• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
lunedì 6 Febbraio 2023
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Le interviste

Alain de Benoist: “Se con “Fratelli Tutti” Papa Francesco apre a immigrazione e capitalismo liberale”

La riflessione del filosofo francese sull'enciclica papale che richiama il valore universale della fratellanza

by Nicolas Gauthier-Alain de Benoist
17 Dicembre 2020
in Le interviste
3
Alain de Benoist

Il minimo che si possa dire è che “Tutti Fratelli”, l’ultima enciclica di Papa Francesco, non ha incontrato unanimità nel mondo cattolico. Soprattutto quando afferma di essersi sentito incoraggiato dal grande imam Ahmed el Tayyeb, che ha incontrato ad Abu Dhabi. Che ne pensa?

Alain de Benoist: “Dopo la Lumen fidei e la Laudato si’, la terza enciclica di papa Francesco si presenta come un monito politico senza fine che invita a “pensare a un’altra umanità “, dove ognuno avrebbe il diritto di “realizzarsi pienamente come persona”. Ciò implicherebbe, in particolare, il diritto degli immigrati di stabilirsi dove vogliono, quando vogliono e in quanti  vogliono. In questo modo verrebbero poste le fondamenta della “fratellanza universale”. Il papa pare abbia dimenticato che la storia della fraternità è iniziata male, in questo caso con l’assassinio di Abele da parte del fratello Caino (Gn 4, 8). Detto questo, Papa Francesco ha alcuni argomenti teologici da sostenere. Nel monoteismo, l’unico Dio è il “Padre” di tutti gli uomini, poiché tutti gli uomini sono chiamati ad adorarlo. Tutti i figli di questo Padre possono quindi essere considerati fratelli. È il fondamento dell’universalismo cristiano: il popolo di Dio non conosce confini. Le differenze di appartenenza, origine o sesso sono insignificanti agli occhi di Dio: “Non c’è né ebreo né greco, non c’è né uomo né donna, perché siete tutti uno nel mondo con Cristo ”(Gal 3:28). L’uomo appartiene all’umanità immediatamente, e non più, come era considerato nell’antichità, in modo mediato, per mezzo di un popolo o di una cultura (per il Papa, il popolo è una “categoria mitica”). Quando si dichiara di considerare qualcuno “come un fratello”, il riferimento è ovviamente il vero fratello, il fratello di sangue. Non c’è niente di simile con Francesco, che qui può affermare di essere l’esempio di Gesù in uno degli episodi più famosi dei Vangeli. La famiglia di Gesù si reca nel luogo dove predica per afferrarlo, visto che “ha perso il senso (elegon gar oti exestè)”: “C’era una folla seduta intorno a lui e noi gli disse: “Là tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono là a cercarti”. Risponde loro: “Chi è mia madre? E [chi] i miei fratelli?”. E, guardando quelli che erano seduti intorno a lui, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli. Chi fa la volontà di Dio, è per me un fratello, una sorella e una madre” (Mc 3, 20-35). La superiorità della fraternità spirituale sulla fraternità biologica è affermata molto chiaramente. Distruzione del carnale a beneficio dello spirituale, della natura in nome della cultura, del sangue a beneficio dello spirito. È con questo spirito che Papa Francesco considera solo gli interessi dei migranti nell’immigrazione. Lo aveva detto prima: per lui “la sicurezza dei migranti deve sempre venire prima della sicurezza nazionale”. La sicurezza delle popolazioni ospitanti è al secondo posto. Francesco mette qui i suoi passi nell’Epistola a Diogneto, una lettera di un anonimo cristiano della fine del II secolo: “I cristiani non si distinguono dagli altri uomini né per paese, né per lingua né per costumi. […] Ogni terra straniera è per loro una patria, e ogni patria è una terra straniera per loro”.

Ma quale significato preciso dare alla parola “fraternità”?

“Nell’accezione repubblicana, la “fratellanza” è un valore morale, non un principio politico. Se vogliamo usarla come principio politico, emergono tutte le contraddizioni. Alcuni mesi fa i giuristi non hanno esitato a fare riferimento al principio di “fraternità” per legittimare l’azione dei trafficanti che portano i clandestini oltre i nostri confini. Questa è ovviamente una perversione dei testi. La molla principale della fraternità, per Papa Francesco, sta nell’agape, che è la forma cristiana dell’amore. La sua traduzione latina come caritas (“carità”) non esprime il suo pieno significato. L’agape è soprattutto una disposizione della mente che deve mantenere l’apertura all’Altro, indipendentemente da questo Altro. È un amore universale, senza un destinatario unico, un amore per ogni uomo per la sola ragione che è un uomo, anche un amore incondizionato, che non si aspetta nulla in cambio”.

Proclamando che “siamo tutti fratelli”, Francesco si schiera verso una concezione totalmente irrealistica delle relazioni sociali. Crede che non ci saranno più guerre quando tutti gli uomini considereranno “ogni essere umano come un fratello o una sorella”. Crede che la politica si riduca alla moralità, che a sua volta si riduce all ‘”amore”. Confonde la morale pubblica e quella privata, che non sono affatto sullo stesso piano: una cosa è garantire la mia personale ospitalità a uno straniero, portarne milioni in un paese al punto da alterarne l’identità è un altro conto. In conclusione, non esita a invocare una “organizzazione mondiale dotata di autorità” che rimuoverebbe tutti i confini e tutte le sovranità nazionali”.

Questa enciclica è anche, per il Papa, una nuova opportunità per criticare il nostro sistema commerciale, invocando un “mondo aperto”.  Non è una grande contraddizione, quando non è un richiamo all’ondata migratoria?

“Questa è, ovviamente, una totale incoerenza, dal momento che il capitalismo liberale, che Papa Francesco altrimenti stigmatizza – e giustamente -, continua a chiedere la libera circolazione di uomini e merci (“laissez faire, laissez passer” ). In buona logica liberale, niente è più “aperto” di un mercato! Affermare che i migranti hanno il diritto di stabilirsi dove meglio credono – già Benedetto XVI ha proclamato il “diritto umano fondamentale di ognuno di stabilirsi dove lo ritiene più opportuno” – è esattamente usare una parola ordine liberale. Il Papa si contraddice ancora quando chiama ad abbattere i muri, dimenticando che la loro funzione primaria non è quella di escludere ma di proteggere. Prendendo posizione per una solidarietà senza confini che esisterebbe in uno stato potenziale in tutti gli uomini per il solo motivo che sono umani, mostra di non capire che non c’è fraternità possibile, nel senso di philia aristotelica (amicizia politica e sociale), solo a condizione che sia circoscritta entro limiti ben definiti. Allo stesso modo, il “bene comune universale” è solo un’illusione: non esiste un bene comune pensabile che sia limitato a coloro che condividono concretamente questo comune, cioè le comunità politicamente e culturalmente presenti a se stesse.  Il Papa presenta l’umanità unificata come un traguardo da raggiungere (“sogniamo come un’unica e stessa umanità”), la città cosmopolita come una redenzione, come se la divisione del mondo in nazioni, culture e popoli fosse un incidente storico che sarebbe possibile cancellare. La sua “fratellanza universale” è, infatti, solo un pio desiderio senza senso, sostenuto da un’ossessione per l’unicità, per la fusione, per la scomparsa di tutto ciò che separa e quindi distingue. Considerando cosa sono i veri uomini, tanto vale sostenere la “fratellanza” della gazzella e del leone! Jean-Baptiste Carrier, nel 1793, disse di aver massacrato i vandeani “per principio di umanità”. Carl Schmitt, citando Proudhon, ha aggiunto: “Chi dice che “l’umanità” vuole ingannarti”. Francesco ha davvero torto”. (Intervista condotta da Nicolas Gauthier)

@barbadilloit

 

 

Nicolas Gauthier-Alain de Benoist

Nicolas Gauthier-Alain de Benoist

Nicolas Gauthier-Alain de Benoist su Barbadillo.it

Tags: alain de benoistBarbadillofratelli tuttipapa francesco

Related Posts

A Fiume, Italia. Accompagnati da stelle danzanti. Per non dimenticare

Comitato10Febbraio. Il neopresidente Olmi: “Quest’anno ricorre l’80esimo anniversario di Norma Cossetto”

18 Gennaio 2023
L’intervista. Alain de Benoist: “Un’altra Europa è possibile se si rompe l’ordine egemone”

Alain de Benoist: “Vi racconto il mio esilio interiore”

17 Gennaio 2023

Peroncini: “La Merkel, l’Ucraina e il conflitto nell’Est Europa”

Tarchi al Manifesto: “Il governo Meloni e la nuova dicotomia italiana”

AssaltoAlCielo/1. Scatarzi (Passaggio al Bosco): “Governo Meloni e la sfida contro il Pensiero unico”

Malgieri: “Ora una rivoluzione culturale per la Repubblica degli italiani”

Grandi: “Le destre e il rischio di una vittoria mutilata”

Elezioni/25settembre. Veneziani: “Torna la politica con i tecnici in agguato”

Viaggi&Patrie/8. Malgieri: “Dall’Europa al Mediterraneo, tra sacro e tradizioni dei popoli”

Comments 3

  1. Werner says:
    2 anni ago

    Il Benoist è un neopagano, per cui confonde volutamente l’universalismo cattolico con quello illuminista. Però è indubbio che la Chiesa con il CVII ha adottato l’universalismo illuminista. Poi per carità, su Bergoglio ha ragione.

  2. Guidobono says:
    2 anni ago

    Il capitalismo liberale classico non era ‘immigrazionista’ come il sinistrume odierno nostrano. Era per far arrivare chi serviva, qualificato (o almeno giovane e disponibile), non il Lumper dei liberal. Non confondiamo!

  3. Guidobono says:
    2 anni ago

    Oggi questo Lumpen non serve al capitale, serve alla politica, alla sottopolitica, agli interessi artiiciosi creati dalla politicuzza…

Più letti

  • L’intervista.  Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    L’intervista. Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Il caso. L’errore di restituire i marmi dei Musei Vaticani alla Grecia

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Segnalibro. “Eurasia” e l’attuale ciclo politico dell’Europa

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Difesa. La memoria del cordiale in bustina (simbolo di un’Italia che non c’è più)

    33 shares
    Share 33 Tweet 0
  • Fenomeno Cognetti, le otto montagne in ciascuno di noi

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

La “Terza Via” produttivistica

La “Terza Via” produttivistica

6 Febbraio 2023
“No time to die”: la debolezza di Bond al tempo della cancel culture

Segnalibro. James Bond ha 60 anni (ma non li dimostra affatto)

5 Febbraio 2023
“Vaincre ou Mourir”, il successo del film sul genocidio in Vandea

“Vaincre ou Mourir”, il successo del film sul genocidio in Vandea

6 Febbraio 2023

Ultimi commenti

  • Guidobono su Segnalibro. James Bond ha 60 anni (ma non li dimostra affatto)
  • Ferna.. su Focus. Il Piano Mattei e l’orizzonte mediterraneo del governo Meloni
  • Guidobono su Il punto (di M.Veneziani). Le ragioni dell’anticonformismo (anche) al tempo del governo Meloni
  • Guidobono su Il punto (di M.Veneziani). Le ragioni dell’anticonformismo (anche) al tempo del governo Meloni
  • Giulio De Gregorio su “Vaincre ou Mourir”, il successo del film sul genocidio in Vandea
  • paolo su Respirare l’Appennino dei patres
  • paolo su “Vaincre ou Mourir”, il successo del film sul genocidio in Vandea

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più