Segnalibro. Apollo, Pan, Dioniso salvezza dell’uomo europeo

Le Lettere hanno pubblicato il libro famoso di Friedrich Georg Jünger dove la riflessione sui miti greci s'intreccia con l'identità

L’editoriale Le Lettere ha pubblicato un libro di grande spessore e interesse per comprendere le radici e l’identità dell’Europa. Si tratta di Apollo, Pan, Dioniso, di Friedrich Georg Jünger, fratello del più famoso Ernst. Figura apparentemente di secondo piano, Friedrich Georg Jünger ha segnato, con alcune sue opere, nel periodo fra le due guerre, la formazione di molti intellettuali della Rivoluzione conservatrice, soprattutto per quanto riguarda il dibattito – mai concluso – sulla tecnica e l’Europa.

Apollo, Pan, Dioniso, richiama sin dal titolo una visione pagana della vita e F. G. Jünger fu sempre attento alla mitologia greca, tanto da dedicarvi questo libro che ebbe una gestazione particolare. Nel 1943 Jünger pubblicò un libretto, poi un altro intitolato I Titani. Nel 1947 riunì i due libretti, vi aggiunse due saggi su Pindaro e sugli Eroi e pubblicò il lavoro intitolandolo Miti greci: questo.

Ernst Jünger, che fu influenzato dal libro del fratello, nel 1982 scrisse nel suo diario: “Da tempo mio fratello Friedrich Georg e io ci siamo occupati, sia soffrendone che essendo spettatori, del ritirarsi degli dei e dell’avvento dei titani”. F. G. Jünger dimostra nella sua opera che l’uomo moderno è un soggetto “mitopatico”, che soffre l’azione degli dei e che ripete di volta in volta lo schema del loro agire. Questo libro è forse uno dei migliori scritti da un autore della cosiddetta “emigrazione interna” in Germania. I componenti, che derivavano dal movimento culturale della Rivoluzione conservatrice e non condividevano la politica del Nazionalsocialismo, preferirono restare in Germania mettendosi da parte, passando al “bosco”, poiché il regime, una volta giunto al potere, tradì ideali e aspettative degli intellettuali rivoluzionario-conservatori. F. G. Jünger fece appello a un sapere e a un approccio alla cultura che prescindesse dal razionalismo e che si affermasse “con il simbolo”, con una rappresentazione mitica. Infatti, per l’autore in ogni uomo, nelle proprie interiorità e attività, ci sarebbe un dio. Non solo: anche la tecnica avrebbe radici mitiche, titaniche, prometeiche del tutto specifiche. Deve rifarsi, per comprendere la realtà intorno a sé, a una visione simbolica e immaginale più che razionale in senso stretto. L’esito sarebbe una percezione differente. Gli dei di cui parla Jünger sarebbero in rapporto di “fraterna antitesi”. Un’antitesi che però li porterebbe a incontrarsi. Così Apollo “è esaltato come l’archetipo – dice Jünger – alla base dello stile cognitivo ed esistenziale che privilegia la ragione contemplativa e il senso della misura e della concretezza contro ogni anelito faustiano”. In Pan “si rivela l’eterno ciclo della natura che basta a se stessa, che non è consapevole di sé e in cui non esistono né storia né dramma. Qui il tempo scorre soltanto, qui non ci sono né il mutamento né il bisogno di esso”. Dioniso libera e segna “l’eliminazione delle determinazioni temporali, dei confini e l’aprirsi dell’Ade” perché, come disse Otto richiamandosi a Eraclito, “Ade e Dioniso sono una stessa identica cosa”.

In definitiva, l’ideale di uomo che lo scrittore e filosofo indica, è un soggetto immerso nella contemplazione apollinea, profondamente rispettoso della Madre Terra e in grado di vivere all’unisono con la Vita.

F. G. Jünger, Apollo, Pan, Dioniso, Le Lettere ed., (a cura di Mario Bosincu) pagg. 283, euro 18,00

Manlio Triggiani

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