Nei giorni scorsi infatti una delegazione di deputati italiani, la prima in ambito europeo, si è recata nella regione contesa tra Baku e Yerevan e teatro dal 27 settembre al 10 novembredi aspri scontri culminati con un cessate il fuoco mediato dalla Russia.
La delegazione italiana, giunta nel Caucaso il 5 dicembre, era guidata dal vice presidente della Camera, Ettore Rosato, e composta dai senatori Maria Rizzotti, Alessandro Alfieri, Gianluca Ferrara e Adolfo Urso, oltre che dai deputati Rossana Boldi e Pino Cabras.
La delegazione italiana, oltre ad aver visitato i luoghi coinvolti nel recente conflitto, si è recata il 7 dicembre a Baku, dove ha incontrato il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev. Oltre ai temi riguardanti la guerra nel Nagorno, sul tavolo dei colloqui anche questioni di carattere economico e commerciale.
Riguardo allo status della regione, tra i deputati italiani intervenuti si registrano le dichiarazioni del vice presidente del Copasir, Adolfo Urso: “Solo città distrutte e campi minati laddove una volta vi erano centinaia di migliaia di persone – ha detto in un’intervista rilasciata a una tv azerbaigiana – Ora i profughi potranno tornare, speriamo che possano anche dimenticare il dolore subito, perché finisca la spirale delle vendette e il dramma non si ripeta mai più”.
Prosegue Urso sul suo profilo Twitter: “Sono stato a Ganja in #Azerbajian dove i missili hanno provocato decine di vittime civili: i giocattoli raccolti come piccoli sacrari, le mure delle abitazioni devastate. Ferite che sarà difficile rimarginare ma occorre farlo per evitare che il dramma si ripeta”.
Parole del genere sono gravissime, scandalose e l’esempio perfetto di come TUTTA la politica italiana si sia asservita ad Ankara. Perfino il famoso centrodestra nazionale, quello incluso quello sedicente “conservatore”, è pronto a gettare a mare la solidarietà tra europei e tra cristiani in nome della convenienza politica e del diktat economicistico.
Vergogna!
La preferenza per l’Armenia cristiana non deve essere un automatismo, ma le parole della delegazione italiana trasudano di opportunismo commerciale. Un errore grave nei confronti dell’Armenia che, almeno dal 1878, sta cercando di vivere un lunghissimo Risorgimento per unificare tutte le sue terre da cui è stata cacciata con genocidi, ma anche con espulsioni e accordi politici di “vasi di ferro” contro questo “vaso di coccio”.
Facemmo già questo grave errore contro gli ellenici nella guerra greco-turca del 1922 che causò un altro genocidio ancora. Vergogna!