Non capisco. Zlatan Ibrahimovic ha 39 anni suonati ma non leggo né ascolto mai considerazioni preoccupate, o peggio sconsolate, intorno alla sua età avanzata e agli inconvenienti che da essa possono derivare. Anzi, dove mi giro sono solo peana – anche meritati, per carità – nei confronti del marcantonio svedese: si leggano, ad esempio, i titoli relativi alla recente vittoria di misura della Svezia contro la Georgia nelle qualificazioni per il prossimo Mondiale. Cristiano Ronaldo di anni ne ha 36 (appena compiuti) ma è un continuo parlare del fatto che è “vecchio”, non ha più la velocità di un tempo, non dribbla gli avversari come una volta, è al canto del cigno e, insomma, è molto rischioso (se non sconsigliabile) investire ancora su di lui.
Non solo: di Ibra si dice che innalza la qualità del Milan, che motiva con la sua sola presenza i propri compagni, che contribuisce in modo decisivo alla crescita tecnica e psicologica dell’intera squadra. Ronaldo è invece bollato ogni due per tre come un accentratore e un individualista, uno che vampirizza chi gioca con lui, un calciatore che condiziona negativamente chi lo allena e determina un calo nel rendimento dei suoi colleghi del reparto offensivo.
Eppure i numeri, che notoriamente sono come i fatti, hanno cioè la testa dura, dicono che ciò che è chiamato a fare – i gol – Ronaldo seguita a farlo magnificamente, avendo segnato 95 reti in 123 partite giocate con la maglia bianconera: una media non proprio malvagia. E alle copiose segnature si aggiungono 16 assist, che per una punta famosa per l’egoismo non sono da buttare via.
L’unica spiegazione che si possa dare a questa disparità di giudizio è che, per i fuoriclasse, vale lo stesso principio in base al quale in Italia si valutano gli episodi arbitrali: in un modo se interessano gli altri club, in un altro se vedono protagonista la Juventus. Niente di nuovo sotto il sole del pallone; il vero dramma è che da tale strabismo sono ormai affetti anche molti tifosi bianconeri, quelli che prima si lamentavano che alla Juve mancasse uno come Ronaldo e che adesso asseriscono che la Juve stenta (anche) a causa di Ronaldo. Tra un #CR7out e l’altro, quel che è sicuro è che a essere out è ormai il loro cervello, forse danneggiato dall’overdose di vittorie dell’ultimo decennio.
CR7 condiziona egoisticamente il gioco della Juve, a caccia di risibili record personali. E grava in modo ormai insopportabile sulle finanze societarie..
Il genio di CR7? Per anni si è scritto e proclamato ‘il genio del Duce!’. Abbiamo visto dove ci ha portato, al ‘foro Mussolini’ ed al Campidaria, prima di farci invadere dalla schiuma degli eserciti stranieri…