• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
domenica 17 Gennaio 2021
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Politica

Il punto(diM.Veneziani). Dal Coronavirus alla dittatura sanitaria: il passo è stato breve

"Pensiamo il dispotismo come una minaccia, una possibilità e non un sistema ormai instaurato; confidiamo negli anticorpi della realtà e nel Katechon"

by Marcello Veneziani
2 Agosto 2020
in Politica
0
Coronavirus

A che punto siamo con la dittatura sanitaria? Stiamo vivendo l’estate come l’intervallo tra due emergenze, tempo sospeso in attesa della nuova chiamata alle armi a cui la crisi economico-sociale e il virus ci chiameranno alle soglie dell’autunno. Dobbiamo dunque considerare l’emergenza come una categoria permanente della politica, magari non fissa ma ricorrente, ora incombente, ora vigente? Emergenza vuol dire sospensione della libertà, dei diritti elementari, a cominciare dalla libertà di movimento e dalla vita sociale, fino al voto. E polizza per il potere in carica, dal governo ai suoi ausiliari. Una dittatura su basi sanitarie, la biopolitica si fa biosicurezza.
Di dittatura sanitaria ne parlammo, credo per primi, il 15 marzo scorso. Molti condivisero quella denuncia, taluni la svilupparono, pochi la espressero apertamente. Tra i pochissimi che in altro modo denunciarono la trasformazione della democrazia in dispotismo ci fu un filosofo assai noto soprattutto fuori d’Italia, di tutt’altro indirizzo culturale, che cominciò a scriverne sul manifesto: è Giorgio Agamben, più volte citato su queste pagine. Ora ha raccolto in un libretto “A che punto siamo? L’epidemia come politica” (ed. Quodilibet), la sua lucida e radicale critica dello stato d’eccezione imposto con la pandemia.
A suo dire, i tre sistemi di credenze su cui si fonda l’occidente – vale a dire il cristianesimo, il capitalismo e la scienza – si sono piegati a uno: il sistema scientifico-medico, che ha sviluppato una propria teologia, la paura del male e il timor di Dio, la sua liturgia e il culto obbligato. È la religione del nostro tempo e ai filosofi, dice Giorgio Agamben, tocca come in passato avversarla.
Come è potuto avvenire, si chiede, che un intero paese, senza accorgersene eticamente e politicamente sia crollato di fronte alla malattia? È accaduto perché gli uomini non credono più a nulla, tranne che alla nuda esistenza biologica, la nuda vita, da salvare a qualunque costo. Ma sulla paura di perdere la vita, nota Agamben, si può fondare solo una tirannia. Montaigne diceva che chi ha imparato a morire ha disimparato a servire: viceversa si è pronti a ogni schiavitù pur di salvare la pelle. Ma c’è un sottinteso che non è mai esplicitato: la vita non è solo biologia, nuda vita corporale, ma c’è altro, di essenziale. In altri tempi si sarebbe detto l’anima. Agamben, autore di un’opera monumentale sull’homo sacer, si spinge fuori dalle mura del pensiero imperante e pronuncia la parola giusta, finora rimossa: vita spirituale. Parola a lungo vietata, che ora Agamben (e Cacciari) riprendono a pronunciare. “Abbiamo scisso l’unità della nostra esperienza vitale, che è sempre inseparabilmente insieme corporea e spirituale”, in senso affettivo, culturale e non solo.
Ma chi è il responsabile di questo dispotismo fondato sulla paura? A parte le responsabilità della casta scientifico-sanitaria, è lampante e diretta la responsabilità della politica: il potere esecutivo, nota l’autore, si è sostituito al potere legislativo, il governo al parlamento e a ogni altro potere, sconfinando. E qui sarebbe facile ma ripetitivo ricordare le colpe di chi fonda il suo governo, il suo consenso e la sua durata, sull’emergenza per il virus. Il potere politico è l’utilizzatore finale dell’emergenza.
Una responsabilità parallela ce l’hanno i giuristi che non hanno eccepito nulla contro “l’uso sconsiderato dei decreti d’urgenza”. Vero, ma dire giuristi è un po’ generico: la responsabilità primaria tocca a quei giuristi che avevano potere di intervenire, dal Capo dello Stato alla Corte costituzionale.
Ma una responsabilità grande Agamben l’attribuisce alla prima “agenzia spirituale”, la Chiesa di Bergoglio: si è fatta ancella della scienza, ha rinnegato i suoi principi essenziali. La Chiesa, scrive, “sotto un Papa che si chiama Francesco, ha dimenticato che Francesco abbracciava i lebbrosi”; ha dimenticato che tra le opere di misericordia c’è visitare gli ammalati, celebrare i sacramenti, seppellire i morti, sapendo dai martiri che si deve essere disposti a sacrificare la vita piuttosto che la fede. La salvezza conta più della salute.
Una responsabilità non secondaria è pure dei media e della loro omertà. Qui Agamben rivela che “i grandi giornali in Italia si rifiutano di pubblicare le mie opinioni” e riporta un articolo richiestogli e poi rifiutato dal Corriere della sera. Sfonda una porta aperta, dalle nostre parti…
L’Italia per lui è un laboratorio politico in cui si sperimentano le nuove tecnologie di governo; sull’orlo di un dispotismo che Agamben non trova di meglio che definire fascismo, ma le sue coordinate hanno ben altra fattura e ispirazione. A onor del vero, Agamben dice pure che “Se un fascista dice che 2+2=4, questa non è un’obiezione contro la matematica”. Ossia una verità resta tale anche se la dice qualcuno inviso. E il fatto che l’estrema destra abbia sposato tesi vicine alle sue, riconosce, non ne inficia la validità e in ogni caso “hanno tutto il diritto di esprimere la loro opinione”.
Non ha torto Agamben a ritenere che la riduzione biologica della vita abbia qualcosa a che vedere coi lager nazisti; ma se vuol dare rigore filosofico al suo ragionamento non può ignorare né l’esperienza parallela e precedente dei gulag e tantomeno che il totalitarismo più vicino nel tempo della pandemia è oggi quello cinese, dispotismo asiatico e comunista.
Quel che non è affrontato nel pamphlet è il conflitto davvero epocale che è sotto l’epidemia e passa per il commercio, l’Oms e il 5G: la guerra fredda mondiale tra Usa e Cina, di cui non sappiamo le dimensioni, la radicalità e i misfatti sotterranei. Con un establishment occidentale che pur di punire Trump, sta facendo il gioco della Cina totalitaria.
A differenza di Agamben pensiamo il dispotismo come una minaccia, una possibilità e non un sistema ormai instaurato; confidiamo negli anticorpi della realtà e nel Katechon, per usare un linguaggio a lui caro, in grado di frenarne l’avvento. Gli dei ci salveranno, forse.

Marcello Veneziani

Marcello Veneziani

Marcello Veneziani su Barbadillo.it

Tags: Marcello Veneziani.

Related Posts

L’abbecedario. La settimana politica tra un apriscatole, una vendoliana alla Camera e gli occhiali (a raggi x) del Cav

Il commento. Prima dei “costruttori”, quando il “Roma” evocò “i sette puttani”

16 Gennaio 2021
Politica. Silvestroni (Fdi): “Conte espressione M5S, noi all’opposizione”

Taccuino. Con Italia23, Conte non teme nessuno: neanche la Smorfia

16 Gennaio 2021

Citofonare “sovranisti governisti”

Salvini parla per tutti: “Centrodestra pronto a governo”

Berto Sour. Il vichingo a Capitol Hill e la fine del bipolarismo sovranisti-globalisti

Der Arbeiter 4.0. “Fare sistema” per delineare le nuove frontiere del lavoro tra green e digital

Sicilia. Nello Musumeci sceglie la nuova portavoce: è l’ex europarlamentare Pd

CoviDiario. Dal vaccino di massa dei Borbone al piano che non decolla del governo

Il commento. Salvini nomina i nuovi segretari regionali della Lega. Per consolidare il partito nazionale

Più letti

  • L’intervista.  Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    L’intervista. Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Addio a Le Pen in Europa e a stop al progetto Sud, la Lega si ricolloca?

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Alain de Benoist: “Elezioni Usa: non c’è stata nessuna onda democratica pro Biden”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Destre. (di M. Veneziani). Meloni vola ma le manca classe dirigente

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Usa. Tarchi: “In un colpo solo eliminato Trump e legittimati gli avversari”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

La Forza della Poesia. Pär Lagerkvist e l’elogio del vento tra tenerezza e oblio

La Forza della Poesia. Pär Lagerkvist e l’elogio del vento tra tenerezza e oblio

17 Gennaio 2021
Il punto. A destra torna d’attualità la partecipazione dei lavoratori

Segnalibro. La partecipazione dal Corporativismo alla costituzione e al dibattito nell’Ue

17 Gennaio 2021
Le “anime belle del centrodestra” e la sfida (possibile) di un governo conservatore o di unità nazionale

Le “anime belle del centrodestra” e la sfida (possibile) di un governo conservatore o di unità nazionale

17 Gennaio 2021

Ultimi commenti

  • sandro su L’europeismo di Drieu tra filosofia, letteratura e politica
  • Guidobono su Giornale di Bordo. Il Covid e l’uomo occidentale che ha dimenticato lo stoicismo
  • Guidobono su Segnalibro. Gabriele d’Annunzio il vate, l'”uomo d’arme”, lo scrittore
  • Guidobono su Citofonare “sovranisti governisti”
  • Guidobono su Marco Tarchi: “Il sovranismo senza una impostazione populista avrà un futuro incerto”
  • Valter Ameglio su Der Arbeiter 4.0. L’Italia e la riscoperta della “funzione sociale” della proprietà
  • Guidobono su Giornale di Bordo. Ma Trump non è Churchill. E nemmeno Mussolini

with by Alessandro Mignogna

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più