Ken Loach alza la voce contro la gig-economy. O meglio, a quel sistema economico che il regista restituisce alla sua giusta dimensione definendola “economia dei lavoretti” che ha raccontato nel suo ultimo film, “Sorry we missed you”.
Una situazione contro la quale, almeno nel mondo anglosassone, qualcuno sta iniziando ad alzare la voce per uscire dalla retorica che per decenni ha letteralmente colonizzato, impoverendolo, il mondo del lavoro trasformando la vita dei cittadini in un’eterna rincorsa a sbarcare (male e poco) il lunario.
Intervistato da La Stampa, Ken Loach ha spiegato:
”Non conosco bene la situazione italiana, ma credo che anche lì si sia raggiunto il punto di rottura. I lavoratori finalmente stanno dicendo che queste sono condizioni di lavoro intollerabili. Qui alcuni dei nuovi sindacati, come Iwgb, hanno organizzato i driver e gli hanno dato la fiducia per protestare”.
Dunque ha aggiunto:
“L’economia dei lavoretti si trova in una situazione dinamica Di fronte ai lavoratori che dicono questo è inaccettabile, ci sono le pressioni delle grandi compagnie private che premono sempre per tagliare i costi, per avvantaggiarsi rispetto ai concorrenti. Quindi troveranno il modo di sfruttare i lavoratori in un altro modo, Forse i driver stanno vincendo una battaglia, ma la guerra è ancora persa”.
Secondo Loach, non c’è scampo: con la “scusa” del there is no alternative che ha avviato decenni di liberismo sfrenato, siamo tornati al cottimo e al caporalato:
”La Thatcher ha aperto una strada, gli altri l’hanno seguita. Ci sono due punti. Da una parte c’è la natura del sistema economico basato su aziende private che si fanno concorrenza su qualità e prezzi, che abbassi abbattendo di continuo il costo del lavoro, come ha fatto Amazon. Dall’altro i sindacati hanno smesso di rappresentare i diritti dei lavoratori, il sistema basato sul business e sul profitto. Così siamo arrivati a questo punto, ai ‘lavoratori poveri’, tutti i lavoratori della Gig Economy in senso lato. La flessibilità è stata un vantaggio per i datori di lavoro, per le grandi società, ma un disastro per i lavoratori. Significa precariato. Come puoi pianificare la vita? Come puoi comprare una casa se non c’è niente di sicuro? Gli operai sono stati ridotti a lavoratori a tempo, e quindi vulnerabili e quindi ricattabili, perché non c’è più la forza del contratto collettivo, quindi non c’è più niente di garantito”.
Sulla tecnologia e la sua “invadenza” nella vita delle persone, Loach ha spiegato:
“La tecnologia in sé è neutra ma le aziende si sono comprate i brevetti e quindi sono diventate le proprietarie della conoscenza. Nel momento in cui la conoscenza è diventata una merce, può essere comprata e venduta. Ed è quello che hanno fatto i datori di lavoro. Pensi a cosa è successo nei giornali con l’arrivo dei computer: i tipografi sono stati licenziati ei giornalisti fanno il doppio lavoro, male. Lo stesso nel cinema: prima c’erano fonici, assistenti, eccetera. Ora una persona fa tutto e i film fanno schifo, perché si pensa a risparmiare”.
Ken Loach ne ha anche per la politica. E non tira la gamba indietro nel criticare lo schieramento progressista nel mondo occidentale:
”La sinistra ha fallito qui in Uk, in Italia e ovunque in Europa. Perché nella cosiddetta Sinistra comandano i socialdemocratici e la loro politica è basata sugli interessi del business. Blair, Hollande e tutta quella genia ha tradito gli interessi dei lavoratori, non perché sono delle cattive persone, per carità, ma perché pensano che il business deve fare soldi, perché con i profitti si pagano le tasse. L’idea socialista invece non aveva questo problema, perché lo Stato era proprietario delle industrie e dei servizi. Questo secondo me è il motivo per cui la sinistra è fallita e la destra e l’estrema destra avanzano. Lo so che è un termine fuori moda, ma la sinistra deve tornare alla lotta di classe. Mettere i diritti dei lavoratori al centro e costruire la società intorno a questo concetto. Case, lavoro, salario sicuro, sanità pubblica, pensioni, welfare. Tutto ciò è stato privatizzato e abbiamo visto i risultati durante la pandemia, quando negli ospedali non c’erano neppure i camici e le mascherine per proteggere gli operatori sanitari. La sinistra deve difendere ciò che il capitalismo non può garantire”.