“Credo che Giorgia Meloni faccia bene ad opporsi ad un governo Draghi. Ho massima stima di Draghi e della sua grandissima competenza ma Draghi è uomo di potere, molto legato a forme di governo sovranazionale, come Unione Europea e Nato”: lo storico Franco Cardini all’Adnkronos, commentando gli sviluppi della crisi di governo e il mancato appoggio della leader di Fratelli d’Italia ad un possibile governo di larghe intese guidato da Mario Draghi, condivide la linea della destra meloniana.
“Il problema – aggiunge Cardini – è che oggi la politica non ha più primato: il primato ce l’hanno economia, finanza, tecnocrazia. E mentre Draghi farà il gioco di questi ultimi tre poteri, Giorgia Meloni è l’unica che incarna un ritorno al primato della politica. Fra i leader politici di oggi è una delle più interessanti ed è libera. Ma questa libertà la paga con il sempre corrente rischio di essere emarginata dalle altre forze di centrodestra, più sensibili alle lusinghe dell’interesse contingente, come per esempio aderire al progetto del governo Draghi”.
“A mio avviso la Meloni ha fatto bene a dire per prima che lei con Draghi non ci sta. Ed ha ragione quando dice che Draghi è espressione della grande finanza internazionale. Poi qualcosa per l’Italia farà, per carità, visto che avrà un enorme potere”, afferma lo storico.
“Draghi è un uomo dell’Europa occidentalista e atlantista. E farà il gioco di tutte le forze orientate in quella direzione, come Bce e Banca Mondiale. Ma non risolverà il vero problema di oggi, di cui parla sempre il Papa: la forbice che si allarga tra molto ricchi e molto poveri. Noi rischiamo sempre più di scivolare dalla parte di quelli che si stanno impoverendo. E forse bisognerebbe trovare una nostra soluzione più che accordarci ai democratici statunitensi sempre convinti che gli interessi degli Usa e quelli del mondo coincidano. Apprezzavo di più il plurilateralismo di Barack Obama. Biden lo vedo più orientato a un imperialismo simpatico“.
Cardini di FdI apprezza “il fatto che stia parlando di traduzione dell’unità europea in termini politici, sostenendo che il federalismo non può andar bene per l’Europa e che un sovrastato europeo è necessario. Questo volante politico dovrebbe avere una struttura non federalistica, ma confederalistica. Per l’Europa ci vorrebbe una formula allargata di tipo svizzero. Ma finora l’Unione europea è una realtà economica e finanziaria, ma non politica“.
Con tutto il rispetto che ho per Cardini: ma che primato può avere la politica nel mondo d’oggi essendo estranea (o peggio, contro) economia, finanza, tecnocrazia? La politica è amministrazione del potere, che si detiene o al quale concretamente si può aspirare, non delle illusioni (quelle noi italiani le abbiamo già pagate care nel 1940), delle speranze, dei miraggi…. Il potere del vigile urbano, al massimo.
La Svizzera si chiama ancora confederazione, ma è una federazione…
concordo pienamente con le osservazioni di Franco Cardini
Buon articolo – a mio parere non ottimo – e in buona parte condivisibile e in altrettanta buona parte non condivisibile. Bisognerebbe avere molto più spazio per dipanarne le obiezioni. Tento una estrema sintesi per cercare di dimostrare che il livello politico delle scelte della Meloni è inferiore a quello che Cardini pensa – o si augura – sia.
È da tutti ammesso che l’incarico a Draghi è la risultante del fallimento di tutta la classe politica italiana, ma non esclusa quella di Fdi.
Il governo giallorosso cade con dinamiche che ricalcano – pur con alcune significative differenze – quelle che portano alla caduta del governo gialloverde (principale “colpevole” Salvini). Ma pochi ricordano che di quel governo Fdi avrebbe potuto farne parte o quantomeno appoggiarlo esternamente. Il “limitato orizzonte” politico dei vertici di Fdi e la loro avversità preconcetta ai 5S hanno impedito il primo grande esperimento di governo da parte di forze “giovani” e soprattutto non appartenenti al patto resistenziale e antifascista. Pertanto quello di Fdi fu non solo un errore politico ma una semplice scelta tattica, sperando che le cose andassero male e potere guadagnare qualche percentuale. Ci riescono solo per la dabbenaggine (ma fu solo dabbenaggine?) di Salvini che fa saltare tutto. Altrimenti la Lega sarebbe ancora al 33 e più per cento e i 5S almeno al 20%. Pagano quindi per Fdi i fallimenti altrui ma non la qualità delle sue scelte. È pertanto corresponsabile – anche se molto meno di Salvini – della nascita del governo giallorosso. Poi Fdi vive di rendita e va su nei sondaggi ma con il Paese alle prese con la più grave crisi dal secondo dopoguerra (avrei voluto vedere al posto di Conte cosa avrebbe combinato l’opposizione !!!).
E veniamo ad oggi, dove, sostiene Cardini, “è bene che almeno qualcuno dica no e si schieri contro Draghi”. E ci può anche stare. Gli può andare bene a Fdi come gli può andare male.
Andiamo infine (ma avrei altro da dire) all’appello di Cardini affinché la Meloni si metta a capo di un “fronte europeo per una Europa confederale”. Cardini aggiunge sul “modello svizzero”. Azz… professore ma proprio di modello svizzero vai a parlare? Quindi Europa neutrale, senza forze armate e senza una politica estera comune? Ma sono certo che Cardini si riferisse – è troppo intelligente – al modello costituzionale svizzero. Ma il discorso sulla confederazione ci porta molto lontano ed è meglio tralasciarlo. Ma dove Cardini toppa clamorosamente è nel credere che la visione europea della Meloni e quella dei suoi alleati in Europa vada contro il “Deep state”, la tecnocrazia finanziaria internazionale e contro il predominio della Nato e degli Usa.
Mi verrebbe da “bacchettarlo” il Prof ma io al suo confronto sono un modesto scolaretto e quindi neanche mi ci azzardo. Ma purtuttavia su questi aspetti Cardini è da “bocciare” o quantomeno da “rimandare a settembre”: ignora infatti quale sia la posizione di Fdi e dei suoi alleati in Europa. Come ignora che se c’è qualcuno in Europa che si oppone sostanzialmente al predominio della Nato quello è Macron e la Francia; e se c’è qualcuno (vedi esempio del gasdotto North Stram 2) che si oppone alla protervia economica Usa quella è la Merkel e la Germania.
Quindi: ottime le intenzioni di Cardini sull’Europa ma purtroppo il “contenitore” di Fdi è totalmente inadatto a porsi quale seria “alternativa valoriale e di alta progettualità”.
Per concludere, può anche essere una scelta valida per Fdi porsi all’opposizione del nascente governo Draghi. Ma purtroppo, secondo me, temo – ma non me lo auguro – che quello di Fdi sia puro posizionamento per mettere le “opportune bandierine” in attesa e nella speranza di “passare all’incasso”.
Antonio Arena
Ps: se Cardini o la redazione fossero interessati a conoscere con quali partiti Fdi è alleata in Europa (anche extracomunitara) e nel mondo, sono disponibile a passare la notizia