini si spiega con le riforme non realizzate da Pd-Pdl

Non so se qualcuno si ricorda ancora il motivo per cui l’attuale sistema elettorale voluto dal centrodestra è stato definito Porcellum, mi pare dal politologo Giovanni Sartori. Il nome deriva dal fatto che il suo stesso promotore, il dentista della Lega Roberto Calderoli lo definì “una porcata”.

Da un bel pezzo, sin da quando si prevedeva una chiusura anticipata della legislatura mentre governava Monti, tutti dicono di volerlo modificare. In teoria, perché in pratica non si è giunti a nulla ieri come oggi. Il motivo è lampante: poiché tutti pensano di vincere nessuno in cuor suo vuole privarli dell’esagerato premio di maggioranza che consente una schiacciante prevalenza alla Camera. Non al Senato, però. Ed ecco perché siamo nello stallo in cui siamo: alle elezioni di febbraio ci sono stati tre partiti quasi con la stessa percentuale e se il PD prevale a Montecitorio, a Palazzo Madama sono guai (ed ecco il motivo della scandalosa elezione di quattro senatori a vita quattro che pendono tutti a sinistra da parte di Napolitano).

Ora non si sa bene come finirà, ma in concreto nessuno sta facendo alcunché per mutare il Porcellum, nonostante fantomatici “comitati di saggi”, tantomeno il centrodestra che pure lo volle. Il motivo è anche qui semplice: i sondaggi delle varie agenzie e istituti specializzati danno da un po’ il centrodestra in vantaggio in eventuali e nuove elezioni anticipate. Chi di poco chi di molto. Ma in vantaggio,quindi… Si tratta però di indebite euforie perché non si guarda al di là del proprio naso, del proprio interesse particolare. Infatti, il dato più significativo non lo  mette in rilievo nessuno, ma nascondere la verità è deleterio. Gli stessi istituti sondaggistici danno unanimemente il Movimento 5 Stelle al 17-21 per cento, vale a dire la stessa percentuale delle ultime politiche se non più, questo in controtendenza rispetto alle ultime elezioni amministrative che lo aveva visto calare notevolmente

Che significa? Significa una ulteriore dimostrazione che gli italiani sanno ormai ben distinguere tra politiche e amministrative, e ragionano di conseguenza, tenendo conto nelle seconde dei problemi locali e non politici nazionali, limitando di molto il voto di protesta generico e preoccupandosi di più dei fatti che li riguardano direttamente nei paesi, città e province. I grillini hanno ripreso forza perché gli elettori si rendono perfettamente conto che i motivi per cui li avevano votati dieci mesi fa non sono venuti meno, e nonostante la pessima prova di sé che essi stanno dando in parlamento tra gaffe, bluff, ridicolaggini, demagogia spicciola, incompetenza, provincialismo, accuse reciproche, minacce di scissioni, anatemi ed espulsioni.

Nonostante tutto questo tornerebbero a votarli dato che centrodestra e centrosinistra non hanno mosso un dito per realizzare vecchie promesse e smorzare così l’ira antipolitica cavalcata dai grillini. Non è stata cambiata la legge elettorale. Non sono stati diminuiti i costi della politica. Non sono stati dimezzati deputati e senatori. Non sono stati dimezzati gli stipendi e le prebende e i benefit. Non è stata varata la legge sull’eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti, anzi si tende a rimandarla sempre più, tanto è vero che i radicali la ripresentano in un nuovo referendum. E quel che è stato fatto sembra una presa in giro:il premier Lette ha annunciato con enfasi che saranno venduti due o tre aerei presidenziali e qualche “macchina blu”….Secondo la classe politica queste cosucce dovrebbero essere sufficienti a far cambiare idea alla gente? E far diminuire rabbia e frustrazione? Evidentemente no, ed è per questo che gli indignati di centrodestra e centrosinistra in eventuali prossime elezioni politiche continuerebbero a votare per i Cinquestelle. Nemmeno loro presenza in parlamento, ancorché banalmente demagogica, è servita da stimolo in questo senso per i due maggiori partiti tradizionali italiani. Che pretendono allora dagli italiani?

La cosiddetta antipolitica si elimina semplicemente facendo della buona politica e non prendendo per i fondelli gli elettori. E poiché il M5S è l’unico a catalizzare gli scontenti di ogni colore, se non si metterà mano ad un serio, razionale e radicale progetto di tagli ai costi dei partiti e dei parlamentari, se non si riuscirà a far funzionare meglio l’elefantiaca macchina statale che si presenta come nemica dei cittadini che pagando le tasse la foraggia, la protesta antipolitica non diminuirà. Non è francamente possibile che in una situazione di crisi che si trascina da almeno quattro anni i soli a dover pagare, a stringere la cinghia siano sempre i cittadini qualunque. Che hanno però in mano l’arma del voto. Non chiacchiere ma fatti per non dover poi, dopo le elezioni, sentire le solite ipocrite querimonie.

Gianfranco de Turris

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