La prima di Coefore Eumenidi di Eschilo per la regia di Davide Livermore aprirà la stagione ritrovata delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa. Si torna, come sottolinea Marina Valensise, amministratore delegato dell’Istituto del Dramma Antico, con una tragedia che ha il senso della celebrazione della rinascita. Coefore Eumenidi, coprodotta con il Teatro Nazionale di Genova diretto da Livermore, fu rappresentata cento anni fa dopo la Grande Guerra e la pandemia di Spagnola. Come allora, il ritorno al teatro, con una capienza seppur ridotta – 3mila posti- vuol dire illuminare di un nuovo sole la scena e l’anima. Perché il teatro traffica felicemente con gli animi. Non a caso è stato scelto un manifesto squillante di giallo, da un dipinto “Il camice del pittore” di Hermann Nitsch, esponente dell’Azionismo viennese e cultore di Klimt, simbolo della memoria del dolore e della aurora della luce.
Le novità della prossima stagione sono molte. Marina Valensise ha spiegato come si sia deciso di fare una stagione doppia incorporando la programmazione dei due anni 2021 e 2022 in un cartellone che prevede l’Orestea in due anni: quest’anno Coefore Eumenidi e il prossimo anno l’intera trilogia di Eschilo (Agamennone, Coefore e Eumenidi). La stagione 2021, la 56sima, prevede Baccanti di Euripide con la regia di Carlus Padrissa della Fura dels Baus e Nuvole di Aristofane con il ritorno a Siracusa del regista Antonio Calenda.
La 57sima stagione sarà dedicata solo alle tragedie riprendendo una programmazione che aveva interrotto la rappresentazione di commedie, stabili dal 2001. Il prossimo anno Jacopo Gassmann dirigerà Ifigenia in Tauride di Euripide e Robert Carsen sarà il regista di Edipo re di Sofocle. Ed è già questa la novità: rivedere i tre tragici, dopo un biennio euripideo.
La parola chiave di quest’anno è avanguardia. A Davide Livermore che afferma “La tragedia è il luogo perfetto per l’avanguardia” e che farà uno spettacolo il più filologico possibile con l’ausilio del digitale (c’è da aspettarsi un altro magnifico gioco sonoro come in Elena nel 2019, se il regista ricorda la Camerata dei Bardi e la nascita dell’opera lirica), fa eco Antonio Calenda che definisce Aristofane “un ossimoro vivente” tra conservazione e innovazione e vede nella commedia che sta allestendo “una fantasmagoria” surreale in cui la rottura della quarta parete anticipa il teatro di Brecht e Dario Fo. Avanguardia, sperimentazione e fantasia sono il pane della Fura dels Baus, la compagnia catalana nata da performance in strada e diventata una delle espressioni più interessanti del teatro contemporaneo. Antonio Calbi, sovrintendente INDA, anticipa che Baccanti di Padrissa sarà un sabba dionisiaco centrato sulla fisicità e sul coinvolgimento del pubblico. Carlus Padrissa, che coinvolgerà quarantasette allievi dell’Accademia del Dramma Antico, annuncia attori come tanti semidei alla Prometeo e la centralità delle donne (Dioniso sarà interpretato da un’attrice).
Ricchissimo il cast degli spettacoli. Tra gli altri Laura Marinoni, Lucia Lavia, Stefano Santospago, Giancarlo Judica Cordiglia, Sax Nicosia, Maria Grazia Solano, Antonello Fassari, Linda Gennari, Galatea Ranzi, Ivan Graziano.
Sperimentazione va di passo con la traduzione dei testi. Per Coefore Eumenidi la traduzione sarà di Walter Lapini, Guido Paduano tradurrà Baccanti e Nicola Cadoni sarà il traduttore di Nuvole, una traduzione che Calenda definisce “comica e colma di pensiero”.
Alla conferenza stampa è intervenuto anche il ministro Dario Franceschini. Sulla scia dell’entusiasmo verso la cultura che la ripartenza sta dimostrando, il ministro plaude alla novità della programmazione per il biennio, alla scelta dei registi e si augura un ampliamento del circuito dei teatri di pietra, patrimonio importante per il nostro Paese anche in collaborazione con i teatri della Grecia.
Mentre Jacopo Gassmann pensa per il 2022 a un’Ifigenia rocambolesca e metamitologica e Robert Carsen a una messinscena molto intensa, al Teatro Greco iniziano le prove e il botteghino già registra un boom di presenze.
In attesa che si alzi il sipario naturale del Teatro Greco più bello del mondo…