Matteo Renzi minaccia con l’espressione «Finish» il governo Letta-Alfano? E Gianni Cuperlo risponde con «Dash». Non siamo nel set di una pubblicità dove al detersivo per la lavastoviglie si contrappone quello che promette capi bianchi che «più bianco non si può». Siamo nel triangolo terribile tra il dibattito parlamentare sulla legge di Stabilità, il passaggio all’opposizione di Berlusconi e la campagna per le primarie del Pd.
Davanti a questo il sindaco rottamatore utilizza la sua arma preferita: il gioco di parole, il motto, la “pubblicità” (anche inconsapevole) per vendere se stesso e sperare nell’effetto dissolvenza per un governo che intende indebolire nella speranza che si apra l’ultima finestra possibile prima delle Europee. Niente di nuovo per l’ex enfant prodige de La ruota della foruna, direbbero i suoi detrattori, utilizzare una battuta per bucare lo schermo: «Se vinciamo noi e il governo non fa quello che diciamo… finish».
Tra questi detrattori dovrebbe esserci proprio lui, lo sfidante Gianni Cuperlo il “non politico moderno”, rappresentante dell’ex correntone, l’ossatura sobria del fu Pci. E invece anche il dalemiano (diventato ormai una classificazione a se stante) è caduto nella trappola di Twitter: «Se vinco io o Enrico Letta come dico io, o Dash».
Tutto molto divertente. Eppure è chiaro che inseguire Renzi proprio su un terreno a Cuperlo per nulla congeniale come quello della “telepromozione” non sembra una buona trovata per chi imputa al sindaco di Firenze di essere nient’altro che la riproposizione in scala di Berlusconi. Già immaginiamo la controreplica del rottamatore: «Quella di Cuperlo? È pubblicità ingannevole…».