Bisogna tenere accesi i riflettori sulla vicenda dell’incidente accaduto sulla A1 al consigliere regionale di Fdi Michele Barcaiuolo. Il politico emiliano ora è fuori pericolo, non è più in terapia intensiva, e gli ultimi bollettini rincuorano la comunità politica della quale è un esponente di rilievo.
Resta lo scandalo legato all’incidente, sul quale Autostrade deve relazionare al più presto. Deve al più presto rendere pubblici i riscontri dell’inchiesta interna dopo aver aperto un fronte con qualche subappaltatore (che qualcuno doveva controllare).
Il fatto
Una autovettura su cui viaggiava il consigliere regionale è stata infatti colpita nei giorni scorsi da un masso, diventato un meteorite dopo esser passato sotto le ruote di un tir. Questo masso si è staccato dalle giunture che legano alcuni settori dell’asfalto vicino l’uscita di Modena Sud. Qualcuno ha sbagliato, qualcuno non ha fatto la necessaria manutenzione della strada di una delle principali arterie del traffico italiano. Chi ha sbagliato? Chi ha fatto lavori inadeguati alimentando rischi mortali? A rispondere a queste domande deve essere il concessionario.
La manutenzione come patriottismo
L’Italia si difende e preserva manutenendola tutta, dalle belle artistiche alle strade. Quando lo Stato ha concesso le autostrade alla società che le amministra in cambio di un corrispettivo non ha nemmeno messo in conto che ci potesse essere un deterioramento così plateale. Una deriva contro ogni buon senso.
Il patriottismo, dunque, passa adesso dal chiedere verità e giustizia sull’incidente accorso a Barcaiuolo, ma soprattutto dalla declinazione di una nuova visione della cura delle infrastrutture di questo paese, che devono essere seguite da manager che antepongano, sempre, la sicurezza al profitto, la cura alla trascuratezza, il bene comune ai dividendi di borsa.
Sulla vicenda c’è l’attenzione massima del presidente di Fdi Giorgia Meloni e il deputato Galeazzo Bignami ha annunciato che presenterà una interrogazione parlamentare. Noi continueremo a seguirla mediaticamente, perché non accada più che un padre di famiglia possa andare in rianimazione per un disservizio di un concessionario di un bene dello Stato. E il concessionario non può non fare luce sul caso, rendendone conto all’opinione pubblica.