Così mi piace identificare il popolo sardo. Così mi piace vivere quel senso di coesione marmorea che inquadra gli italiani. Così L’Aquila, l’Irpinia, L’Umbria. Così i montanti, lenti e pesanti, assestati dalla storia e dalla natura ai fianchi della nostra terra. Così, oggi. Olbia. La Sardegna.
Questo siamo. Rughe in volto. Instabili come molecole spinta da energia. Ma forti fratelli che rispondono agli squilli di tromba. Alle urla. In Italia, la cavalleria alleata arriva sempre. Poi le lamentele, gli scandali, la corruzione. Le risate e gli affari. Le poltrone e la mancata organizzazione. La speculazione e l’ipocrisia. Ma quando la terra trema, in quel secondo. Quando l’acqua scorre, vomitando fango. La forza del mio popolo esce prorompente. La stessa che compone un’identità impercettibile ma reale. La stessa dei nostri nonni nel ricostruire la loro dignità e le mura di un paese di collina dopo la pioggia di bombe.
Mi rivolgo alle istituzioni. Quelle. Non scappate. Non vi nascondiate. Siete tutori e rappresentanti del nostro popolo. Sempre. Anche quando vi è dura o scomodo pensarlo. Anche ora sia rabbia e sdegno, per voi. Anche ora si invochino i migliori principi della moderna democrazia. Anche ora si vada incontro ai tempi che cambiano. Anche ora sia Lutto nazionale. Dignità nazionale. Legame nazionale. Fratellanza Nazionale.
Forza Sardegna. Non c’è montagna che non sappiate scalare. “Avanti Forza Paris”
Firmato Un fiero italiano