
Montesarchio (BN), 11 giugno 1977. Il ventunenne Maurizio Gasparri presenzia al primo Campo Hobbit organizzato dal Fronte della Gioventù. Caratterizzati da concerti all’aperto, dibattiti e iniziative culturali, i campeggi/raduni dei Campi Hobbit nascono come momenti di aggregazione per rispondere alle nuove esigenze generazionali in seno alla destra giovanile.
Nel 1980, nel corso di una video-inchiesta televisiva negli ambienti italiani neofascisti e di destra, per la trasmissione «Primo piano», Giampiero Mughini intervista il giovane Umberto Croppi, uno dei principali ispiratori di questa realtà. Alla definizione «Parco Lambro di destra» suggerita dal giornalista, Croppi risponde:
«C’è una differenza sostanziale tra il Parco Lambro, che in effetti rappresenta la fine di un ciclo, l’inizio del fallimento dell’estrema sinistra, e il nostro Campo Hobbit che invece segna una nuova fase per la destra italiana. Tant’è vero che è un’esperienza che va in crescendo, infatti gli esiti migliori li abbiamo raccolti proprio nell’ultima edizione, quella di quest’anno».
— Quanti eravate quest’anno al Campo Hobbit?
«Eravamo più di duemila persone».
— E che cos’erano in concreto queste giornate al Campo Hobbit?
«Campo Hobbit è stato essenzialmente una festa. Questo era il suo aspetto principale sottolineato poi dal titolo del manifesto: una festa a lunga attesa. Una festa che serviva un po’ a ricondurre all’essenzialità, all’umanità un mondo frastornato fra campagne di stampa e situazioni che lo vedevano da tempo martellato. Una situazione di chiusura, quasi di paura. Noi abbiamo voluto sottolineare invece la nostra gioiosità, la nostra voglia di vivere. Poi Campo Hobbit è un incontro tra varie esperienze, è la possibilità di confrontare tutti quei nuovi strumenti di confronto con la società che noi abbiamo messo insieme in questi anni: le radio libere, i gruppi musicali, i gruppi teatrali, di poesia…»
— Cos’erano al Campo Hobbit tutte quelle croci celtiche?
«Mah, questa è un’annotazione che non ritengo vera perché nella simbologia ufficiale del campo la croce celtica non appariva affatto. Erano, sì, al collo di molti partecipanti, nei ninnoli di molti stand al campo vi erano alcune croci celtiche. È un simbolo molto diffuso a destra, non credo ci si possa scandalizzare anche se negli ultimi tempi c’è stato un tentativo di criminalizzazione. Noi non siamo legati a una simbologia specifica, non siamo legati a nessuna forma di ritualismo. Stiamo cercando proprio di rinnovare tutto il nostro modo di presentarci per renderci più comprensibili…»
— Cioè sempre più rock e sempre meno croci celtiche?
«Mah, non penso che si possa sintetizzare in questo modo la nostra posizione. Però direi sempre più possibilità di aprirci al dialogo con la società, con il mondo che ci circonda, attraverso le forme che sono proprie di questo mondo. Il rock è una delle sue componenti ma non è l’unica. Sono molte altre le forme d’espressione, attraverso le nostre numerose riviste, attraverso la possibilità di interpretare tutti i canali dell’informazione e della cultura nel nostro mondo». (da Spazio70 gruppo social)
Non oso immaginare cosa si combinava in questi campi hobbit. Non penso erano tanto diversi dai raduni fatti dai giovani sinistroidi. Il libertinismo sociale sessantottino infettò tutta la società, giovani soprattutto. Ecco perché siamo alla deriva oggi.
La celtica era un simbolo di trasgressione, di destra ovviamente, ma non s’identificava con una precisa ideologia, che del resto lì non ci fu mai. Era una galassia molto composita, in parte immaginaria, come fu poi scritto…Il piacere del MSI per i simpatizzanti di 45 anni fa, magari non per i militanti alla Catalina, era di essere allo stesso tempo ordine e trasgressione.
Werner. Ma che cacchio scrivi? Per recitare il rosario allora bastava andare in chiesa e pure a casa tua… Non ti facevo tanto baciapile…
@Guidobono
Mah, baciapile, definizione che non prendo né come complimento né come un’offesa, anche se non mi ci identifico. Sono un conservatore laico di cultura cristiana, contrario al disordine morale, etico e sociale senza necessariamente essere bigotto. Fossi stato bigotto non sarei favorevole alla legalizzazione della prostituzione con ritorno alle case chiuse e abolizione della Merlin, tanto per farti un esempio di come la penso io. Ma il MSI non era un partito conservatore, e nessuno dei suoi iscritti lo era, e lo disse Evola nei suoi scritti prima di morire.
E’troppo carino il titolo che parla di “rinnovamento a destra” con sotto la foto di Gasparri : effettivamente è un bell’esempio di uno che, da campo Hobbit a Berlusoni, si è rinnovato molto bene.
Ma Evola che cosa capiva del MSI?
Proprio i bigotti erano grandi assertori delle Case Chiuse! Pensa che i confessori manco chiedevano agli uomini, all’epoca, se erano stati in una ‘casa’. era come andare dal farmacista…Né peccato, né peccatuccio!!!!
Werner. Sei favorevole ad eutanasia e suicidio assistito? Se no, sei un baciapile!
@Guidobono
Favorevole all’eutanasia solo in casi eccezionali, tipo coma irreversibile e malattia terminale. Ovviamente previo consenso della persona interessata. Quanto alle case chiuse, meglio queste che vedere le meretrici per strada, semplicemente per una questione di pubblico decoro. Non giudico e non demonizzo il mestiere della prostituta, il più antico del mondo, che anzi svolge un lavoro di grande utilità sociale, però è meglio farlo in uno spazio chiuso e riservato. Fosse per me verrebbe messa fuorilegge la pornografia, perché dà un’immagine distorta, negativa e violenta della sessualità, ed influisce sulla psiche di molti che poi fanno danni.
Werner. Succube di pregiudizi (o credenze, se vuoi) pseudo cristiani che si vogliono arbitrariamente estendere a tutta la società attraverso gli strumenti di uno Stato teoricamente laico. Chi è contro eutanasia o suicidio assistito per me è a favore di uno Stato confessionale, Stato che da liberale detesto, aborrisco, odio. Chi politicamente è contro non avrà mai il mio voto. Saluti!
@Guidobono
Io invece da conservatore laico di cultura cristiana, preferisco uno Stato confessionale piuttosto che uno Stato teocratico, e quest’ultimo lo aborro tanto quanto te che sei un liberale. Nello Stato confessionale vi é come nello Stato laico la separazione tra potere religioso e potere secolare, solo che nel primo ad una religione viene dato un trattamento di riguardo rispetto alle altre, nel secondo invece tutti i culti sono messi sullo stesso piano. Se permetti, privilegiare il Cristianesimo rispetto alle altre religioni, almeno qui in Europa, mi sembra un fatto normale, perché fino a prova contraria la nostra civiltà e la nostra identità si sono modellate su di esso. Poi per carità, ognuno é libero di essere ateo, agnostico, deista o altro, ma negare questo aspetto mi pare intellettualmente disonesto. Che poi uno Stato confessionale gli altri culti o credenze li rispetta e li tollera, una teocrazia invece é per il dominio assoluto di una religione. Anche la Città del Vaticano sarebbe una teocrazia, eppure dopo il CVII, e ancor più col pontificato attuale, é indifferentista al pari della Francia. Una buona serata!
Ma quali altri culti! Si vuole imporre una disumana ed ipocrita “cultura per la vita” a tutti, anche ai non credenti! Un attentato alla libertà individuale. Ciò fa indignare e vomitare…