In passato, la setta era connotata da un gruppo di persone che, aderendo a una scuola di pensiero o a una differente interpretazione della religione cui appartenevano, decidevano di discostarsi dalla visione ortodossa per seguire una propria interpretazione. Soprattutto nel Medioevo, la storia del Cristianesimo fu attraversata da tante sette ereticali. Fenomeno che anche altre religioni hanno conosciuto al proprio interno con l’esito dell’allontanamento dal nucleo centrale, originario, ortodosso.
Più recentemente, l’accezione si è estesa a una realtà supplementare: un gruppo di persone che si organizza intorno a una personalità che ha un certo carisma e la profonda convinzione di possedere la verità, di rappresentare la salvezza spirituale propagando un proselitismo assertivo se non addirittura aggressivo. Così si sono creati grandi gruppi di fanatici che seguono con estrema fedeltà il capo.
E’ lungo l’elenco delle sette cristiane ma anche ebraiche, musulmane e perfino laiche, sette con visioni escatologiche, messianiche e così via. Realtà che finiscono per tradire il messaggio religioso alla radice.
Ma alcune sette e correnti finiscono con il tempo per assumere forza e influenza (si vedano gruppi come Scientology, come quello del reverendo Moon o del guru Bhagwan S. Rajneesh, ecc.) tanto da avere una rilevanza anche politica e possono determinare, in alcune aree, scelte e decisioni che hanno ripercussioni nella vita di intere popolazioni.
Il maggior numero delle sette ha base negli Stati Uniti e, a seconda della propria forza, possono più o meno influire su scelte e decisioni. Alle sette dell’Occidente, la rivista “Eurasia” (numero 2/2021, pagg. 223, euro 18,00; ordini: www.eurasia-rivista.com) ha dedicato un dossario. Il direttore della rivista, Claudio Mutti, apre il fascicolo con un editoriale che affronta criticamente il tema dimostrando in maniera chiara come gli Usa pullulino di sette e come spesso incarnino lo spirito di queste realtà. Proprio la nascita degli Usa coincide con l’affermazione in territorio nordamericano della setta dei puritani, i Padri pellegrini, che nel 1620 sbarcarono nell’attuale Massachusetts convinti di voler vivere secondo i precetti veterotestamentari ritenendo di essere i protagonisti del nuovo Esodo biblico e, quindi, abbandonato il decadente Egitto faraonico (cioè l’Europa) per sbarcare nella Terra promessa. Con analisi, nomi, date e fatti, viene ricostruita la dinamica psicologica e storica che ha portato alla nascita degli Usa, nazione “odiatrice” dell’idolatra Europa, e costruttrice di una nazione che doveva basarsi sui dettami divini. Ciò avvenne fino alla metà del ‘700 quando addirittura sorse un’ondata di millenarismo fanatico in tutta la Nuova Inghilterra, con sette che si ingrossavano con le varie migrazioni provenienti dal vecchio Continente. Un excursus sullo sviluppo delle sette che arriva fino ai nostri giorni illustrando i contatti, a livelli apicali, con lobby, grandi società ma anche con esponenti politici, fino a Bush, Clinton, Trump.
Il fascicolo ha due dossari. Il primo è quello sulle sette dell’Occidente e affronta i casi di Falun Gong, Qanon, Fethullah Gülen, il “sionismo” cristiano e l’islam politico. L’altro dossario affronta la continuità geopolitica Usa fra Trump e Biden. Emerge come gli scontri fra repubblicani e democratici siano scontri di potere fini a se stessi, non per affermare una politica differente.
Un settore di documenti, inoltre, è dedicato a estratti di Dante Alighieri sul concetto di Idea imperiale. Chiudono la rivista le consuete rubriche di recensioni e articoli di Geostrategia.