Il gigante della cosmetica francese L’Oreal ha annunciato che cancellerà parole come “sbiancamento” dai suoi prodotti per la cura della pelle. L’azienda si allinea così ai diktat del pensiero unico con un’opera – dagli effetti grotteschi – di omologazione alla neolingua partorita dall’ideologia gender.
La società ha dichiarato che “ha deciso di rimuovere le parole bianco, sbiancante, correttezza, luce, schiarimento da tutti i suoi prodotti per la pelle”.
Scrive su Facebook il giornalista Giuseppe Pollicelli: “Non so bene cosa sia l’uniformazione delle pelle (che a costoro dovrebbe piacere, in nome dell’eguaglianza), ma a questo punto viene certamente meno la legittimità delle creme abbronzanti, che andrebbero ritirate dal mercato o quantomeno rinominate. Come? Boh. Senz’altro in qualche modo improprio e goffo, com’è inevitabile.
Del resto è tipico degli imbecilli e degli ipocriti cadere in contraddizione e rendersi ridicoli. Ammesso, certo, che il senso del ridicolo sopravviva tuttora e non vada invece incluso nella lunga lista di vittime di quella diabolica, sebbene rozza, forma di antiumanesimo che è la correttezza politica”.
Il caso Simpson: “doppiatori bianchi non doppieranno più personaggi non bianchi”
Il 26 giugno i produttori dei Simpsonhanno comunicato che non saranno più usati doppiatori bianchi per dare la voce a personaggi non bianchi. Nelle stesse ore, l’attore bianco Mike Henry, che nella serie animata I Griffin doppia il personaggio nero Cleveland Brown, ha comunicato che smetterà di farlo. Nelle ore precedenti altri attori e doppiatori avevano comunicato l’intenzione di prendere simili decisioni per altre serie animate. Uno dei personaggi neri dei Simpson – Carl Carlson, collega e amico di Homer Simpson – è stato fin qui doppiato da Hank Azaria, attore bianco e statunitense di origini europee del quale si era parlato in passato per il fatto che doppiasse il personaggio Apu Nahasapeemapetilon, che ha origini indiane.
Sempre Pollicelli chiarisce la posizione di chi si riconosce in un pensiero libero da queste forme di neototalitarismo: “Allora, io non so quanto durerà ancora questa follia globale (che prima o poi andrà scemando, ma tremo al pensiero di quali vette potrà nel frattempo avere toccato); una follia che, in quanto tale, è una contraddizione continua, perché poche cose sono razziste come il pensare che la gradazione cromatica della pelle di un essere umano debba essere il parametro in base al quale fargli usare o non usare quello strumento, la voce, che realmente non fa differenze tra etnie.
Ciò che so con certezza è che contro questa follia bisogna battersi con tutte le forze, ignorandone le abiette regole, attuando ogni forma di obiezione, contestandola sempre e comunque, all’occorrenza dando anche scandalo (“oportet ut scandala eveniant”). In nome di un nuovo e autentico umanesimo.
Un’altra cosa che so è che quest’attenzione maniacale, malata, perversa alle forme, non potrà che rendere peggiore la sostanza; quindi generare un deterioramento dei rapporti tra gli individui e un aumento degli atteggiamenti di chiusura e diffidenza verso l’altro. Il contrario esatto di quello che, a parole, questa mostruosa ideologia sostiene di proporsi”.
Ridicolaggini insulse. Il doppiatore deve forse avere toni di voce da ‘bongo-bongo’? E che è? Non è forse uguale a quella che si chiamava ‘segregazione razziale’, cioè divisione, nel vecchio Sudafrica? E dicano ‘annerente’ i pirloni parigini….
Una follia globale, come la chiama il giornalista citato nell’articolo, che ha raggiunto già vette elevatissime. Tanta stupidità come adesso, onestamente non l’ho mai vista. Siamo in pieno regime di anormalità. Qua tra un po’ in nome dell’antirazzismo ci imporranno di meticciarci obbligatoriamente con gli africani.
i primi complici di queste pagliacciate sono il compagno Bergoglio e l’altro rinnegato che fa il capo degli anglicani. Bisogna sbiancargli il cervello.
Come aveva deciso il dittatore del Paraguay, dottor Francia, a inizio 1800, proibendo il matrimonio tra bianchi…
una follia! boicottiamo questi prodotti!
Proprio quella del boicottaggio è l’unica strada praticabile. Tutte queste aziende hanno solo il profitto come stella cometa(al di là dei proclami roboanti sul sociale) ; per loro prendere posizioni in linea con il pensiero dominante porta solo guadagni sicuri,non perchè la maggioranza(piuttosto silenziosa…e silenziata) della gente sia d’accordo con i deliri politicamente corretti delle elite dominanti,ma in quanto queste stesse persone poco si preoccupano dell’aspetto politico di certe posizioni ; tradotto :se un prodotto piace lo si acquista senza troppo preoccuparsi dei “messaggi”portati avanti da determinate aziende. Tutto il contrario di ciò che fa il consumatore politicizzato di fede progressista,volto al boicottaggio permanente di tutte quelle aziende che diano solo l’impressione di violare i dogmi eterni del politicamente corretto.
Ecco,forse sarebbe ora di far sentire la propria voce contro i neo alfieri delle ideologie dominanti.
Personalmente,da qualche anno,non acquisto prodotti dei quali non apprezzo i messaggi pubblicitari veicolati dalle aziende che li propongono. Non compro più libri di autori(con l’eccezione di un paio che considero,purtroppo,indispensabili) che hanno firmato l’appello a favore dello ius soli (e di almeno una decina di questi acquistavo regolarmente ogni uscita editoriale). Non mi procurerò più le opere(anche qui,tolte un paio di eccezioni…)di tutti quei musicisti che abbiano aderito entusiasti alle iniziative dei “Black lives matter”(attenzione gli appelli contro il razzismo vanno bene,ma l’appoggio a questa organizzazione dai tratti suprematisti no).Etc,etc…
Ovviamente facendo ciò solo in pochissimi,non potrai portar loro alcun nocumento. Se,invece, tutti coloro che avessero fastidio per le moderne derive del politically correct,dimostrassero la loro sacrosanta incazzatura boicottando i prodotti alimentari,dischi,film,libri,etc,di chi se ne fa portavoce,sicuramente renderebbero poco conveniente uscirsene con certe prese di posizione
Adesso ,ad esempio,molte aziende alimentari,stanno minacciando Facebook di ritirare i propri finanziamenti se questa non dovesse far fuori qualsiasi traccia di ideologia sovranista o non conformista dalla propria piattaforma .
I nomi di queste aziende,innamorate del pensiero unico, le conosciamo,hanno aderito alla campagna “Stop hate for profit”.Boicottiamole in massa!!!
Ma la pubblicità di un detersivo che dirà, non potendo più dire sbiancante: non-sporcante?
Francesi ridicoli, come De Gaulle che pensava di aver vinto la WWII chiuso in un ufficio di Londra…
Come si chiamerà d’ora in poi lo “sbianchettamento anale”?