Da qualche anno alcune case editrici dell’area non conforme inseriscono nella propria produzione libri su momenti storici dell’antica Roma o della fine dell’epoca romana e la conseguente nascita del Medioevo quasi a voler scandagliare cause, dinamiche, talvolta collegamenti con situazioni che nel mondo d’oggi si ripropongono, anche se in maniera differente. Un modo per analizzare e capire la storia nei periodi della decadenza.
Franz Altheim (1898-1976), storico tedesco delle religioni, dell’arte e filologo classico, docente all’Università di Francoforte nel 1928, dove aveva avuto come docente di Etnologia Leo Frobenius e lo storico delle religioni Walter Friedrich Otto è l’autore del libro di recente edito dall’Arco e la Corte Il volto della sera e del mattino. Dall’antichità al Medioevo.
Altheim divenne professore associato all’Università di Halle, dove nel 1943 ottenne la cattedra e aderì alla Deutsches Ahnenerbe, la società scientifica fondata da Heinrich Himmler per compiere ricerche di carattere storico e antropologico sui popoli indoeuropei. Grazie alle borse di studio potè approfondire sul campo storia e archeologia dei popoli indoeuropei compiendo ricerche e analisi anche in Italia. In seguito compì spedizioni archeologiche nei Balcani e in Medio Oriente. Di rilievo i suoi studi sulla Val Camonica che dimostrarono la vicinanza fra le incisioni rupestri e le rune nordiche.
Al termine della seconda guerra mondiale, proprio per la sua appartenenza alla Deutsches Ahnenerbe fu arrestato ma dopo poco fu rilasciato e mantenne la cattedra universitaria nell’Ateneo di Berlino, nella zona Est della Germania, occupata dai sovietici. Ben presto fuggì dalla Germania comunista e passò a Berlino Ovest dove continuò l’insegnamento nella Libera Università di Berlino. Nel dopoguerra si occupò dei legami tra la civiltà greco-romana e i mondi arabo e persiano e dei collegamenti fra le civiltà italiche e il mondo scandinavo.
Il volto della sera e del mattino è un libro fondamentale per comprendere la nascita del Medioevo, vi si studiano le modalità del passaggio dall’Antichità al Medioevo, considerato un momento cruciale per l’Europa. Viene quindi analizzato il periodo del terzo secolo dopo Cristo, a cavallo fra l’imperatore Commodo e l’inizio del governo di Diocleziano, epoca d’oro, durante la quale i centri delle grandi civiltà esprimevano alta cultura, l’antichità era ancora viva, ma c’erano anche popoli “barbari”, senza storia né tradizioni, che premevano ai confini dell’Impero già dalla fine del II secolo d.C.. Popoli aggressivi che assaltavano i confini dell’Impero romano con sempre maggiore determinazione. Questa serie di spinte finirono per confluire in un unico, vasto movimento che investì tutto il mondo antico dominato dall’Impero romano mentre dietro, all’orizzonte, si configuravano l’Impero cinese e quello parto-persiano. Cavalieri ed eserciti nomadi delle steppe euroasiatiche sconvolsero vaste regioni, dilagarono nella penisola arabica e travolsero l’Impero. Ci fu un’immigrazione di popoli dall’Oriente senza precedenti: Germani, Arabi, Berberi e Turchi. Franz Altheim descrive bene il “periodo delle invasioni barbariche” e il successivo, quello dei sassanidi. L’impero romano già viveva la decadenza politica e di valori che indebolì molto la sua struttura interna, ma il crollo fu causato anche dalla potente forza d’urto di questa massa di popoli. Nacque un nuovo periodo storico: il Medioevo. Nell’introduzione, Franco Cardini, docente di Storia del Medioevo, di notorietà internazionale, sottolinea le qualità dell’autore e del volume che davvero offre una lettura di insieme delle civiltà europee e della nascita di un periodo storico, appunto il Medioevo, da molti considerato periodo buio ma che così non fu. Basta leggere qualche volume di storia per comprenderlo: non solo dal punto di vista culturale e artistico ma anche per lo sviluppo delle varie civiltà europee. Con la nascita del Medioevo comparvero personaggi storici nuovi.
Le edizioni di Ar hanno pubblicato due volumi, uno su Odoacre (433 – 493 e.v.) e uno su Teoderico (454 – 526 e.v.) degli storici Tommaso Indelli e Paolo Lamma. La figura di Odoacre viene messa a fuoco attraverso un’analisi che tiene conto della più approfondita ricerca, per chiarire il senso della sua opera militare e politica e come uomo di potere, generale che depose (nel 476 e.v.) l’ultimo imperatore romano d’Occidente, Romolo Augustolo, semplicemente un bambino. Il libro cerca di fornire elementi per interpretare alcuni interrogativi non ancora chiariti, un po’ per la carenza di fonti un po’ perché alcuni documenti dell’epoca sono stati interpretati in maniera differente. Di certo Odoacre fu un protagonista dell’età tardoantica. Non si sa con certezza a quale tribù germanica appartenesse: secondo fonti divergenti poteva essere uno sciro, un turcilingio, un erulo, un unno. Forse un goto, come Teoderico, il suo più grande nemico, dal quale venne ucciso. Poteva forse essere definito un barbaro, lui che comandò la rivolta di Eruli, Rugi e Sciri, tribù germaniche contro Roma? Indelli traccia un quadro chiaro per mettere in risalto alcuni aspetti che aiutano a capire l’evoluzione, attraverso la vita e le azioni di Odoacre nell’ambito del V secolo dell’era volgare, della storia italiana ed europea.
Nel 488 il re ostrogoto Teoderico ebbe l’incarico dall’Imperatore romano d’Oriente, Zenone, di invadere l’Italia e deporre Odoacre. Così Teoderico, a capo degli Ostrogoti invase la penisola nel 489 e un anno dopo aveva conquistato l’Italia, costringendo Odoacre a rinchiudersi nella capitale, Ravenna, e si arrese nel 493, dopo un lungo assedio. Teoderico invitò Odoacre a un banchetto per sancire la pace e lo uccise durante la riunione conviviale.
Una figura particolare Teodorico l’Amalo (454-526 era volgare) detto il Grande, re dei Goti, uno fra i maggiori personaggi storici della storia medievale e fra quelli che effettuarono maggiori innovazioni politiche in quell’epoca. Fu il primo capo barbaro, di stirpe nobile, a istituire una dominazione stabile in Italia dopo la fine dell’Impero romano d’Occidente, patrizio d’Italia sottoposto formalmente all’Impero d’Oriente.
Resoconti e leggende si sono tramandati fornendo dati e notizie a volte contrastanti su di lui. La provenienza delle fonti spiega questa differente interpretazione dell’azione politica di Teoderico. Infatti, nelle leggende germaniche viene definito un eroe, un gran capo, un re guerriero, un uomo intorno al quale è sorta tutta una mitologia in merito alle sue decisioni. Invece, nell’ambito della tradizione latina, era definito nemico della Chiesa e della Romanità, assassino di papi e di senatori. Nell’Ottocento si verificò un ritorno di studi e di attenzione nei confronti di questo importante personaggio storico, e la doppia lettura sul suo agire tornò in auge: difensore dei valori germanici e barbaro persecutore di Romani.
Il progetto che tentò di realizzare da re d’Italia fu la coesistenza fra barbari e Romani. Una coesistenza che fallì in quanto la divisione di compiti nella compagine politica era rigidamente definita ma anche perché, storia che si ripete da sempre fra le genti, popoli di origini differenti non possono convivere pacificamente per differenza di mentalità, credo religioso, storia, tradizione, indole, razza. Una situazione che degenerò con i rappresentanti del popolo romano che lanciarono un appello all’Imperatore Giustiniano il quale offrì il proprio appoggio e, dopo una guerra feroce di vent’anni, i Goti furono annientati.
Teoderico era cittadino romano e comprese che doveva emanciparsi dalla mentalità barbarica e farsi accettare dall’Impero d’Oriente. Non era privo di capacità politiche e dopo la battaglia nella quale sconfisse Odoacre fu proclamato re dal suo esercito goto, ottenne l’incoronazione da Costantinopoli nel 498 scegliendo, però, la definizione romana di “Flavius Theodericus rex” e agendo secondo i comportamenti dei re romani.
Lo storico Lamma offre una lettura della politica interna basata su conservatorismo e trasformazione per realizzare un’architettura politica nuova. Ma gli esiti non furono facili fino a contrasti veri e propri con il Senato e con la Chiesa, anticipazione di una crisi profonda.
Franz Altheim, Il volto della sera e del mattino. Dall’Antichità al Medioevo, L’Arco e la Corte edizioni, pagg. 297, euro 18,00 (ordini: ordini@arcoelacorte.it)
Tommaso Indelli, Odoacre, Edizioni di Ar, pagg. 123, euro 15,00 (ordini: info@libreriaar.com)
Paolo Lamma, Teoderico, Edizioni di Ar, pagg. 167, euro, euro 20,00 (ordini: info@libreriaar.com)