Nel librerie c’è da qualche mese un romanzo corrosivo. Il nuovo “Campo dei Santi” (Il Cavallo alato) di Jean Raspail. Lo ha scritto un autore anglosassone, Lawrence Osborne: si intitola “L’estate dei fantasmi”, edito da Adelphi.
Romanziere con la predilezione per i viaggi e i reportage, Osborne rompe il velo di Maya del conformismo e mostra in pieno la decadenza morale della gioventù globalizzata, che antepone i buoni sentimenti del pensiero unico anche ai legami familiari o originari.
Il racconto è un approfondimento delle dinamiche profonde che muovono la società moderna, tra ansia di successo, lusso effimero, tensione per un immigrazionismo chic e completa perdita di ogni percezione delle radici europee: le protagoniste sono due ragazze sradicate e senza centro di gravità, che si muovono in un’isola greca dove l’otium è stravolto per assuefarsi a buoni sentimenti conformisti, che porteranno a far precipitare gli avvenimenti.
Non spoileriamo la trama, ma “L’estate dei fantasmi” è il libro che dovrebbero portare in parlamento i rappresentanti del popolo che lottano per la difesa della identità. Perché l’obnubilamento della consapevolezza del valore delle tradizioni porta ad un tragico epilogo. Proprio come quello che chiude la storia raccontata da Osborne. Qualcosa di simile al tramonto dell’anima europea.