Oaks ha dato alle stampe «Il potere cristiano», volume – presentato da Fabrizio Grasso – dove è riportato il pensiero di Francesco Maria de la Salud Donoso Cortés, intellettuale spagnolo dell’Ottocento. Il messaggio di Donoso si rivela alquanto profetico, specie in una fase drammaticamente planetaria come la presente dove, dal Creatore al creato, tutto viene messo in discussione dall’oscurantismo globalista. Di famiglia aristocratica, Donoso, avvocato, giornalista e docente universitario, fin da giovanissimo evidenzia notevoli qualità intellettuali da divenire insigne politico, brillante diplomatico, consigliere di vari governanti. Con Papa Pio IX collabora alla stesura del Sillabo. Nella prima fase della sua intensa ma breve esistenza (muore nel 1853, a soli 43 anni) sposa l’ideale liberale figlio della Rivoluzione francese.
Accade, però, che verso la metà dell’Ottocento, in una Europa inquieta e pervasa dai moti rivoluzionari, Donoso assume un atteggiamento controrivoluzionario tale da fargli mettere in discussione l’idea liberale. Folgorato dal Cattolicesimo, vede nella Chiesa un argine al modernismo rappresentato dalla «superba ignoranza» del Liberalismo e dalla teologia «satanica socialista».Donoso ammette, però, che la scuola socialista è meglio organizzata della scuola liberale vista l’inclinazione di quest’ultima a forgiare il «liberale che lotta per rimanere tranquillo sull’alto promontorio che si è innalzato», incurante dei mari che lo circondano e che potrebbero sommergerlo. In nome delle Sacre Scritture ammonisce la società che sfida Dio a non perseverare nella prassi nel delitto e dell’apostasia in quanto, atroci saranno le conseguenze. Rammenta in proposito la punitiva «inondazione di acque che tutto trascinò in un universale disastro e in una comune rovina». Per quanto Donoso sia scomparso a metà dell’Ottocento, le sue analisi si sono rivelate fondate. Basti pensare alle comuni battaglie portate avanti da Liberalismo, Socialismo e Comunismo con le masse convinte che, specie le ultime due ideologie avrebbero potuto dare risposte e soluzioni in termini di giustizia sociale; speranze andate deluse. E così nel Secondo Conflitto Mondiale osserviamo il liberal-conservatore Churchill alleato al comunista Stalin non solo per fermare il pericoloso Hitler, ma per dare linfa a quanto generato dalla Rivoluzione francese.
Al termine del conflitto, lo stalinismo comunista prenderà corpo in mezza Europa eclissando proprio la potenza imperiale britannica. Tale aspetto conferma quanto asserito da Donoso il 30 gennaio 1850: «L’Inghilterra, monarchica e conservatrice, può impedire la dissoluzione della società europea ma fino a un certo tempo: perché l’Inghilterra non è abbastanza potente, non è abbastanza forte per distruggere, come necessario, la forza dissolvente delle dottrine propagate nel mondo». Solo un Inghilterra monarchica e conservatrice ma «cattolica» sarebbe in grado di fronteggiare il Socialismo e la rivoluzione; solo il Cattolicesimo «Sapienza e umiltà» può opporsi al Socialismo «Orgoglio e barbarie».
Rimaniamo agli eventi che hanno costellato il recente passato. Che dire della Cuba comunista di Fidel tollerata dalla America liberal, conservatrice o progressista che sia? Come non ricordare il famoso “ping-pong” fra il comunista cinese Mao ed il liberal conservatore americano Nixon? Con il primo che deluderà milioni di maoisti sparsi nel mondo – Italia compresa – ed il secondo che sacrificherà l’alleato anticomunista Taiwan. Il tutto per la “pace”? Per la “coesistenza pacifica”? Sì, certo…ma non dimentichiamo l’essenza di tale connubio: Liberalismo e Socialismo, due idee, due dottrine non contrapposte, ma speculari; due ideologie consorelle con qualche rara punta di conflittualità come accade all’interno di ogni famiglia! Pensiamo alle due Repubbliche Socialiste, quella sovietica e quella cinese, che per estensione e potenza avrebbero potuto mobilitare e conquistare centinaia di milioni di lavoratori di tutto il mondo in contrapposizione al liberismo anglo americano: sono state capaci di farsi solo guerra, seppur politico-diplomatica, rinunciando alla causa del proletariato. Non a caso, la Cina altro non è che l’eden della naturale coabitazione liberalcapital-comunista. Riflettiamo sui rivoltosi Sessantottini di casa nostra, un tempo pronti a cambiare l’Italia ed il mondo, oggi coerenti e convinti ultrà liberisti fedelissimi al verbo globalizzatore. Ma perché, dunque, il Socialismo – ivi compreso il suo derivato comunista – ha illuso e deluso le masse di popoli credenti nel “sol dell’avvenire”? La risposta ce la fornisce proprio Donoso: «Tutte le scuole socialiste sono, dal punto di vista filosofico, razionalistiche, da quello politico, repubblicane, da quello religioso, atee. Per quello che hanno di razionalistico somigliano alla scuola liberale…». Ecco la chiave di lettura per capire, per analizzare la genesi dell’alleanza Liberalismo-Socialismo/Comunismo.
Per quanto dalla morte di Donoso siano trascorsi circa 170 anni, il suo messaggio appare profeticamente attuale specie in un’epoca come l’attuale dove, in sfregio e spregio alla vita, il villaggio globale desertificato continua a sfidare Dio, quel Dio sempre presente e vicino. Nel contesto attuale pandemico è d’obbligo chiedersi: se la vita umana fosse stata tutelata e rispettata, l’approccio a sfidare e combattere il terribile virus sarebbe stato differente? Probabilmente sì. Risuonano e non da oggi gli ammonimenti di quei Pastori della Chiesa i cui messaggi si riverberano nel tempo. Ha avuto modo di affermare nel 1981 Papa Giovanni Paolo II: «Dall’Europa si sono diffuse in tutto il mondo ideologie che ora in molti punti della terra producono effetti disastrosi agendo come una malattia importata.” Risultando essenziale il confinamento nel rifugio della speranza che è la Preghiera, Donoso invita a confidare nella Chiesa dove «tutto è spirituale, soprannaturale e miracoloso». Quella Chiesa «feconda di grandi cittadini, che sanno vivere da santi e morire da martiri».
*Il potere cristiano, di Juan Donoso Cortés, Oaks Editrice, 23.70 euro