A coloro che dubitano che “Grande Sostituzione” sia la verità nascosta del nostro tempo, il Ministero della Censura, in questo caso la piattaforma YouTube, lo ha appena ricordato, rimuovendo il video dell’intervista che Renaud Camus ha fatto a Bercoff nel suo show (Sud Radio) in occasione della pubblicazione de “Grand Remplacement” (la “Grande Sostituzione”) da parte della casa editrice Nouvelle Librairie.
Nessun ayatollah ha emesso una fatwa contro Renaud Camus. La censura in Occidente non procede più in questo modo, è più subdola, più insidiosa, più efficace. Abbiamo affidato il lavoro agli avvocati, alle parti civili e ora ai social network e ad altri operatori Internet, tra cui YouTube. I primi eseguono le redazioni, i secondi le portano in tribunale, i terzi le rendono invisibili. La prova è in La grande sostituzione. È bastato che la Nouvelle Librairie lo pubblicasse e lo rendesse accessibile al grande pubblico per scatenare i censori.
C’è una cospirazione del silenzio intorno a questo libro, una cospirazione di invisibilizzazione. Coprire questa Grande Sostituzione che non possiamo vedere, sentire o ammettere; porta a pensieri colpevoli. Questo è un libro abbandonato e sepolto. È permesso citarlo solo come una teoria della cospirazione e un odioso breviario per i pazzi assassini di Utøya e Christchurch. Questa è quella che io chiamo la legge delle tre “D”: D di déni (negazione), D di délit (crimine), D di délir (illusione, delirio): la realtà non esiste; la realtà è giudicabile; la realtà è sostituibile (non c’è via d’uscita).
Come possiamo ribellarci?
Qual è la lezione che si può trarre da tutto ciò? Ebbene, che in ultima analisi, è il reale che è stato rimpiazzato. Il Grande Inquisitore, come nella brillante parabola di Dostoevskij, fa in modo che gli uomini, colpiti dallo stordimento, non escano dalla grotta. Noi, che cerchiamo la luce, non possiamo accontentarci di essa. Sta a noi rifiutare questo destino – rifiutando di partecipare personalmente alla menzogna, secondo le parole di un altro grande russo, Alexander Solzhenitsyn. La chiave della nostra liberazione è lì, ha detto, con lettere maiuscole.
LA CHIAVE DELLA NOSTRA LIBERAZIONE È “IL RIFIUTO DI PARTECIPARE PERSONALMENTE ALLA MENZOGNA! Che importa se la menzogna copre tutto, se diventa padrona di tutto, ma cerchiamo di essere intrattabili almeno su questo punto: che non lo diventi PER ME!” In questo modo si apre una breccia “nel cerchio immaginario della nostra inazione”.
*Da Révue Eléments 8 maggio 2021. Traduzione di Antonisa Pistilli