Il punto (di G.deTurris). La grande stampa e “la Russia fascista” che invade Kiev nazista

"Fascismo/fascista sono ancor oggi, forse soprattutto oggi a oltre un secolo dalla fondazione del movimento mussoliniano, le parole magiche nei confronti delle quali si è impotenti, non si può ribattere"

Il fascismo eterno, categoria surreale codificata da Umberto Eco

Danilo Taino è un giornalista del Corriere della Sera  che di solito si occupa di ben altro, eppure il suo direttore, Luciano Fontana, in genere equilibrato sia quando scrive che quando parla in tv nel programma di Barbara Palombelli, il 25 marzo gli ha pubblicato un editoriale a dir poco eccentrico, e come si sa gli editoriali si chiamano così perché dettano le linee direttive di una testata, non sono articoli qualsiasi. Taino sul maggior quotidiano italiano usa per la prima volta, almeno da quel che mi consta, il termine fascismo/fascista riferendosi alla Russia e a Putin, il quale, scrive, “ha trasformato la Russia in un Paese che ormai ha praticamente tutte le caratteristiche  che ne fanno una Nazione fascista”. Caratteristiche però non affatto spiegate e date per scontate, ma Taino dixit, lui notissimo e apprezzato russologo sì che le conosce benissimo.

Ci sarebbe da chiedersi perché il Corriere se ne esca con questa esplicita posizione (i complottisti direbbero: lavora per i “poteri forti”) che viene utilizzata per sottolineare la necessità di fornire armi alla Ucraina, e che in Italia in diversi con motivazioni diverse contestato. Come dire: di fronte ad una “aggressione fascista” non potete dire questo! Non potete stare dalla parte di un Paese ”fascista”! Una specie di ricatto morale.

Ma il problema è anche un altro. E cioè:  fascismo/fascista sono ancor oggi, forse soprattutto oggi a oltre un secolo dalla fondazione del movimento mussoliniano, le parole magiche nei confronti delle quali si è impotenti, non si può ribattere: sono una condanna definitiva. Se un “cattivo” c’è, dopo il crollo del comunismo in Europa (in Cina è ben saldo), ormai non può che essere fascista, e quindi avere torto a priori. Non so se se lo ricorda il nostro autorevole Taino, ma alcuni decenni fa URSS e Cina Popolare si scambiarono reciprocamente proprio questa atroce accusa, ed è per un simile uso e abuso che i due termini si sono svalutati e svuotati di senso, ed è anche per questo motivo che Renzo De Felice ne chiedeva una moratoria…

L’aspetto grottesco della definizione tainiana è però che una nazione fascista conduce una “operazione militare speciale” per debellare il neonazismo che domina l’Ucraina. Singolare, no? E, come ha rivelato il cavalier  Berlusconi che a quanto pare ben conosceva i piani del suo amico del Cremlino, Putin aveva progettato una guerra-lampo per giungere senza colpo ferire a Kiev, deporre Zelensky e sostituirlo con un presidente filorusso come quello cacciato anni fa, riappropriandosi così di un territorio dell’ex Impero sovietico e considerato “storicamente” suo. 

La inaspettata e coraggiosa resistenza degli ucraini, soldati e civili,  ben prima dell’arrivo degli aiuti militari occidentali, ha fatto fallire questo piano di ricostruzione dei territori ex URSS iniziato da Putin. Fine della storia.

Insomma, per stigmatizzare Putin e rappresentarlo come il Male Assoluto (© G. Fini) Danilo Taino non ha trovato di meglio che appellarlo “fascista” e denunciare i pericoli che l’Europa corre avendo ai suoi confini una nazione “fascista”, un vero segno dei tempi che non  tiene conto della grottesca immagine di “fascisti” che invadono un Paese “nazista”! 

Il fatto che sia ridicolmente definito fascista ovviamente non assolve in nulla Putin che è senza dubbio un criminale di guerra (anche se non sarà mai processato a meno di un colpo di Stato che lo detronizzi): ha fatto bombardare volutamene le popolazioni civili, colpire scuole, ospedali, chiese, rifugi, radere al suolo città, fucilare migliaia di persone poi sepolte in fosse comuni, rapire bambini per affidarli a donne russe e indottrinarli (bombardamenti e distruzioni di città che noi, e i tedeschi, ben conosciamo avendoli subiti durante la seconda guerra mondiale grazie agli americani e agli inglesi che farebbero meglio a non indignarsi troppo ,m visto che i russi hanno preso esempio da loro).

Chi vuole assolvere dal punto di vista strategico e geopolitico Putin parla della sua sindrome di accerchiamento e del tentativo ancorché brutale di evitare che l’Ucraina entri definitivamente nell’orbita occidentale, della Nato e della Ue. Se però si guardano le reazioni che ha suscitato si deve dire che la sua strategia è stata fallimentare avendo prodotto l’effetto opposto e contrario “accerchiandolo” ancora di più. I tre piccoli Paesi baltici hanno rafforzato frontiere e contatti facendo più attenzione alle loro minoranze russe  interne; le nazioni nordiche Finlandia, Norvegia e Svezia hanno stretto una loro specifica alleanza; quelle tradizionalmente neutrali hanno chiesto di entrare nella NATO rinunciando  alla loro storica posizione. L’orso russo ha impaurito gli Stati confinanti che sono corsi subito ai ripari, mettendo lo zar “fascista”! in condizioni strategiche  peggiori di prima. Il gioco non è valso la candela.

In conclusione, dobbiamo farcene una ragione: le parole, le definizioni, le terminologie in politica interna e internazionale, potenziate e enfatizzate dai mass media pesano sempre più e incidono sulla gente comune e sono strumenti sempre più potenti di suggestione e non solo di semplice informazione. E il Corriere della Sera, nella versione cartacea e on line, essendo oggi il quotidiano a maggior tiratura e diffusione surclassando sia Repubblica sia La Stampa che come astiosità gli fanno valida concorrenza surclassandolo, raggiunge un pubblico  assai maggiore e, con uscite del genere di cui qui si tratta, influenza una platea che crede alla oggettività della testata milanese, di cui ha fatto vanto nella rubrica di posta anche il tuttologo Aldo Cazzullo, una delle sue colonne più attive e poliformi.

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Gianfranco de Turris

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