Abbiamo cercato le zolle di terra, le vigne, le stanze segrete delle cantine. Abbiamo cercato le conoscenze, i sentimenti, le sfide negli occhi di chi ha lasciato che il vino impregnasse ogni aspetto della sua vita. Il risultato è stato favoloso; e di ogni esperienza vorremmo lasciare una traccia. Nella zona del Morellino di Scansano la Fattoria Le Pupille ci ha mostrato il suo aspetto ufficiale e formale con la visita-degustazione alla splendida Tenuta mentre la conoscenza e la confidenza con la signora Carla, zelante titolare della strepitosa trattoria Il Poderone, ci ha permesso di entrare in contatto diretto con chi la vigna la lavora estraendone il succo prezioso. A lei infatti (donna di una volta in via d’estinzione – sigh) dobbiamo l’incontro indimenticabile con Luca, agronomo di Poggio la Mozza, collaboratore dell’enologo Maurizio Castelli. Luca ci ha fatto vivere un pomeriggio in vigna, ci ha spiegato gli aspetti essenziali del terroir del Morellino e della cura del guyot, ci ha dato la sua versione a proposito di vini naturali e non. Attraverso di lui, abbiamo conosciuto la cantina Val di Toro, cantina moderna caratterizzata dalla posizione privilegiata delle sue vigne, che brilla (è il caso di dirlo) per il suo Maremma Toscana rosato Alfa Tauri ed il suo Vermentino Auramaris. Abbiamo incontrato il Conte Guicciardini di Massi di Mandorlaia e visitato Tenuta Casteani di Mario Pelosi, splendida cantina – resort che fa del suo brevetto Puro Vino un fiore all’occhiello. Raggiunto il Veneto gli incontri si sono fatti non solo belli ed appassionanti ma anche rari e preziosi. Presso l’azienda Cà de Frati Igino e la signora Rosa (meraviglioso esemplare di antica donna-mamma-imprenditrice italiana – alla faccia delle americane in carriera e disperate) ci hanno deliziato per un’ora parlando del loro Trebbiano spumantizzato e non, dei loro 170 ettari di vigne, dei vini biologici, delle guide enologiche, della bellezza e dei problemi d’Italia. A Montebello Vicentino Francesco Maule ci ha parlato dei vini estremi, suoi, di suo padre Angiolino e di Gustav Gravner (sentito come indiscutibile genio); nel cuore della Valpolicella la famiglia Quintarelli e Romano Dal Forno ci hanno regalato un’esperienza che ci ha toccato il cuore. Ognuna delle persone incontrate in questo viaggio ci ha accolto con affetto e ci ha parlato con passione ricordandoci quanto siano belli gli italiani, e buoni i loro vini! Ad ognuno di questi vignaioli dedicheremo un racconto che non sarà né obiettivo né distaccato, ma filtrato dal sentimento e deformato dall’entusiasmo e dalla passione che ogni produttore ha saputo trasmetterci. Prosit!