L’antifascismo ha tanti volti. Per questo, a volerlo leggere con attenzione, appare complicato focalizzarlo in un’unica ragione d’essere. La stessa Resistenza, della quale, il 25 aprile, si “celebra” la vittoria, è una realtà arcobaleno.
Fu guerra di liberazione nazionale (contro l’invasione dello straniero, ex alleato) e guerra civile (contro i fascisti). Fu guerra politica (viste le diverse componenti partitiche del CLN) ed ideologica (contro i nemici “di classe”, non necessariamente fascisti, ma anche borghesi, cattolici, liberali).
Il nostro invito è allora di non perdere di vista, sulle ali della retorica, le vere e proprie stratificazioni politico-ideali che, prima e dopo il biennio di sangue 1943-1945, determinarono l’antifascismo. Da questo punto di vista parlare di antifascismo democratico-cristiano , di antifascismo azionista, di antifascismo comunista, di antifascismo socialista, di antifascismo liberale, significa verificare, nel concreto dell’agire politico e nel manifestarsi delle diverse classi dirigenti, quelle distinzioni e contraddizioni “di sostanza”, che possono aiutare a superare ogni visione falsamente unitaria dell’antifascismo.
Come ebbe a scrivere, in “Quale Resistenza ?” (1977), Sergio Cotta, docente universitario di orientamento cattolico e comandante di una brigata partigiana : “… l’antifascismo di Matteotti non è certo quello di Gramsci e Togliatti; l’opposizione dell’Aventino non s’identifica con quella di Giolitti; l’antifascismo di don Sturzo non coincide con quello di Bonomi o di Serrati. Così pure, sul piano culturale, l’antifascismo di Croce non è quello di Gramsci o di Rosselli. Del resto, all’estero le travagliate vicende del Concentramento antifascista, dei rapporti fra comunisti e socialisti, fra GL e socialisti, offrono la prova chiarissima di profonde divergenze”.
Alla Democrazia Cristiana, formalmente legata alla propria “vocazione antifascista”, ma anche erede di quel Partito Popolare che aveva partecipato al primo Governo Mussolini, fa, d’altra parte, riscontro un Partito Comunista che declina l’antifascismo con alcuni dei riferimenti essenziali del proprio percorso politico ideologico. E’ il Pci operaista (che coniuga la lotta al fascismo con quella al capitalismo), istituzionale (che individua nell’antifascismo lo strumento per essere accreditato come “forza democratica”), terzomondista (che declina antifascismo e solidarietà internazionalista).
E’ un Pci che non rinuncia, negli Anni Cinquanta, al suo ruolo “conflittuale”, utilizzando sempre l’antifascismo quale arma di lotta politica contro la Dc, accusata di tradire la Resistenza e di essere al soldo delle “classi reazionarie” che avevano portato alla nascita del fascismo. Nel contempo la Dc aveva buon gioco ad accusare il Pci di collusioni con il sanguinario potere moscovita e di seguire la politica del “doppio binario”, formalmente “legalitaria”, ma capace di agitare le piazze e di mantenere attiva una struttura paramilitare (dalla milanese Volante Rossa al “triangolo della morte” in Emilia, con circa tremila esecuzioni sommarie).
Nel 1955, in un articolo, pubblicato da “Rinascita”, per il decennale del 25 aprile, Luigi Longo evidenziava come “nella Resistenza italiana l’esigenza della libertà è andata di pari passo con l’esigenza di eliminare per sempre non solo ogni manifestazione del fascismo, ma ogni rapporto economico e sociale che lo potesse far risorgere”. Il nuovo fascismo – in sostanza – era la Dc, a cui un altro dirigente del partito, Piero Secchia – negli stessi anni – negava ogni legame con l’antifascismo, in quanto espressione della “grande borghesia italiana”, dei gruppi “conservatori e reazionari”.
Ancora durante gli Anni Settanta, sempre il Pci parlava di “nuova Resistenza”, la quale – scriveva, su “l’Unità”, Longo, in occasione del trentennale del 25 aprile – “faccia fare al nostro paese una nuova decisiva avanzata democratica, liberandolo da ogni subordinazione all’imperialismo americano, dalla arretratezza e dalla miseria”. Nel 1978 arrivò il “Compromesso storico”, con lo scambievole “sdoganamento” delle forze in campo.
Per capire veramente che cosa fu il 25 aprile, nei settantacinque anni della storia dell’Italia repubblicana, bisogna partire anche da quelle storie, da un antifascismo passepartout , buono, a seconda delle stagioni, per chiudere alleanze e aprirne di nuove, per giustificare politiche ed alimentare divisioni, per nascondere atrocità e creare ingiustificate attese messianiche. Andando, in definitiva, oltre una visione strumentale dell’antifascismo. Per ricomporre storicamente il quadro complesso delle vicende che hanno caratterizzato il Novecento italiano. Per ridare finalmente un senso positivo alla nostra identità democratica. Senza strumentalismi di parte.
La contrapposizione tra DC e PCI era solo apparenza. Si divisero l’Italia postbellica in aree geografiche e settori d’influenza. La DC dominò soprattutto nelle regioni meridionali e insulari, il PCI nelle regioni centrosettentrionali, in particolare Emilia-Romagna, Toscana e Umbria. La DC si attribuì il controllo dell’economia e lasciò al PCI la scuola, l’università, il cinema e la televisione, soprattutto dopo il Sessantotto. Quello dei comunisti poi, furono una vera e propria egemonia e monopolio, certamente degni della natura totalitaria della loro ideologia. Il Fascismo era ormai morto e sepolto nel 1945, ma i comunisti italiani usavano sempre l’antifascismo come arma a loro favore per denigrare i loro avversari. Ridicoli, che etichettavano come “fascista” chiunque non la pensavano. Persino gli Stati Uniti erano considerati “fascisti” in molti manifesti del PCI, loro che il Fascismo lo avevano sconfitto assieme all’URSS. Quello che mi spiace constatare è che purtroppo la stragrande maggioranza degli italiani si è fatta “sinistrizzare”, e su questo la colpa è assolutamente la DC per ciò che ho scritto sopra. La DC avrebbe dovuto proporre un modello culturale conservatrice laica di matrice cattolica, invece ha sempre strizzato l’occhio ai comunisti e alle sinistre in generale, e così facendo ha favorito la secolarizzazione e la nichilistizzazione della società. Anche se va detto, che all’atteggiamento accondiscendente della DC col PCI, contribuì la Chiesa cattolica sempre meno cattolica, dopo l’elezione al soglio pontificio di Roncalli, che avrebbe condotto a quel disastro chiamato Concilio Vaticano II. Che siano maledetti i democristiani, principale rovina dell’Italia, luridi cattocomunisti.
Articolo pressappochista, polpettone storiografico come panacea per continuare tirare a campare..
PS.Il sig.Antonio Pantano sarebbe lietissimo di poter esporre verità storiche documentate riguardante i fatti di cui sopra, perché non approfittarne???
Roncalli era il cardinale più tradizionalista e ‘fascista’ di tutti! Solo che da Papa, forse per l’ambizione di rimanere nella storia, volle il Concilio, e forse non fu una buona idea (come pensava il cardinale Ottaviani), che prese un’altra strada…Con Roncalli le pirlate di Paolo VI non le avremmo viste…
L’unica strada da percorrere è quella della verità storica, non sul 25 aprile che è una data inventata così come inventata è bella ciao, così come inventata è una presunta lotta armata partigiana che non è mai esistita.
Quattro gatti traditori ed assassini, collaboratori del nemico americano e comunista non fanno una guerra civile. Guerra civile è questione seria, gli omicidi compiuti dai partigiani sono terrorismo non guerra civile.
Guerra civile è stata quella americana, quella spagnola, g
facciamola finita di parlare di questi quattro traditori, violentatori assassini vigliacchi e parliamo di chi ci ha invaso e cioè l’alleanza fra America Russia di Stalin Jugoslavia di Tito.
Basta con il dare importanza ad una questione che è solo di criminalità comune e di tradimento, gente (vedi Menapace e Tortorella, ancora fra di noi) solo ebbra di sangue, di uccsioni compiute con la copertura dei vincitori (quelli che ancora hanno 120 basi nel nostro suolo).
BRAVO ZIPPI, concordo su tutto!!
https://www.youtube.com/watch?v=CZXwNluequY
Liberazione si ma da tutti “i liberatori” …
Partigiani assassini
Basi nato ed Alleati
Tecnocrati e Virologi
Banche Usuraie e Multinazionali
Capitalisti sfruttatori
e anche dai ” destri ” … da sempre traditori …
http://www.fascinazione.info/2020/04/marcello-veneziani-non-festeggio-il-25.html
Bravo Zippi; aggiungiamoci la responsabilità dei capi missini (Romualdi, Almirante, Michelini, ecc), liquidatori della memoria della RSI, i quali ereditarono il Fascismo rivoluzionario( anticapitalista e antisemita) e lo trasformarono in un anticomunismo filosionista e filoamericano.ps. per descrivere questi personaggi basti pensare che Romualdi fu fermato con Teodorani e Colombo il 26 aprile: Colombo fucilato immediatamente , Romualdi (sulla cui testa pendevano due condanne a morte) e Teodorani vanno a firmare la resa ad un inesistente Cln comasco; o giorgio Almirante che si va a nascondere a casa di tale Levi.
Onore all’Eternità di Roma ….
Pagana Ghibellina Fascista !!
https://www.youtube.com/watch?v=SUSff7tlPws
concordo con Werner e con gli altri… “Sole che sorgi libero e giocondo”
Partigiani ‘del nulla’ arrivati a guerra finita a fare stragi e vendette appoggiati dagli occupatoti Anglo/Americani , falsi lurchi bugiardi, come branchi di iene su un Leone, iene che si sono proclamati eroi…
Nulla vi appartiene se non al viltà di ieri e di oggi …
Onore alla RSI
Un giorno dopo l’altro e cadono le foglie.
Autunno alla stazione, non c’è tua moglie.
Saluti i vecchi amici che han visto la battaglia,
ti muovi per le strade piano piano,
sentirsi come un cane, di tuo una divisa,
due gladi ed il tuo onore, il cuore e una ferita.
Tornare dal deserto,
sentirsi ancor più solo:
il vecchio bar dell’angolo, la chiesa è rasa al suolo.
E sguardi ostili intorno, neppure una parola,
qualcuno che ti osserva, già vorrebbe la tua gola.
E gli occhi di una donna che fissano pietosi,
i vent’anni di chi ha perso,
nei tuoi gesti un po’ scontrosi.
Perché i tuoi diciott’anni li hai giocati con la morte,
ogni giorno, ogni istante hai costruito la tua sorte.
Per difendere un’idea, un onore calpestato,
perché chi tradì in settembre
non sarà mai perdonato.
Continuano a fissarti
dal fantasma di un portone,
fai paura anche da vinto,
son vigliacchi senza nome,
perchè ora che il tuo mondo
l’han bruciato gli imboscati
tu ricordi ancora sogni
che non saran dimenticati.
… ti sei portato dietro la tua primavera
quegli anni ancora verdi della tua camicia nera,
domani, domani dovrai ricominciare
a dimostrare al mondo cos’è una fede vera.
E adesso che tu figlio già reclama la ricchezza,
te la sei giocata allora per un attimo di fierezza.
Ti sei portato dietro la tua primavera
quegli anni ancora verdi della tua camicia nera,
domani domani dovrai ricominciare
Vabbè,premesso che non ho alcuna simpatia per le lotte partigiane o altro di simile…Però,a valutare le cose con obiettività,se è vero che sono usciti fuori praticamente a guerra già persa(per il fascismo),tuttavia qualche rischio se lo sono preso(migliaia di loro hanno perso la vita nelle file della Resistenza),non è che si siano limitati a fare stragi e infierire sui vinti(certo anche questo,ma non solo). Cosa diversa sono gli antifascisti di oggi ,che fanno i bulli a fascismo morto,combattendo le guerre care al globalismo,in totale comodità e senza alcun pericolo,con la benedizione dei poteri forti,la chiesa,i maggiori giornali e media,intellettuali(mmmmm…)e vip di grido,la magistratura,le massime cariche politiche,etc,etc.
A fare i ribelli così è molto facile.I partigiani veri oggettivamente le pallottole se le beccavano e combattevano sul campo(e ripeto non sto discutendo in merito alle ragioni della lotta).
Oddio, dei partigiani sono morti, certo, ma ‘sul campo’ significa, a parer mio, una battaglia e mai i partigiani hanno ingaggiato una battaglia. Per lo più sparavano da dietro un muro, un albero e scappavano. La tattica della guerriglia….
Certo,la loro era più una guerra fatta di agguati,però (ovviamente) non priva di rischi,ed una volta catturati facevano(di solito)una brutta fine…
Non sempre. Comunque non era migliore, anzi, la fine di quelli che finivano nelle loro mani, o nel mirino di un’arma alle spalle, anche prima del 25 aprile…
Di solito il 25 aprile spengo tutto, preferisco leggere o fare altro piuttosto che sorbirmi tutta la retorica antifa e resistenziale a reti unificate, anche perchè mi guasto solo l’umore, al massimo mi scambio qualche messaggio con amici e camerati ma per me non ha nemmeno troppo senso dare spago alla narrativa che circonda questa data insulsa, nemmeno sopporto le proposte di quelli che a “destra” dicono che il 25 aprile deve diventare una festa inclusiva etc,non ha alcun senso, è una data che rappresenta la sconfitta e la sottomissione del popolo italiano e quindi in qualunque modo la si mette sempre rimane un giorno ridicolo in cui non c’è niente da festeggiare, nemmeno se al posto di “bella ciao” si cantasse “la canzone del piave” che sarebbe secondo me solo un controsenso cantare in questo giorno, questo giusto per fare un esempio… Però oggi, accodandomi ai commenti precedenti e seguendo l’esempio di Catilina, visto anche il momento storico e la clausura forzata, voglio rendere anch’io omaggio a chi fino all’ultimo,anche davanti alla sconfitta militare, ha combattuto ed ha sacrificato la propria vita,giovani e giovanissimi, uomini e donne che si batterono con spirito cavalleresco per la “più audace, la più originale e la più mediterranea ed europea delle idee”,questo secondo me è il messaggio da dare oggi, un esempio ancora attuale di lotta disinteressata per le proprie idee perchè come diceva E.Pound “Lo schiavo è quello che aspetta qualcuno che venga a liberarlo”. Quindi voglio ricordare questo sacrificio come monito per l’attualità e lo faccio con il mio canto preferito della R.S.I., quello che trovo il più malinconico ed anche drammatico, forse il più bel canto degli anni 40 a mio modesto avviso: https://www.youtube.com/watch?v=Wpadju5psHI
Testo:
Le donne non ci vogliono più bene
(i militi fascisti)
Le donne non ci vogliono più bene
perché portiamo la camicia nera
hanno detto che siamo da catene,
Hanno detto che siamo da galera.
L’amore coi fascisti non conviene.
Meglio un vigliacco che non ha bandiera,
uno che non ha sangue nelle vene
uno che serberà la pelle intera.
Ce ne freghiamo. La Signora Morte
fa la civetta in mezzo alla battaglia,
si fa baciare solo dai soldati.
Sotto ragazzi, Facciamole la corte!
Diamole un bacio sotto la mitraglia!
Lasciamo l’altre donne agl’imboscati.
(le donne)
Le donne non vi vogliono più bene
perché portate la camicia nera.
Non vi crucciate, donne da galera
che tutti sanno avvinte da catene.
A voi fascisti, a voi, non si conviene,
chi rinnegò la patria e la bandiera,
chi si donò al nemico tutta intera,
chi ha stoppa in capo ed acqua nelle vene!
Voi che correte il Palio della Morte,
fra quattro mura intenti alla battaglia,
che per sorteggio, arride a voi soldati,
se un cuor di donna vi farà la corte, che vi ha seguito sotto la mitraglia:
è un fuoco in meno in petto agli imboscati!
A Noi!
In aggiunta per rafforzare il concetto:
E’ tipico della plebe combattere quando si è certi della vittoria;
è prerogativa borghese farlo quando si possono capovolgere le sorti di una battaglia;
è solo di un’élite aristocratica combattere quando tutto sembra perduto, nella certezza di compiere il proprio dovere.
Henry du Vergier, Conte de la Rochejaquelein
https://www.azionetradizionale.com/2020/04/25/incise-sulla-pietra-combattere-quando-tutto-sembra-perduto-henry-du-vergier/
E questo è un’altra storia. Ovviamente coloro che si arruolarono nella Rsi mostrarono di certo molto più coraggio, considerato che lo fecero a guerra(certamente) persa. Però, rimango sempre dell’ idea che, seppur concordando con te (e con Du Vergier)sulla logica plebea nel combattere solo le guerre dal sicuro esito favorevole, imbracciare un fucile comporti sempre una certa dose di fegato(anche perché se si viene uccisi, la vittoria non si può neanche godere…).
Wolf. Sì ma reso omaggio al fegato (poveraccio, sempre tirato in ballo…) rendiamo omaggio pure alla testa… Quella guerra assurda e sballata (per l’Italia, soprattutto) in fondo non poteva finire che male. Il che non giustifica certo gli eccidi resistenziali a guerra finita…Troppo grande la sproporzione delle forze in campo ed in guerra l’unica cosa che non puoi fare è barare. Mussolini mai riuscì a spogliarsi della sua ‘anima giornalistica’, cioè confondere spesso le parole, le illusioni con la realtà nuda e cruda…Gli aristocratici italiani (piemontesi soprattutto) )in gran maggioranza optarono nel ’43 per la resistenza per fedeltà monarchica, certo, ma anche perchè non condividevano il pensiero di du Vergier…
Wolf la mia non voleva essere una risposta a quello che dicevi(del resto anche quei partigiani che imbracciarono le armi sarebbero considerabili più “nobili” rispetto all’italiota odierno), questo giusto per precisare, la mia era una riflessione personale fatta con uno sguardo rivolto anche all’attualità , svincolata dai commenti che mi precedevano…
Sì sono d’accordo, l’Italia non era in grado di affrontare una guerra di quel tipo. Oltretutto credo abbia portato più danni che benefici all ‘ alleato tedesco (ad esempio aprendo il fronte greco).Però trovo sconcertante la posizione dell ‘aristocrazia piemontese che appoggiò la resistenza.
Ammettiamo però che il tradimento e la resa del ’43, per quanto infamanti, hanno consentito all’Italia di avere un ‘trattamento quasi di favore’ nel ’45, senza occupazione sovietica, senza generali impiccati ecc., con l’ipocrisia della Liberazione che, seppure accompagnata dall’occupazione alleata e dalla semisovranità, ha facilitato la ricostruzione ed il successivo ‘miracolo economico’. Tanto l’onore a quel punto era comunque perso… almeno ci era rimasto lo spazio per il MSI, che dava uno scenario alla nostalgia ed ai reduci ed a tanti giovani la prospettiva, l’illusione dell’ordine e della ribellione, nella stessa confezione…
L’aristocrazia piemontese era ancora una classe dirigente. E quindi era realista, non sognatrice. Sogno Edgardo, tanto per rimanere in linea, in Spagna era stato dalla parte di Franco, ma nel ’43 che senso aveva lasciare la pelle per i lugubri deliri nazisti, per la vana difesa della ‘cittadella europea’?
Sì Stefano,lo so, il mio commento era solo per precisare meglio ciò che intendevo prima, non avevo interpretato il tuo intervento come in contrasto con quanto dicevo (anche perché condivido in toto quanto hai scritto).
Guidobbono, sono stati pragmatici, però io sono legato ad una visione differente dell ‘aristocrazia,per la quale l’onore stava sopra ogni cosa, ma forse questo tipo di nobiltà era estinta già da tempo.
Un ultima considerazione che si lega al ragionamento contenuto dell’articolo, un comunista di ferro come Amadeo Bordiga, fra i protagonisti della scissione di Livorno e fondatore del PCd’I, ebbe a dire: “Il peggior prodotto del Fascismo è l’antifascismo”, egli sosteneva infatti che ciò che viene chiamato “resistenza” non è stata altro che una lotta demo-borghese a favore delle classi dominanti e “dell’imbonitura americana”,che non aveva niente a che vedere col concetto di militanza rivoluzionaria, affermava che “il partigiano è quello che combatte per un altro, se lo faccia per fede per dovere o per soldo poco importa.” perchè il militante rivoluzionario conduce una lotta che è sempre di natura offensiva… Insomma, anche colui che venne a ragione considerato uno dei custodi dell’ortodossia comunista non aveva alcun riguardo nel considerare perniciosa e strumentale la resistenza e l’antifascismo, ovviamente nell’ottica di un marxismo iper-classista, anti-borghese ed anti-democratico.
Wolf. L’onore non era patrimonio della RSI. Onore era anche quello di Cordero Lanza di Montezemolo, il padre del cardinale, che catturato dalle SS venne torturato in via Tasso, non parlò, e finì alle Ardeatine…
E se la mettiamo sul piano dell’onore ricordo anche un certo Salvo d’Acquisto… ed altri a Cefalonia che, pur sbagliando, non scelsero la via più facile…
Onore è anche non passare da un alleato all’altro a seconda delle convenienze e dall’andamento della guerra. E il discorso non sarebbe cambiato,per quanto mi riguarda,se avessero fatto il passaggio inverso,ne faccio proprio una questione di principio.
Non lamentiamoci,se poi all’estero vedono gli italiani come inaffidabili e privi di parola.
Che poi ci siano stati atti di coraggio da entrambe le parti e indubbio,ne sono consapevole.
I nostri “tradimenti” erano iniziati ben prima…
Wolf: “visione differente dell ‘aristocrazia, per la quale l’onore stava sopra ogni cosa, ma forse questo tipo di nobiltà era estinta già da tempo”. Direi che storicamente è stato sempre un valore individuale, mai di classe… Al tempo dell’invasione napoleonica, ad esempio, la nobiltà subalpina in gran parte divenne ‘collaborazionista’, poi nel 1814 tornò con il Re legittimo, poi nel 1821 si schierò contro l’assolutismo per la costituzione ecc. L’onore era fedeltà. Ma ci può essere una fedeltà al re, all’alleato, alla Patria, alla terra, ai valori, alla gente ecc. Non è un concetto univoco. Talleyrand fedele alla Francia insegna…
Ci stiamo allontanando, ma è in parte inevitabile, dal quesito principale: non c’è mai stata resistenza, ma collaborazione di poche migliaia di italiani con gli occupanti.
Chi resisteva era la RSI, quei pochi collaboratori degli occupanti aggredivano a tradimento chi, per non lasciare tutto lo spazio agli alleati tedeschi, difendeva il suolo, le strutture, le industrie, le città (De Felice qualcosa in proposito l’ha scritto) e l’ONORE.
Disquisire sula buona fede di (pochissimi) antifascisti è inutile perché si va fuori tema.
Persino Pisanò si accorse di essersi fatto travisare dal classico, ma stantio, concetto della buona fede di parte degli antifascisti e parlò di Guerra Civile.
Ma, prima di morire, rinnegò quell’interpretazione perché chi stava dall’altra parte collaborava con i nostri nemici e poco conta se il nemico era Stalin Tito o Eisenhower.
Guerra civile non c’è stata, c’è stata una occupazione da parte di Stati Uniti Inghilterra Russia Titini.
Parlare di personaggi, magari tipo Sogno, vuol dire prestare il fianco di fronte a chi è già molto più forte di noi.
Alla fine, così, vince sempre chi domina il mondo che, badate bene, non sono i cattocomunisti del PD perché questi sono solo i servitorelli dei veri dominatori, gli stessi del 1945.
E nel 1945 non hanno vinto i comunisti…
Che poi , oltre all’invenzione di una resistenza e di una lotta partigiana mai esistita, si affianchi anche la pagliacciata di una canzone inventata dopo aver completato le stragi di patrioti (nel 1949), è solo conferma che si tratta di una recita così falsa da essere difficile da combattere.
Perché sono le menzogne più sfacciate le più difficili da combattere…
Sig.Zippi non sparisca,si faccia sentire ogni tanto la prego..
Catilina finalmente ti sei rinsavito,mi ha fatto molto piacere leggerti, è stata una botta d’andrenalina d’altri tempi credimi specialmente in questo giorno che è sempre di vergogna e m..a.lascia perdere la sinistra qualunque essa sia..
Scusate se ancora scrivo, ma è stato agghiacciante ascoltare quasi per caso Petrolio: tre cosiddetti storici comunisti su tre: Barbero, Baldissara, Alessandrini sono stati gli unici commentatori dell’occupazione di Bologna da parte dei polacchi, con la ovvia miracolosa apparizione dei partigiani, subito intenti a far strage di patrioti.
Baldissara è arrivato a dire che i gap, poveretti, uccidevano a tradimento di malavoglia, anzi provavano dolore, perché non avrebbero voluto farlo, ma erano i fascisti che li “costringevano” per il fatto di continuare a combattere contro l’invasore…
Conclusione di questa ignobile puntata (ma Sangiuliano cosa ci sta a fare in mezzo a questi aguzzini mediatici): i fascisti devono essere contenti perché, tutto sommato, in tre/quattro anni ne sono stati ammazzati pochi, addirittura poi sono stati amnistiati (e noi, con Togliatti, sappiamo bene perché..).
E non c’è stata una Norimberga Italiana.
Cioè questi aguzzini, che chiamarli storici è offensivo per il termine stesso, avrebbero gradito che i bombardatori di Dresda Hiroshima e Nagasaki e delle città italiane ci processassero.
Ma chi avrebbero potuto processare se la gran parte dei patrioti erano già stati ammazzati dai loro degni compagni a partire dal 1943 fino al 1949?
Rimane il mistero, a mio avviso, del perchè decine di migliaia di fascisti, o presunti tali, si siano lasciati ammazzare, durante settimane, mesi, anni, senza mai resistere, senza restituire mai un colpo. Il duce si è fatto catturare da quattro scalzacani quattro, gli altri Ministri e gerarchi fucilati a Dongo pure ecc. ecc.
E da questo mistero discende una delle ragioni, credo la principale, per la quale la destra in Italia non è rispettata, checchè ne dica Catalina. La sinistra (anche gli odierni stracciaculi PD) identifica ancora e sempre la destra con i ‘repubblichini’ – o presunti tali – appesi a piazzale Loreto o fatti fuori a decine di migliaia, con una vocazione al martirio degna di miglior causa… Non è un caso che i martiri, anche degli anni ’70, siano solo i giovani di destra… Non credo che il cristianesimo si sia imposto con Costantino e Teodosio grazie all’accumulazione dei suoi martiri… quindi sarebbe forse bene avere altri modelli ispiratori, così da smetterla di frignare e qualche volta, almeno, saper incutere timore…
Una parte consistente dei reduci della Rsi nulla ebbe a che vedere con la destra :Pensiero Nazionale e FncRsi tanto per citare qualche nome.Il vero ideologo della Rsi fu Nicola Bombacci.
Guitto-Bono-Infelice vedo che neanche nel tuo giorno piu’ importante dell’anno Ti sei risparmiato nelle tue elucubrazioni da storicista “disfattista” ( cinico ?!) di congenita e pomposa anti-italianità.
D’altra parte Berto Ricci sull’ l’anti-italianità di certa borghesia illuminata ( aristocratico/costituzionalista) ci ha scritto pagine eloquenti …
Ah scusa dimenticavo che per quelli come Te i giorni piu’ importanti e luminosi del calendario oltre il 25 Aprile sono stati il 25 luglio e l’8 di settembre perche ogni “antifascismo” ha le sue precise e particolari ricorrenze .
Gli antifascisti ideologici di sinistra con i loro omidci e le loro stragi a guerra finita festeggiano il 25 aprile , gli antifscsiti “antropologici di destra ” invece festeggiano a loro modo il 25 luglio e l’8 di settembre ” …. La loro liberazione da qualsiasi senso di colpa e responsabilità, il lavacro purificatore da un Ventennio che non era mai stato il loro …
Ma questo perchè si è “antifascisti antropologici di destra” da molto molto molto del 25 luglio e dell’8 di settembre, , si è antifascisti da Caporetto, si è anti-fascisti ed anti-patrioti già da dentro il Risorgimento, si è anti-fascisti da sempre, perchè tra le righe si è sempre preferita la casa savoia a Mazzini, Pisacane, i Fratelli Bandiera e quindi si preferisce Badoglio a Mussolini; la falsa aristocrazia piemontese, un po’ questurina, baronale, pretoriana ( … e dai diciamolo anche un po’ genocida verso le regioni del Sud Italia .. ), che non ha mai visto di buon okkio Arditi, Sansepolcristi, Futuristi, D’Annunziani, Fiumani, Legionari, Squadristi insomma quell’atropologia un po’ guascona e caciarona, poco incline al signorsì ( Arditi e Non gendarmi ) , quella umanità capace di combattere i nemici ” dentro e fuori ” non Vi piace ….
D’altra parte “l’antifascismo antropologico” di destra ha avuto da sempre come riferimento geopolitico uno straniero, uno straniero qualsiasi, che siano stati Francesi Inglesi Austriaci o infine i liberatoti americani poco importa ;
La Vostra è una morale da servitori non da uomini liberi.
Ecco perchè Ti piace così tanto E. Sogno, e i golpisti presidenzialisti da quattro soldi degli anni 70 , e poco i caduti degli anni 70 , quelli che avevano rotto con certi giochetti orchestrati dall’anti-comunismo di servizio conto terzi ed è divenatata una generazione ribelle e ” FIGLIA DI NESSUNO ” .
Ma d’altra parte dentro quel laboratorio ideologico/antropologico che è stato il Piemonte (…a parte Carlo Alberto l’unico sconfitto che ha avuto una certa dignità regale e il sano germe del dubbio … ) c’è sempre stato sempre ben poco di “Regalità” e molta poca Italianità; e questo lo sapevano bene Mazzini, Pisacane, Ferrari, Orsini …
Eravate da sempre “con qualche alleato” con un padrone qualsiasi , da molto prima della costruzione dello Stato Nazionale, proni a logiche internazionaliste e massoniche dove si va per “fratellanza cooptata” e non per ” libero istinto di Libertà “…
E per questo che detesti nel tuo profondo ” LA NOBILTA’DELLA SCONFITTA ” in tutte le epoche storiche e a tutte le latitudini, e sei piu’ realista del re ; perchè per Te le Storia si costruisce con la parole “ordine” scritta in minuscolo; e non con la parola ” Ordine ” scritta in Maiuscolo
… E per questo che secondo Te i 400.000 volontari della RSI sono dei fanciulli che si sono fatto allegramente massacrare senza combattere , che quelli della Charlemagne a Berlino erano dei poveri idioti, che i ragazzi di Bir El Gobi e di AL ALmein sono dei poveri illusi e perchè Ettore e Leonida non hanno dignità storica e tanto meno politica. Solo perchè hanno perso …
Sei la rappresentazione piu’ autentica del modernismo dove chi perde nella Storia non ha una Sua dignità …
Chiudo, dicendo che per fortuna il Fascismo, ” nella sua Essenza piu’ profonda ” non è ricomponibile nè tantomeno storicizzabile ” perchè rimane ancora “meravigliosamente” incompiuto … Per questo fa ancora paura …
Mentre è storicizzato definitivamente il fallimento totale dell’antifascismo ideologico della sinistra e quello antropologico di certa destra ( basta vedere cosa avete combinato negli ultimi 25-30 anni ) ….
E questo nonostante i Bella Ciao cantati dai balconi dalla solita maggioranza di schiavi , contagiati dall’imbecillità e dalla vigliaccheria, epidemie ben più pericolose di qualsiasi COVIT 19 ….