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Il caso (di G.DeTurris). La storia (faziosa e partigiana) della Rsi di Franzinelli

Un repertorio di forzature ideologiche nell'ultimo volume edito da Laterza

by Gianfranco de Turris
18 Febbraio 2021
in Cultura
4
Un quotidiano del tempo della Rsi

Ci possono essere molti tipi di storici di professione, ma di certo Mimmo Franzinelli assomma in sé molte delle caratteristiche più deleterie di questa benemerita categoria: è uno storico a gettone, nel senso che scrive con grande regolarità libri (almeno uno all’anmno) sui temi che più vanno di moda e verosimilmente più vendono, in genere sul versante resistenzial-fascista, è quindi uno storico rapido ed efficiente, ma anche allo stesso tempo frettoloso e pigro perché si accontenta della prima impressione senza approfondire, ed è uno storico alquanto saccente come talvolta purtroppo capita. Da una parte gli storici professionali e dall’altra gli storici occasionali e/o dilettanti che non possono essere all’altezza del loro compito. Ed è naturalmentete uno storico storicamente corretto, vale a dire antifascista per principio, oggettivamente antifascista, ovvio.
E dunque ecco che scrive una corposa (ed ennesima) Storia della Repubblica Sociale Italiana 1943-1945 di cui si sentiva da anni la mancanza, uscito di recente per Laterza, dove si dedica anche agli intellettuali che affiancarono l’ultima avventura di Mussolini, occupandosi tra l’altro di Julius Evola che in verità con la RSI di per sé ebbe in sostanza quasi nulla a che fare come ho documentato. E su questo periodo della vita del pensatore si imbatte nel libro del sottoscritto che lo descrive con una certa minuzia in base ai documenti noti sino a quel momento e a un certo numero di testimonianze, Julius Evola. Un filosofo in guerra 1943-1945 (Mursia, I ed. 2016, III ed. 2017), anni di complessa ricostruzione sui quali emergono a tratti sempre nuove informazioni e immagini (ed infatti un discreto numero di esse sono pronte per una teorica IV ed. di questa opera, peraltro già uscite nelle traduzioni francese del 2018 e americana del 2020).

Il saggio di Franzinelli per Laterza

Ora il Franzinelli usa il sistema della carota e del bastone (p.56, nota 110): mentre da un lato afferma che si tratta di “un testo centrale” e “ben documentato” per capire Evola in quel momento storico, dall’altro ripristina le distanze sostenendo che è “redatto secondo canoni aprioristicamente elogiativi, nonché carente nell’interpretazione e nel collegamento delle fonti (ignora ad esempio che a spiare il filosofo, nell’agosto 1943, non fu un agente badogliano, ma lo scrittore futurista Italo Tavolato, “vecchio arnese della polizia politica fascista, amico e collaboratore di Evola”, riferendosi alle pagine 76-84 del mio libro).
Bene. Come è a tutti noto il Franzinelli è uno di quei storici sine ira et studio che si devono portare a mo’ di esempio di asettica oggettività non usando mai “canoni aprioristicamente dispregiativi” (si veda, tanto per dire, quel “vecchio arnese” nelle righe ora citate), ma dovrebbe dar prova di pignoleria e non invece di fretta o pigrizia e superficialità. Infatti, se soltanto avesse sfogliato il mio saggio di appena due altre pagine dopo quelle citate avrebbe trovato quel che agognava e non sarebbe caduto in un errore marchiano che mette in dubbio la sua credibilità di studioso.
Infatti alla nota 26 di p.86 avrebbe gà trovato scritto che il futurista era “un informatore della Polizia Politica” con il probabile incarico di sorvegliare Julius Evola a sua insaputa. E quindi? Ricorda un po’ la storia dei pifferi di montagna che andarono per suonare e furono suonati… A parte che non mi pare di aver mai ipotizzato una spia “badogliana”, il fatto divertente è che il nostro storico professionista che cicchetta i dilettanti si dimostra proprio lui “carente nella interpretazione e nel collegamento delle fonti” dato che per la sua critica fa riferimento, come detto, solo ad una decina di pagine del mio saggio e non si sforza di andare più oltre. Mimmo Franzinelli scrive troppi libri e quindi va troppo in fretta per controllare (o sono troppo superficiali quelli che incarica di effettuare ricerche per suo conto e dei quali si fida). Si dia una calmata in modo da non fare figuracce come questa. Come diceva la canzoncina degli anni Trenta, periodo che lui conosce a menadito? E Mimmo Mimmo non lo sa, ma di lui ride tutta la città!

@barbadilloit

Gianfranco de Turris

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Tags: BarbadilloGianfranco de Turrislaterzamimmo franzinellirsistoria

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Comments 4

  1. Guidobono says:
    2 anni ago

    Ma Franzinelli è uno storico? In quale Università è titolare di cattedra?

  2. Guidobono says:
    2 anni ago

    Anche Pino Aprile per certuni è uno storico… Anche Montanelli lo era per altri…

  3. Enrico Nistri says:
    2 anni ago

    Franzinelli non è in senso stretto uno storico accademico, visto che è un professore di scuola come lo ero io. Purtroppo la ricerca storica richiede la piena disponibilità del proprio tempo, perché le fonti da studiare sono vastissime, e scrivere troppi libri porta ad approssimazioni o a svarioni, in cui per altro incappano anche i docenti universitari, che hanno tempo, contributi e… la possibilità di sfruttare (magari senza citarlo) il lavoro dei loro laureandi.
    Per quanto riguarda Tavolato, è divertente notare come questo confidente della polizia politica fascista in gioventù fu un intellettuale anticonformista, collaboratore di “Lacerba”, che pubblicò un Elogio della prostituzione per cui subì nell’Italia giolittiana un memorabile processo, insieme a un pamphlet Contro la morale sessuale con le edizioni Gonnelli.
    Per quanto riguarda gli studi sulla Rsi, continuo a pensare che una grande tragedia per la storiografia italiana sul fascismo sia stata la precoce scomparsa di Renzo De Felice, che gli impedì di terminare la sua biografia di Mussolini, che poi era divenuta una grande storia del fascismo. Se il grande storico avesse potuto concluderla, avremmo tutti le idee più chiare.
    p.s. intanto i libri antifascisti li pubblica la Mondadori di Berlusconi, secondo cui il fascismo mandava al confino al mare gli oppositori…

  4. Guidobono says:
    2 anni ago

    De Felice non avrebbe, comunque, potuto consultare i materiali dell’Archivio Centrale dello Stato, disponibili dopo 70 anni, dal 2015, se non erro. Peccato piuttosto che un contenzioso tra il nipote di Claretta Petacci, residente negli USA, e sostenitore della stramba tesi che la zia Claretta era una informatrice dei Servizi Britannici, e l’editore, blocchi da parecchi anni il terzo volume dei Diari di CP. Scrivere sulla RSI, dopo almeno 5-6 importanti testi sull’argomento, è un puro esercizio di scopiazzatore più che di storico… Saluti.

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