Il flop della sinistra che evapora a Cannes e alle comunali

La democrazia, fondata sul bilanciamento (e sul confronto) degli schieramenti politici, non può permettersi un piatto vuoto

La classe dirigente Pd vista da Osho

“Piazze piene, urne vuote” si dice abbia mormorato, dopo una sonora sconfitta elettorale, Pietro Nenni, il leader socialista, che per andare al potere accettò di allearsi col suo ‘grande nemico’, la Democrazia cristiana. È il caso di ripeterlo oggi, dlopo due deludenti risultati per la Sinistra politica e culturale, simboleggiati da Cannes, roccaforte del cinema progressista, ed Ancona, città ‘rossa’ da decenni. Moretti, Bellocchio, Rorhwacher son rimasti a bocca asciutta dopo essere stati esaltati e celebrati dai media nostrani come i (probabili) vincitori del Festival francese del Cinema. Come delusi e sconfitti sono stati il Pd, i Cinque Stelle ed i resti della Sinistra estrema nelle amministrative appena conclusesi, in cui si scommetteva su una loro rimonta. Due risultati che inducono a riflettere perché sanciti da platee da sempre vicinissime alla Sinistra.

C’è qualcosa che non va. Se proprio quelli di sinistra bocciano i loro (un tempo) beniamini. Perché non si può certo affermare che ad Ancona ci siano ‘fascisti’ in agguato e tendenzialmente maggioritari (un risultato eclatante quello di Fratelli d’Italia, primo partito nel capoluogo marchigiano). Né che ci siano stati brogli e pastette nella giuria del Festival francese. Di sicuro, lo scollamento fra elettorato e PD/resti della sinistra risulta ancora più accentuato dal calo di credibilità dell’opposizione, che, oltre alcuni slogan anacronistici e talune scelte, propagandistiche più che ideologiche, non sa andare. Si paga anche lo scotto di alcune forti contraddizioni della Sinistra, che per decenni ha predicato bene e razzolato male: dalla parte degli umili, degli oppressi, dei poveri ma pur sempre legata al potere, ai soldi, al prestigio sociale. La gestione disinvolta della ‘cosa pubblica’, i contratti milionari di alcuni suoi esponenti di spicco a spese dei contribuenti, i capi griffati esibiti e certa noblesse ostentata dai suoi vertici giocano un ruolo pesante e decisivo nelle valutazioni dell’elettorato. Opporre,
poi, una ragazza di ottima famiglia ad una ‘borgatara’, come da sempre negli ambienti radicalchic è definita la Meloni, è stata, forse, una ciliegina su un pasticcio (non solo culinario), che sta diventando di giorno in giorno sempre più indigesto. Anzi, tossico per la Sinistra.

A questo punto, però, impensierisce, come abbiamo già detto in altre occasioni, questo declino della Sinistra italiana, sempre più litigiosa e rancorosa. Perché la democrazia, fondata sul bilanciamento (e sul confronto) degli schieramenti politici, non può permettersi un piatto vuoto. Su cui buttare solo reazioni rabbiose e proposte demagogiche. Ma pesare idee, progetti, alternative credibili e realizzabili. In un’ottica del confronto e non dello scontro, beninteso. Che giova a tutti.

Nicola Fiorino Tucci

Nicola Fiorino Tucci su Barbadillo.it

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