Il festival di Sanremo è terminato da ormai un mese e in queste settimane come ogni anno, spenta la rassegna di cambi d’abito, commenti sui monologhi, sui cachet e sulle esibizioni, ci si focalizza su ciò che resta, le canzoni. Cosa resta, dunque? Quelle che canti sotto la doccia, quelle che diventano un tormentone, quelle che non skippi quando passano alla radio, quelle che “ma chi lo conosceva a quello prima di Sanremo”…
Mai come questa edizione però è stata piena di proposte e artisti che al grande pubblico, al pubblico della poltrona e del divano, al pubblico di Ballando con le stelle, al pubblico della melodia ad ogni costo, erano praticamente sconosciuti. Senza dubbio il tentativo della produzione sanremese 2021 è stata quella di svecchiare, di fotografare davvero la realtà musicale italiana attuale. E quindi mai come quest’anno ci siamo sentiti chiedere chi fosse quell’artista o quel gruppo. E poco importa se Orietta Berti continua a cantare sempre la stessa cosa o se Renga continui a sprecare il meraviglioso talento della sua voce con delle canzoni oggettivamente brutte
Ed anche chi frequenta circuiti musicali un po’ meno mainstream o, come si dice adesso, di nicchia è piacevolmente stupito di poter vedere in prima serata (oddio anche seconda o terza, o talvolta prima mattina) artisti che aveva visto suonare anni prima davanti a 15 persone sul palco di un lido al mare. Vuol dire che aldilà delle logiche discografiche e del numero di visualizzazioni online o streaming sulle piattaforme la qualità forse forse inizia a pagare.
E la prova finale di questa visione è arrivata quando nella chart settimanale di Billboard delle canzoni più ascoltate e vendute digitalmente al mondo nella settimana ultima di marzo sono comparse ben quattro pezzi italiani ascoltati a Sanremo. E stiamo parlando di Billboard, la più prestigiosa rivista musicale statunitense che ha pubblicato un articolo per sottolineare e mettere in risalto l’evento e per specificare che tali canzoni erano cantate tutte in italiano.
I brani in questione sono Chiamami per nome di Francesca Michielin e Fedez (100° con oltre 11,4 milioni di stream e 3300 download), Zitti e buoni dei Måneskin (106° con 11,1 milioni di stream e 3500 download), Musica leggerissima di Colapesce e Dimartino (120° con 9,3 milioni di stream e 4800 download), Voce di Madame (146 con 8,8 milioni di stream e 1500 download).
Come è possibile che Billboard dia risalto a artisti che in Italia conosce una minoranza cosi piccola di persone? Quanti conoscevano La Rappresentante di Lista prima di Sanremo? Quanti conoscevano le carriere in singolo o in coppia di Antonio Di Martino e Lorenzo Urciullo (Colapesce)? Chi aveva mai sentito un pezzo di Willie Peyote?
Insomma a noi, amanti della musica, che alle vendite non siamo interessati, questo festival è stato come una giornata di maestrale nella calura estiva di agosto: ha pulito il mare e rinfrescato l’aria. Questa musica esiste e per fortuna quest’anno se ne è accorta anche la casalinga di Voghera.
Ecco una playlist finale
- COLAPESCE E DIMARTINO – ROSA E OLINDO
Dopo una decennale carriera solista i due cantautori siciliani pubblicano un disco quattro mani fondendo l’attitudine più classica di Antonio Dimartino con la tendenza più elettropop di Colapesce. Il primo singolo è un brano sull’amore a prescindere, sull’amore che – provocatoriamente – va al di là di ogni barriera, anche quella fisica del carcere
- LA RAPPRESENTANTE DI LISTA – NON SOSTARE (SENZA DI TE)
Dario e Veronica hanno a lungo girato per l’Europa per piazze e teatri e nel 2014 pubblicano il loro variopinto primo album di inediti. Un disco insolito e fuori dagli schemi (queer secondo una definizione che piace a loro) in cui il talento vocale di Veronica si sposa con i giochi polistrumentali di Dario facendo battere il piede a tempo anche al più scettico di voi.
- WILLIE PEYOTE – MAI DIRE MAI (LA LOCURA)
Willie Peyote fa parte di quella categoria di rapper italiani che scrive bene, una penna tagliente e pungente, che non parla di soldi, di ricchezza facile, di donne sottomesse. E’ una categoria che non ha denti d’oro, non veste in maniera pacchiana, non usa l’autotune. Sono rapper i cui testi sono piacevoli da leggere, interessanti e stimolanti nelle loro rime e barre su tappeti funky, jazz, disco. Il pezzo sanremese, con tanto di riferimento alla serie TV culto Boris, spazza tutti i luoghi comuni del pop (“non ho capito in che modo twerkare vuol dire lottare contro il patriarcato) e del rap (Ora che sanno che questo è il trend, tutti ‘sti rapper c’hanno la band Anche quando parlano, l’autotune, tutti in costume come gli X-Men)
- TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI – LA MIA VITA SENZA TE
Davide Toffolo è quello strano tizio con la maschera da teschio che ha partecipato a Sanremo 2021 assieme agli Extraliscio. Ebbene, Toffolo oltre ad essere uno dei più conosciuti e apprezzati fumettisti italiani è anche il leader di un gruppo i Tre allegri ragazzi morti che da oltre vent’anni illumina la scena indie rock italiana. Non danno immagine di sé ma si nascondono dietro evocative maschere da teschio oramai divenute simbolo/feticcio della band stessa.
- COMA_COSE – FIAMME NEGLI OCCHI
I Coma_Cose approdano a Sanremo forti di un disco, Hype Aura, del 2017, acclamato dalla critica e dal pubblico per l’eterogeneità degli stili musicali esplorati: dal pop al rap d’autore, passando per il cantautorato e per il funky. Insomma un grande talento esplorativo che al festival di Sanremo ha prodotto una canzone amata davvero da tutti
*Nella vita Aldo Cantarutti è un medico in prima linea, su Barbadillo si dedicherà alla passione per musica e note