Il Consiglio comunale di Pomezia, cittadina di 60mila abitanti dell’Area metropolitana di Roma, con sindaco e Giunta del Movimento 5 Stelle, ha votato, insieme a qualche consigliere di liste civiche (vicine al Pd) contro la proposta dell’opposizione di centrodestra di intitolare un giardino della città a Norma Cossetto. Studentessa universitaria istriana 23enne, nel 1943, dopo l’8 settembre, Norma fu rapita, violentata e lanciata moribonda nella foiba di Villa Surani da partigiani comunisti jugoslavi. Il motivo: era italiana e non voleva unirsi alle bande partigiane titine.
Il sacrificio di una ragazza come tante che si trovò a vivere in un momento così tragico per l’Italia dovrebbe essere ricordato non solo per amore verso i connazionali che hanno pagato perché italiani, e quindi anche per tutti noi, ma anche per semplice sentimento di pietà verso le vittime di quella pulizia etnica.
La Giunta dei 5 Stelle ha detto no – e il provvedimento quindi non è passato – perché la proposta veniva dal centrodestra – è stata la motivazione – e poteva essere “strumentalizzata politicamente”. Strumentalizzare per fini politici un fatto tragico come la pulizia etnica, avvenuto quasi ottanta anni prima, sembra impossibile. Resta la Memoria, riconosciuta come necessaria dalla Repubblica italiana con la legge istitutiva la Giornata della Memoria il 10 Febbraio. Ma la Giunta dei 5 Stelle, guidata dal sindaco Adriano Zuccalà ha detto no. Sono varie le ipotesi che si possono fare sul perché di questa decisione. M5Stelle schiavi del politicamente corretto? O strizzano l’occhio alle frange più estreme della sinistra? Di certo, da un punto di vista morale e civico, la scelta da fare in Consiglio comunale era semplice: da una parte c’erano Norma Cossetto e gli italiani assassinati e derubati di tutto – e conseguentemente anche la pacificazione e la Memoria contro ogni sterminio e ogni pulizia etnica – e dall’altra i partigiani di Tito che hanno assassinato e violentato.
Ora sappiamo che con il no a Norma Cossetto, il Movimento 5 Stelle si è schierato apertamente. Certo, si sa benissimo quanto in genere abbiano chiare le idee gli esponenti di questo partito e come abbiano tradito tutte – tutte – le promesse fatte al proprio elettorato. Ma questa decisione non va dimenticata.
Non va dimenticata perché mostra scarsa sensibilità civica e soprattutto quanto sia divisa l’Italia a 80 anni di distanza da quei fatti che segnarono pesantemente la storia del Belpaese. E si tratta di una vicenda che non dovrebbe dividere, sulla quale non ci dovrebbe essere esitazione nell’esprimersi. E poi, qualche anima bella parla ancora di pacificazione…
che dire? i 5 stalle uniscono ignoranza e malafede!
Ma che vuoi, quelli da sempre son ottusi comunistoni… che han preso voti con il populistico e criminale Reddito di Cittadinanza…
Ma una persona mediamente intelligente come fa a votare i vaffanculisti di uno pseudo comico, che mai ha neppure fatto ridere nessuno, più una demenziale piattaforma digitale?