
Nicola Zingaretti ha smentito i rumors che lo avrebbero voluto in uscita dalla guida della Regione Lazio e, anzi, rilancia. Il segretario del Partito democratico già guarda alla legge elettorale e punta a ripristinare il bipolarismo tramite una legge proporzionale con sbarramento altissimo, asticella al 5%.
Sembra quasi una contraddizione, però: come ricostruire due poli sulla base di una legge proporzionale?
Intervistato questa mattina dal Corriere della Sera, Zingaretti ha affermato che tra gli obiettivi del suo partito ci sarà quello di
“Ripristinare il bipolarismo con sistema proporzionale e sbarramento al 5%: quella soglia spinge al voto utile e possiamo diventare il primo partito italiano, il perno di ogni possibile maggioranza anti-sovranisti”.
Non sfugge a nessuno che uno sbarramento così alto inibirebbe ogni ambizione al frammentatissimo centro moderato che, da Renzi a Calenda, si ritroverebbe in un lampo fuori dal Parlamento. Però si deve parlare a suocera, cioé ai “sovranisti“, affinché nuora (Italia Viva e cespugli centro-liberali e, su un altro aspetto, gli strani alleati del M5s) intenda:
“Vincere le prossime elezioni politiche vuol dire tenere i sovranisti sotto il 50%. Il resto mi va bene tutto”. Al congresso del Pd avevo detto che i Cinquestelle non sono la stessa cosa della Lega. Sono nostri competitori, certo. Ma il governo che abbiamo fatto insieme ha ribaltato i rapporti dell’Italia con l’Europa. Ora siamo ascoltati, c’e’ fiducia in noi, anche per il modo in cui abbiamo fronteggiato l’epidemia. E’ un capitale decisivo per l’Italia. E l’abbiamo messo in banca noi”