Il Bari arranca in Lega Pro. Dopo un mare di polemiche, la società ha avviato una rivoluzione: torna in biancorosso, ma questa volta da allenatore, Massimo Carrera che, dopo gli scudetti in Russia con lo Spartak ripartirà dal San Nicola, lo stadio che lo vide imporsi con i “galletti” dei primissimi anni ’90.
Quattordici, i punti di vantaggio che la Ternana ha accumulato al momento dell’esonero di Gaetano Auteri. La squadra umbra si sta rivelando un ingranaggio perfetto, oleato meravigliosamente da Cristiano Lucarelli, un uomo che ha fatto dell’attaccamento alla maglia una ragione di vita. Il Bari è sembrato mancare proprio in questo. La sufficienza con la quale i galletti sono spesso scesi in campo non rispecchia affatto la passione di una piazza che merita ben altri lidi. Certo, la Lega Pro è un campionato ostico talvolta ai limiti dell’assurdo. Il gioco è spesso lento e ripetitivo, colpi estemporanei si alternano freneticamente ad errori banali e campioni mancati dividono il campo con coriacei giocatori di provincia. Questo campionato può trasformarsi in un pantano dal quale liberarsi appare a tratti impossibile, ma nessuna di queste difficoltà può fungere da scusante in un momento come questo.
Il mercato di gennaio, che avrebbe dovuto rinvigorire una squadra che si stava inesorabilmente arenando, ha solo peggiorato la situazione. Il DS Romairone non si è dimostrato all’altezza del compito subendo anch’egli la stessa sorte di Auteri. Rimarrà a lungo nella memoria della tifoseria biancorossa quel suo sorriso a metà strada tra il nevrotico e l’impotente mentre annuncia il ritiro della squadra dopo il pareggio con la Cavese.
La chiave di volta adesso può e deve essere solo una: coesione. A posteriori diventa facile giudicare le sviste, i passi falsi, le colpe; molto più arduo ed utile è invece comprendere il perché della disfatta. Starà a Massimo Carrera porsi questa domanda e trovare soluzioni valide il prima possibile. L’ex difensore lombardo conosce bene la città, la sacrosanta impazienza dei tifosi ed ha dimostrato ampiamente di essere un vincente. La sua carriera in campo si commenta da sé: 5 anni in biancorosso impreziositi da una promozione e una Mitropa Cup ed altrettanti in bianconero vincendo tutto. I primi passi da allenatore li muove proprio a Vinovo, prima nel settore giovanile, poi come collaboratore tecnico di Antonio Conte cucendosi al petto 3 scudetti di fila.
Segue il Salentino anche nell’ottima avventura azzurra agli europei di Francia, per poi accettare il ruolo di secondo allo Spartak Mosca. In poche settimane si ritrova a guidare la squadra russa dopo le dimissioni di Alenicev e centra un risultato storico vincendo il titolo nazionale a distanza di 16 anni dall’ultimo. Sino a pochi mesi fa ha allenato l’AEK Atene ottenendo risultati altalenanti, non sufficienti a confermarlo sulla panchina dei Greci. Ripartire dalla C è un vero e proprio passo nel vuoto che potrebbe rivelarsi fatale per la sua giovane carriera. Questa difficile scelta denota sicuramente una grande fiducia nel progetto e la profonda convinzione che sia possibile e doveroso raggiungere presto la massima serie. L’eventuale consacrazione di Carrera passerà dalla città che già una volta lo ha accolto e lanciato nel calcio che conta, e proprio come il suo amico Antonio potrebbe essere l’inizio di un’altra incredibile storia.
Staremo a vedere, le premesse ci sono, la fiducia anche, ma ciò che più conta è ritrovare quell’amore per la maglia che pare essersi perduto, ancora una volta, in un attimo fugace ed insondabile.
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