“I dati dell’Istat presentati alla Camera delineano un quadro preoccupante per l’occupazione nel nostro Paese. I 6,8 milioni di lavoratori coinvolti nella Cig nel 2020 e i 753 mila posti di lavoro persi da inizio pandemia sono la fotografia del drammatico impatto sociale della crisi sanitaria. Un calo che ha riguardato soprattutto i lavoratori dipendenti a termine e gli indipendenti, a cui si aggiunge anche il drastico rallentamento delle nuove assunzioni. Il crollo dei consumi più alto dal dopoguerra ad oggi, pari al -10,9% a famiglia, ha inciso in maniera significativa sul tessuto economico fatto di piccole e medie imprese, in particolare quelle attive nel comparto dei servizi. Se non si interviene con uno ‘shock’ economico senza precedenti corriamo il rischio di perdere interi settori dell’economia nazionale. In tal senso è cruciale che i fondi del Recovery Plan vengano sbloccati e impiegati quanto prima a sostegno di politiche industriali e occupazionali a medio e lungo termine. Urgono investimenti infrastrutturali che consentano di realizzare quelle opere necessarie a garantire lo sviluppo del Paese e a favorire la creazione di nuovi posti di lavoro, a cominciare dal Mezzogiorno.”
Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito ai dati dell’Istat sulle diseguaglianze prodotte dalla pandemia.
Frasi sentite mille volte da quasi 50 anni. Un tempo la programmazione la facevano Confindustria e Fiat. Lo Stato approvava. Inutile dire che lo Stato deve fare ecc. ecc. Lo Stato da noi è incapace, corrotto, infeudato alla politica deteriore, spesso ladro e strozzino. Inutile dire che lo Stato è come noi. Dovrebbe essere meglio, ma finora non lo è, anzi, rappresenta il peggio della società. E come imprenditore è il nulla, fa solo danni.