Dopo tre settimane di pausa, tornano a rombare i motori della Formula 1, sulla confermatissima pista di Imola, atto secondo di una stagione che si è preannunciata come molto intensa ed incerta.
Le prove libere
È Bottas il migliore in entrambe le sessioni di libere del venerdì, primeggiando nelle FP1 in 1’16”564 e nelle FP2 con 1’15”551; a Verstappen vanno le libere di sabato mattina, in 1’14”958.
Da segnalare, nelle seconde libere di venerdì, brividi per Leclerc, a causa di un incidente in uscita dalla Rivazza, mentre lo stesso Verstappen aveva concluso anzi tempo le prove per un problema alla trasmissione.
Le qualifiche
Eccezion fatta per l’uscita contro le barriere di inizio Q1 (alla Variante Alta) occorsa a Tsunoda, le prime manches si svolgono abbastanza regolarmente (sebbene la temperatura dell’aria misuri soltanto 12 C°, con 27 C° sull’asfalto): primo Bottas in Q1 (1’14”672) e Q2 primeggiata da Perez (con le Soft) in 1’14”716; male Vettel e Alonso (13° e 15°), come anche Sainz, che resta escluso dalle prime cinque file per appena 61 millesimi.
La Q3 è invece tiratissima: Hamilton si prende una grande pole position in 1’14”411, qualificando la propria F1 W12 davanti a Perez e a Verstappen; peccato per Norris, il cui ultimo tentativo lo avrebbe posto in terza piazza, salvo poi il giro venire annullato per aver oltrepassato i limiti del tracciato.
Per l’inglese arriva così una settima posizione, alle spalle del compagno Ricciardo.
Molto bene anche Leclerc, gioia per i fotografi presenti, che sembra letteralmente volare ogni volta che aggredisce i cordoli, spingendo la propria Ferrari in quarta posizione, con Gasly quinto.
La gara
Domenica mattina, il cielo dell’Emilia Romagna comincia a riversare acqua sulla pista: tutti i piloti, tranne Mazepin e Gasly che partono col tassello da bagnato estremo, optano per le intermedie.
Allo spegnimento delle luci, Verstappen è cattivissimo, passa subito Perez e attacca decisamente Hamilton: i due arrivano affiancati al Tamburello, con l’olandese che passa, costringendo Hamilton a tagliare sul cordolo e a danneggiare la bandella sinistra dell’ala anteriore; sugli scudi anche Leclerc (protagonista di un testacoda senza conseguenze alle Acque Minerali durante il giro di formazione), che approfitta di un errore di Perez alla Variante Alta per salire in terza pozione.
Poco dopo, nelle retrovie, l’incidente di Latifi costringe la Direzione a neutralizzare la gara già al termine della prima tornata, situazione che perdura fino al giro sette, quando alla ripartenza, s’infiamma la battaglia alle spalle dei primi: non si contano i sorpassi e i controsorpassi, complice una pista che va progressivamente asciugandosi e le intermedie che inesorabilmente si consumano; e infatti, dopo aver visto il rendimento di gara di Vettel (che aveva già “pittato” per le “slick”), Verstappen si ferma per le gomme d’asciutto al 27° giro, optando per le medie, imitato da Hamilton nel giro successivo (il pilota Mercedes paga però lo scotto di un problema sull’anteriore destra, effettuando una fermata di 4”, contro i 2”.2 di Verstappen).
Dopo le rispettive fermate, riprende il duello in testa, a suon di giri velocissimi, districandosi i due tra i doppiati, fino al grande colpo di scena: è il giro 31 quando Hamilton, proprio nel tentativo di doppiare Russell, senza perdere troppo tempo su Verstappen, arriva lungo alla Tosa, scivola sull’umido fuori traiettoria e danneggia la propria vettura contro le barriere; buon per lui, che riesca a inserire la retromarcia e a ripartire, per poi cambiare il musetto ai box.
L’inglese però non fa in tempo a riavviarsi, che sulla corsa cala la scure della bandiera rossa, complice uno spaventoso incidente che coinvolge Russell e Bottas nell’allungo verso il Tamburello: l’inglese della Williams sente tantissimo la scia del finlandese e si sposta a destra per effettuare il sorpasso, soltanto che nel compiere la manovra, pizzica leggermente con le ruote di destra l’erba, ancora bagnata, perdendo la vettura e colpendo la Mercedes nella fiancata; entrambe le vetture si schiantano contro le barriere, cospargendo la pista di detriti: è necessario sospendere il Gran Premio.
Ripulita e risistemata la pista, si procede con la nuova procedura di partenza: Verstappen rischia di perdere la RB16B poco prima di lanciarsi, nel tentativo di scaldare gli pneumatici ma riesce a rimanere in strada.
Alla ripartenza, lanciata, Norris sfrutta immediatamente la mescola più soffice per prendersi la seconda piazza su Leclerc, mentre Hamilton passa Stroll, poi Ricciardo (42° giro) per la quinta posizione; gli ultimi venti giri, mentre Verstappen s’invola, scavando un solco profondissimo tra sé e gli avversari, sono infiammati dalla rimonta perentoria di Hamilton, che in progressione si issa quarto al giro 50, sopravanzando Sainz, per poi andare a caccia di Leclerc per il podio virtuale.
Il podio diventa reale, quando dopo cinque passaggi, il pilota Mercedes esce con una migliore trazione dalla Rivazza, sfrutta la scia della Rossa sul rettilineo e supera il monegasco.
La rincorsa di Hamilton si conclude con il raggiungimento dell’ottimo Norris, che dopo averlo rintuzzato un paio di volte, deve però cedere alla sessantesima tornata.
A questo punto, impossibilitato ormai a vincere, ad Hamilton non resta che cercare il giro più veloce, con relativo punto bonus, compito che riesce grazie all’1’16”702, fatto segnare al giro 60.
La grande vittoria di Verstappen, salutata dalla bandiera a scacchi che conclude 63 giri al cardiopalma, è la degna conclusione di una domenica tiratissima, di una corsa mai scontata, che ripaga l’olandese di quanto aveva perso nel Gran Premio precedente; alle sue spalle, sul podio, detto di Hamilton, si segnala la grande condotta di Lando Norris, che riporta la McLaren sul podio, dopo esser stato costantemente davanti a Ricciardo.
Quarta e quinta la Ferrari di Leclerc e Sainz (molto costante nel suo recupero, al netto di due uscite nei primi giri sotto il diluvio), nell’ordine, Ferrari che evidentemente, oltre a non essere stata aiutata dalla bandiera rossa, ha dovuto anche fare i conti con un propulsore che non è ancora al livello dei migliori; per di più, si deve tener anche conto che si era optato per un assetto più carico, il quale ha pagato con la pioggia ma poi ha costretto gli alfieri del Cavallino a doversi difendere, specialmente sul lungo rettilineo.
Gli altri punti iridati vanno a Ricciardo, Gasly (bravo a recuperare, dopo la scelta sbagliata del muretto di farlo partire con gli pneumatici da bagnato estremo), Stroll (settimo all’arrivo ma penalizzato di cinque secondi sul tempo di gara, per aver tratto un vantaggio da un’uscita di pista durante una manovra di sorpasso ai danni proprio di Pierre Gasly), Ocon e Alonso (ai primi punti per loro e per l’Alpine).
Kimi Raikkonen, nono al traguardo, è stato invece penalizzato di 30” per non aver rispettato la procedura di partenza lanciata, dietro la Safety Car (insomma, il secondo via), a seguito di un’escursione in una via di fuga, classificandosi così tredicesimo, alle spalle di Tsunoda e Perez, soltanto undicesimo a causa di diversi errori.
Prossimo appuntamento, tra quattordici giorni, sulla pista di Portimao, in Portogallo.
Già, ma la Ferrari quarta squadra del Mondiale proprio non mi va giù… A volte viene superata come se posse un paracarro…