Irma Butterfly Testa manca la finale ai Giochi di Tokyo 2020. Solo sabato si è arrestata infatti, tra sacrifici e gratificazioni, l’avventura nipponica dell’atleta nostrana, combattente originaria di Torre Annunziata delle Fiamme Oro. Nonostante la buona prestazione, la Testa ha dovuto arrendersi ai punti all’irruenza della campionessa mondiale Nesthy Petecio nell’incontro che avrebbe consegnato la prospettiva, tangibile, di ornare con la bandiera nazionale il posto più ambito della boxe a cinque cerchi. In ogni caso, quello della nativa di Torre Annunziata è un successo epocale, rilucente; già diversi giorni fa, dopo il trionfo schiacciante guadagnato contro Caroline Veyre, Irma Testa -peraltro prima pugile del nostro Paese ad aver partecipato ai Giochi, nel 2016- si era appunto assicurata la medaglia di bronzo della sua divisione, la categoria dei pesi piuma (54-57 kg): nella boxe olimpica non è prevista una gara per il terzo posto, e ciò significa che il premio bronzeo viene assegnato parimerito ai perdenti delle semifinali. Una medaglia che allora brilla come una gemma nella bella tradizione della noble art tricolore; la prima, dunque, ad essere stata conquistata da una boxeuse italiana in tutta la storia dell’iconica competizione globale.
L’incontro
Agile, scattante, Irma Testa parte benissimo. L’azzurra ha sfruttato la situazione di stallo che si era venuta a creare nel round d’avvio, scagliando colpi chirurgici dalla lunga distanza per sfuggire alle offensive della sua avversaria: al di là di una giustificabile (e pure prevedibile) inerzia che ha caratterizzato originariamente la contesa, è stata quindi la nostra portacolori a convincere i giudici nella ripresa iniziale della battaglia. La risposta della filippina non ha tardato però ad arrivare. Sin dal secondo round, la Petecio si è resa protagonista di alcuni affondi insidiosi, di alcune azioni senza dubbio pericolose; tentando di valorizzare la sua preponderante potenza, ha braccato con insistenza l’atleta campana mostrando maggiore generosità e aggiudicandosi così, in fila, due delle tre riprese complessive. Il verdetto è chiaro, eloquente. Premia il coraggio e la vivacità della filippina; ma, allo stesso tempo, evidenzia quanto fossero legittime le speranze di assistere a una vittoria dell’azzurra. Non è andata come auspicavamo: si conclude pertanto con una decisione non unanime (4-1 secondo i seguenti cartellini: 29-28, 29-28, 29-28, 29-28, 28-29) l’avanzata olimpica di Irma Testa. Che, ancora ventitreenne, promette alla galassia della boxe italiana grandi, notevoli risultati.
Le dichiarazioni: “A Parigi penserò dopo, ora mi godo il bronzo”
Il futuro sembra riservare importanti soddisfazioni alla farfalla delle Fiamme Oro. Irma Testa ha lottato degnamente, ha onorato la fiducia dei suoi sostenitori. Adesso non resta che godersi il sospirato traguardo. Come riporta Rai Sport, Testa ha affermato:
“Questa medaglia ha un grande significato, è importante, ci sono anni di lavoro e sacrifici alle spalle. Negli ultimi anni ho cercato di non sbagliare nulla, di non lasciare nulla al caso, e penso di averlo fatto. Non è bastato, magari serve qualche anno non lo so. Penso di avere fatto tutto quasi perfetto”
E infine
“Parigi? Mancano ancora tanti anni, adesso voglio gioire di questa medaglia, tornando a casa penseremo al futuro. Prima non avevo realizzato bene, raggiunta la semifinale pensi alla finale, non ho gioito davvero tanto, adesso voglio realizzare di aver vinto questa medaglia che rappresenta troppo, tantissimo. Dedica? A tutti quelli che mi sono stati vicini, al mio maestro che sa davvero cosa abbiamo passato”.