Addio a Primo Siena, scrittore e “figlio del sole” (celebrato anche in un romanzo di Pennacchi)

Lo scrittore, cresciuto nel Msi dopo esser stato volontario durante la Rsi, da 30 anni viveva in Cile

Primo Siena

Arriva dal Sudamerica la notizia della scomparsa di Primo Siena, intellettuale post fascista dopo aver combattuto nella Rsi e aver militato nel Msi.

Aveva 95 anni. Nato nella bassa modenese il 20 novembre 1927, da giovanissimo  non ancora sedicenne nell’autunno del 1943 – ricorda proprio su Barbadillo Giovanni Faccini  –  “si arruolò volontario nelle costituende forze armate della Repubblica Sociale Italiana. Inquadrato nel Battaglione Bersaglieri “Mussolini”, posto a difesa di Gorizia e della Venezia Giulia dagli attacchi dei partigiani comunisti di Tito, subì mesi di durissima prigionia nell’estate del 1945 nel famigerato campo di concentramento di Borovnica (oggi in Slovenia), prima di poter rientrare in Italia”.

fu infatti tra i “Figli del sole”, la corrente di avanguardia giovanile interna all’MSI che riscoprì gli insegnamenti del filosofo “eretico” Julius Evola, per poi maturare una adesione al pensiero cattolico tradizionale, testimoniato nell’opera Le alienazioni del secolo (Premio Angelicus 1957). Promosse e diresse importanti riviste della destra giovanile degli anni ’50 come Cantiere e soprattutto Carattere, fu animatore di numerose iniziative culturali dell’allora MSI e direttore della “scuola di partito”. In tal senso è ricordato perfino da Antonio Pennacchi nel suo romanzo autobiografico e autoironico Il fasciocomunista 

“A questa scuola di partito c’era “il fior fiore di tutta Italia”. C’era anche un drappello dei Volontari, coi genovesi. Eravamo alloggiati in un albergo, sempre su via Quattro Fontane ma dall’altra parte, verso via degli Avignonesi. Le lezioni si tenevano a Largo Chigi: economia, storia, politica, tecniche di propaganda, dottrina dello Stato. Il direttore del corso era un filosofo, Primo Siena, e c’era tutta una serie di testi…” (Oscar Mondadori, ristampa 2010, p. 185).

Viveva stabilmente nel lontano Cile da oltre trent’anni, dove si era trasferito dopo aver a lungo girovagato per il mondo come funzionario del ministero dell’Istruzione addetto alle scuole italiane all’estero, sempre curioso e mai appagato anche a un’età in cui molti sono soliti tirare i remi in barca. Una vita piena, coerente e a tratti avventurosa, una testimonianza importante per tutti coloro che ancora oggi non vogliono arrendersi.

@barbadilloit

Antonio Fiore

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