Se fossero vere le bufale che hanno infiammato il web americano trumpista, ogni buon patriota tricolore dovrebbe correre a tesserarsi a Italia Viva. Fossero vere le cose raccolte sotto l’hashtag #ItalyDidIt sarebbe quella un’autentica epifania per noialtri: un Paese raccontato e vissuto come l’eterno destino del servaggio, la quintessenza della subalternità, una “colonia” pronta a tutt’osare pur di compiacere i suoi titolari, in realtà è in grado di decidere l’esito del voto della più grande democrazia del mondo, modificando l’espressione popolare del voto a suo piacimento, comandando sul serio i destini del mondo. Magari grazie a un sofisticato sistema di specchi, leve e satelliti, gloria e vanto ritrovato di un Made in Italy non più costretto al ristretto ambito della dispensa e del boudoir.
Ora sì che l’appello di Matteo Renzi ai patrioti, da Nicola Porro, avrebbe un senso. #ItalyDidIt, l’Italia è Viva. Almeno nella mente dei trumpisti d’ogne contrada. Viva l’Italia.
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Un giorno scopriremo che l’Europa stava nascendo ma noi eravamo altrove. A giocare con gli incensi, a farci ingannare e falciare su trincee che non erano nostre, a farci trovare là dove la classe politica più imbelle di sempre avrebbe proprio voluto metterci. La Germania cattiva, certo. La Francia superba, pure. Ma noi, intanto, quale chimera stavamo rincorrendo? Quali interessi stavamo, davvero, perseguendo? Di chi facevamo gli Scapini?
Un giorno scopriremo che l’Europa stava nascendo ma noi eravamo a cercare, invece del Paradiso, la sovranità all’ombra della Nato. Mentre sbiadiscono le Idee e la Triplice mette sul tavolo di Stellantis la grande dimenticata: la partecipazione.
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