Stufi di farvi intossicare pure il relax? Siete stanchi di trovare “impegno” e “sensibilizzazione” ovunque, persino nei bugiardini delle pillole per il mal di testa? Ne avete piene le scatole di Conte, Renzi, maggioranze e opposizioni?
Staccate tutto, spegnete il telefono, congelate i vostri profili sociali e andate su Prime Video: è tornata Lamù. La serie storica, con tutte le puntate antiche.
Unica pecca? Non c’è la sigla italiana, misteriosissima e iconicissima, che da decenni divide i fan sulla sua insondabile e ancora non svelata paternità.
Già qualche mese fa avevamo recensito l’anime di Lamù, ora Prime Video ripropone le gesta del mitologico Ataru Moroboshi, un tesoro di strafottenza, un monumento degli anni ’80, un simbolo vero di una generazione che si ritrova a vivere in un’epoca in cui trionfano bacchettoni e braghettoni. C’è solo da sperare che Amazon abbia riproposto le puntate per intero, senza i tagli talora draconiani dell’edizione italiana.
Nel frattempo, per coloro i quali preferissero alternare qualcosa a Lamù c’è pure Gigi la Trottola. Il supercampione di basket e fermiamoci qui. Abbiamo come passare il tempo durante queste disastrose festività covidiane, alla faccia dei Savonarola, dei moralisti e degli integralisti di ogni segno.