“…Nessuno dei due era un motociclista e si vedeva. La mattina della partenza, ci presentammo entrambi all’appuntamento vestiti come se dovessimo andare ad Ostia, a fare il bagno e non ad affrontare un viaggio di 550km. Fabio indossava dei jeans tagliati al ginocchio, una camicia hawaiana o qualcosa di simile e ai piedi un paio di zoccoli. Io mi presentai con dei pantaloni verdi militari è una camicia azzurra, capì che avevo comprato al mercato americano dell’usato di Latina. Ai piedi calzavo un paio di Clarks beige senza calzini. Tutti e due eravamo rigorosamente senza casco e senza occhiali da sole, indispensabili per quel tipo di viaggio”.
Così Francesco Bianco descrive l’inizio del viaggio verso Venezia, per accompagnare Fabio Valencic dal suo avvocato.
Generosità fino alle estreme conseguenze. Questo è Francesco Bianco l’autore di questo libro, “La storia sbagliata, ricordi di un giovane spontaneista armato” (Edizioni della Casanza), uscito da un mese.
La prefazione di Pino Cerboni, giornalista “differente” e la quarta di copertina di Marcello Pasquale, altro giovane degli anni settanta, garantiscono la serietà della pubblicazione assolutamente non banale.
Uno spaccato vero di un duro periodo, gli anni settanta, raccontato da un giovanissimo che lo ha attraversato tutto di un fiato. Bianco, ti ci accompagna piano piano, senza infingimenti…riesce a calarti dentro, a fartelo vivere davvero. Ironico, divertente e allo stesso tempo terribile. Posso dire finalmente qualcuno che non mente mai. Quel periodo, a tutti i livelli, è stato formativo per chi a vario modo lo ha vissuto. Non si fanno e danno valutazioni. Ma il sentimento profondo della solidarietà e del cameratismo, è non solo rappresentato, ma leggendo queste righe te lo sentì addosso sulla pelle. In un dibattito sul campo sterrato di Montesarchio al Primo Campo Hobbit nel giugno 1977, mi autodefinii “un operaio del movimento”, discutendo animatamente con quelli che erano già “la crema del movimento”. Poi gli eventi ci hanno dimostrato che senza quegli operai, non ci sarebbe stato un futuro per i nostri ideali di riferimento. I tanti, tantissimi che si sono sacrifici a vario titolo, in vario modo, hanno tenuto botta, per i tanti fortunati che ne hanno goduto. A volte anche immeritatamente.
Ecco Francesco Bianco, è riuscito oggi nell’impresa di rendere onore ai tanti operai di questo incredibile, strano, mondo che amo più di me stesso, nonostante tutto e tutti. Va letto. È sorprendente. Vi farà star bene. Chiusura dispaccio.
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