Il nuovo numero di Nova Historica (a. 18, n. 73, settembre 2020, nuova serie) è quasi tutto dedicato ad alcuni anniversari dell’anno che si sta per concludere. Tutti raccontati ed analizzati controcorrente, lontano dalle vulgate del Pensiero unico oggi egemone.
De Gaulle, anzitutto. Il 2020 è stato il 130mo anniversario della sua nascita, l’80mo dell’Appello ai francesi lanciato dai microfoni della Bbc e il 50mo della morte. L’année de Gaulle, come lo chiamano in Francia, registra fiumi d’inchiostro dedicato al fondatore della Quinta Repubblica. Nova Historica ha chiesto su di lui un giudizio al leader storico della destra francese, Jean-Marie Le Pen, il quale per la prima volta esprime una valutazione dell’operato del Generale che supera le contrapposizioni della politica politicienne per entrare davvero in una dimensione storica. Si tratta dunque di una esclusiva assoluta con cui si apre questo numero, molto ricco, della rivista diretta da Massimo Magliaro.
E poi Genova. 60 anni fa il capoluogo ligure fu il teatro sul quale si consumò l’atto finale della sfida interna alla Democrazia cristiana fra le correnti, guidate da Alcide De Gasperi, che lavoravano per l’apertura a sinistra, e quelle nazional-cattoliche, ispirate all’opera di Luigi Sturzo, che invece vi si opponevano. Uno scontro di cui fece le spese il Movimento sociale italiano, cui venne impedito con la forza di celebrare un suo democratico e legittimo Congresso nazionale, ma soprattutto ne fece le spese la democrazia. Di questa vicenda, le cui conseguenze hanno gravato e forse ancora gravano sulla politica italiana, parla Mario Bozzi Sentieri.
Il 1930 è l’anno di Wall Street, cioè della crisi finanziaria e sociale più grave dopo la Prima Guerra mondiale. Nazzareno Mollicone illustra come l’Italia di allora reagì ai guasti colossali della crisi dando l’avvio ad una serie di organiche riforme sociali, bancarie, industriali, economiche e civili dalle quali nacque operativamente l’economia corporativa che fu ammirata dal mondo intero, a cominciare dal presidente americano Roosevelt. Una lezione da studiare proprio oggi in presenza di una crisi che per molti versi somiglia a quella degli Anni 30.
E poi Fiume. 100 anni fa la città italianissima fu occupate dalle truppe legionarie fedeli a Gabriele d’Annunzio e in pochi mesi divenne un laboratorio eccezionalmente fecondo di idee civili e sociali che mise in crisi mortale la politica borghese della classe dominante guidata da Giolitti. Ma fu anche lo scenario dove per la prima volta l’Italia conobbe la guerra civile. Quel Natale di sangue e di vergogna viene rivissuto con la penna di Roberto Bonuglia.
Ma 50 anni fa, oltre de Gaulle, moriva anche colui che aveva governato il suo Paese, il Portogallo, per 40 lunghi anni: Antonio de Oliveira Salazar. Figura essenziale della Storia lusitana, Salazar è stato definito fascista, controrivoluzionario, conservatore, reazionario, nazional-cattolico, tradizionalista. Ogni definizione ha una sua ragion d’essere ma ha anche i sui limiti. Ne parla uno dei più autorevoli storici portoghesi, Jaime Nogueira Pinto, autore di una decina di opere dedicate a Salazar e al salazarismo, e ci dice che ancora oggi il Portogallo “sente” la solidità del lavoro politico ed economico di uno dei leader più longevi della intera Storia mondiale contemporanea.
Il 2020 è stato il 75mo anniversario della morte misteriosa di Subhas Chandra Bose, leader ancora oggi molto amato dell’indipendentismo nazionalista antinglese dell’India moderna, allievo di Gandhi e rivale di Nehru. Alla sua azione si ispira oggi il leader dell’India contemporanea, Nerendra Modi. Nel saggio di Manfredi Martelli si ricostruisce in particolare l’amicizia di Bose con l’Italia fascista, dalla quale fu aiutato nella coraggiosa lotta condotta per la libertà del suo Paese.
Federico Fellini nacque 100 anni fa. La sua opera geniale, conosciuta e ammirata in tutto il mondo, ha dovuto subire l’ostracismo ottuso dell’intellighentjia comunista, perché l’attenzione che l’autore della “Dolce vita” portava alla dimensione soprannaturale veniva giudicata dal Pci come una divagazione piccolo-borghese che avrebbe portato i lavoratori lontano, fuori se non addirittura contro la lotta di classe. E Fellini rispose a questa polemica con una dura lettera inviata proprio al settimanale ufficiale del Pci, Rinascita, fondato da Palmiro Togliatti. Lo racconta con dovizia di particolari Carlo Cozzi, critico cinematografico e storico del cinema non solo italiano.
Nella rubrica dedicata ai fatti di oggi destinati a diventare storia domani segnaliamo “Geopolitica del coronavirus” di Roberto Pecchioli, “Bologna, bugie mille verità zero” che è una ampia intervista del vicedirettore Roberto Rosseti a Gian Paolo Pelizzaro e Gabriele Paradisi, autori di “Dossier strage di Bologna. La pista segreta” (Giraldi editore), e “Parigi vuole l‘uranio di Tripoli” di Gampiero Cannella.
La sezione intitolata “Date/Uomini/Idee/Eventi” contiene un ricordo di Giulio Maceratini e di Marcello Perina, dirigenti prima di Ordine nuovo e poi del Msi, scomparsi a poca distanza l’uno dall’altro, una sintesi della vita di Pierre Sidos, autorevole dirigente della destra nazionalista francese prima della nascita del Front national di Le Pen, notizie dal mondo boero del SudAfrica e una commemorazione della battaglia di Poitiers e di una famiglia falangista massacrata agli inizi della guerra civile spagnola.
Nella rubrica “Scaffale” curata da Mario Bernardi Guardi si parla di Berto Ricci, Marcello Gallian e Nicola Bombacci e dei libri a loro dedicati.
Dopo le consuete recensioni di libri italiani e stranieri, la rubrica “Antologia” contiene una della più significative poesie di Vincenzo Cardarelli, “Camicia nera”, del 1937.
L’inserto a colori, curato da Magliaro, è dedicato al 90mo anniversario della Prima Trasvolata Atlantica Italia-Brasile, che segnò la nascita dell’Aviazione di massa che oggi conosciamo e che costituì un grande vanto dell’Italia fascista.
NOVA HISTORICA – Editore Luciano Lucarini, direttore Massimo Magliaro
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