“Per me è una questione morale: il verdetto dell’Aja mi ha alleggerito il cuore. Vivevo costantemente con un pugno nello stomaco. Adesso so di essere un uomo libero. Mia figlia mi chiedeva sempre di andare a Disneyland, e non potevo mai accontentarla. Adesso potrò farlo. Quando è iniziato tutto questo avevo 33 anni, ora ne ho 42…”: Salvatore Girone, fuciliere di Marina barese, è a Roma dove ha ricevuto la notizia del verdetto del Tribunale internazionale dell’Aja che riconosce l’immunità funzionale dei marò nel caso dell’Enrica Lexie e stabilisce la giurisdizione italiana sul caso.
La sentenza era attesa da tempo, e alla fine quando è arrivata Girone si è detto “quasi incredulo”. Prima ha esclamato un “finalmente” liberatorio e poi ha chiesto di conoscere nel dettaglio la disposizione dei giuridici internazionali. “Sono contento che finalmente abbiamo avuto una risposta. Eravamo da otto anni e mezzo sempre nel limbo di questa vicenda. E’ stata un scenda lunghissima – aggiunge – finché non è iniziato l’arbitrato internazionale e lunga anche nell’iter a l’Aja. Siamo felici che ci sia stata riconosciuta l’immunità funzionale e la giurisdizione all’Italia. Adesso posso adesso riottenere la mia libera personale, purtroppo fino ad oggi vincolata dalle procedure lunghissime determinate dalla giurisdizione indiana. Eravamo in Italia da quattro anni, ma obbligati a rispettare le condizioni dettate dalla corte suprema indiana”. Poi chiarisce un dettaglio: “Adesso la Corte suprema indiana dovrà attenersi alle disposizioni dell’Aja, al pari della giustizia italiana: ci dovrebbero, lo dico con il condizionale, restituire la libertà piena”.
Girone non nasconde le sofferenze passate: “L’immunità riconosciuta dimostra che avevamo l’immunità dal primo giorno di questa vicenda. L’India ha fatto quello che non doveva fare, tenendoci in prigione… Ho subito una grande ingiustizia da parte degli indiani. L’inchiesta italiana? Qui inizierà una procedura giudiziaria e ci atterremo a questa”.
Poi è il momento della gratitudine: “Il mio pensiero emozionato di ringraziamento va a tutte le persone che ci sono state veramente vicine, tanti italiani che ci scrivono e chiamano: il loro supporto è stato importantissimo nelle giornate più dure. Un ringraziamento particolare è per il team di avvocati internazionalisti: da quando sono entrati nella nostra vicenda, hanno avuto bisogno di tempo per risanare le disavventure dei governi precedenti nelle fasi iniziali, ma con questo apporto essenziale abbiamo raggiunto il risultato sperato”. Salvatore ora pensa al rientro a Bari: “Ho condiviso la gioia della sentenza solo telefonicamente con mia moglie Vania e i miei figli. Ora non vedo l’ora di tornare a casa per riabbracciarli”.
Sul caso giudiziario si registra anche la presa di posizione dell’avvocato Massimo Saracino, uno dei legali del fuciliere Massimiliano Latorre: “Confido che l’autorità giudiziaria italiana faccia piena chiarezza anche nel merito della nota vicenda. Le numerose battaglie legali e l’impegno assiduo profuso dagli organi istituzionali hanno prodotto il tanto atteso risultato. Si tratta di un primo, ma importantissimo, passo verso la soluzione definitiva dell’annosa vicenda”. Più polemico il post della figlia di Latorre, Giulia: “Finalmente questa storia si conclude”, ha scritto sui social. “Non festeggeremo perché è ancora presto, ma facciamo un sospiro di sollievo. Un giorno qualcuno chiederà scusa a questi uomini che hanno portato avanti una storia da ben 8 anni con dignità e onore, non pronunciando mai una parola fuori posto”.