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Home Politica

Coronavirus. In tempo di crisi sarebbe servito un governo legittimato dal popolo

by Fernando M. Adonia
9 Marzo 2020
in Politica, Scritti
11

I nodi politici, alla fine, arrivano tutti al pettine. E se al momento non si chiedono espressamente le dimissioni al governo, è soltanto per rispetto all’Italia e agli italiani. Che tuttavia non meritano una classe non-dirigente come questa. Concluso questo scenario emergenziale, si dovranno prendere però i giusti accorgimenti istituzionali per sanare una situazione non più giustificabile.

Coronavirus, è tutta colpa di Giuseppe Conte? No, perché al premier non si possono attribuire responsabilità non sue. Anzi, da non politico ce la sta mettendo tutta a far quel che può fare. Ma il punto è proprio lì: Conte non è un politico. La questione viene da molto lontano e ce la trasciniamo dal primissimo esperimento gialloverde. 

Aveva ragione Mattarella quando chiedeva ai due firmatari del contratto che almeno a Palazzo Chigi andasse un politico. Poi arrivò il caso Savona e, poi ancora, il Papeete. La voglia di arginare Salvini ha messo tra parentesi i fondamentali, tanto da non sanzionare i giravolta di Conte (sia in Italia che in Ue) e le rampognate al Senato verso il leader del Carroccio (eccessive oltre ogni limite, ammettiamolo). 

Atti che in altri tempi sarebbero stati guardati con sospetto. Da Berlinguer. Da Aldo Moro. E da Giulio Andreotti. Ad agosto si è preferito invece far passare l’idea di un Conte statista sol perché aveva fatto marameo a Salvini. E lo si è fatto nella speranza che da lì alla prossima elezione del presidente della Repubblica non sarebbe accaduto nulla di eccezionale. 

Pare una vita fa, ma arriva oggi il conto salato della scelta a ribasso che ha messo d’accordo Beppe Grillo e il Partito democratico. Con un premier non eletto – espressione di due forze non maggioritarie nel Paese (anzi, sconfitte in tutte le principali competizioni elettorali degli ultimi anni, comprese quelle in Emilia-Romagna dove il M5s è franato) – chiamato a decidere su questioni di vitale importanza per il Paese. Vitali, sì.

Stavolta in gioco c’è la sopravvivenza di una fetta della popolazione. Diciamolo con onestà. In gioco – non di meno – ci sono l’economia del Paese e la tenuta del sistema sanitario. Giuseppe Conte è chiamato dunque a delle responsabilità immani senza che il popolo sia stato mai consultato sulla sua leadership. L’Italia è forte, vero. Ma lo era anche Ronaldo (quello brasiliano); tuttavia, se le ginocchia non reggono, rischiano di smontarsi in diretta tv. 

La malattia di Nicola Zingaretti (a cui si augura la pronta guarigione) è il segnale che questa classe dirigente non è all’altezza della situazione. L’aver sottovalutato l’allarme con tanto di aperitivo scacciapensieri in una Milano sotto assedio, e l’essersi seduto poi ai tavoli di lavoro con gli altri colleghi governatori col rischio d’infettarli tutti, la dice lunga. Nello Musumeci, presidente della regione siciliana, intanto si è posto autoquarantena (problema non da poco). E se dovessero farlo anche tutti gli altri? Insomma, c’è un motivo se i generali non vanno in prima linea. Culo al caldo o no, è necessario che chi amministra anche un condominio possa fare scelte coerenti e utili alla propria funzione. 

Quello del politicamente corretto non è un pensiero per stagioni di crisi, per momenti di alta intensità. Di rimando, anche il consenso di quei politici che spopolano in rete, potrebbe non giovare a nulla in questa fase. Rimpiangere la Prima repubblica non serve a nulla, studiarla sì. All’indomani del secondo conflitto mondiale ci fu un serio problema di classe dirigente: la Dc dovette fare i conti con le tante adesioni di giovani che non avevano mai partecipato alla vita pubblica. 

Tuttavia, i leader di partito furono di altissimo livello. Questo perché erano stati temprati dall’esperienza della clandestinità, prima, e della guerra, poi. I signori oggi al governo non hanno questo stesso bagaglio di esperienze alla spalle. E neanche qualcosa di meno (il motivo è generazionale, ma non solo). 

Il mantra dell’uno-vale-uno dimostra oggi tutta la sua precarietà. Chi si è seduto anche in un misero consiglio d’istituto, sa cosa vuole dire avere a che fare con il consenso, le mediazioni e le decisioni. Ovvio che da consigliere comunale a Presidente della Repubblica c’è uno scarto sostanziale. Ma non si arriva al vertice senza aver mai pascolato tra gli angoli della base. In questi anni abbiamo perso di vista l’essenziale. Il punto è che l’essenziale, di sua iniziativa, è venuto a bussarci alla porta. E fa paura. 

@fernandomadonia

Fernando M. Adonia

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Tags: coronavirusgiuseppe contegovernoillegittimovoto

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Comments 11

  1. Guidobono says:
    5 anni ago

    Che Iddio ce la mandi buona!
    (dicevano un tempo i ragazzi di buona famiglia all’annuncio materno dell’arrivo di una nuova cameriera…).

  2. Guidobono says:
    5 anni ago

    …bbona (quando le cameriere erano la ‘nave scuola’ dei maschietti di casa). Forse non era un gran mondo, il mondo di ieri…

  3. Werner says:
    5 anni ago

    Tutto l’esecutivo giallofucsia deve andarsene a casa, perché esso é responsabile della rapida diffusione del Coronavirus in Italia.

  4. Walter says:
    5 anni ago

    Aspettiamo con ansia Fontana con la mascherina sugli occhi, Zaia che straparla di cinesi e topi, Salvini chd degusta taglieri …..questi sono statisti, mica “avvocaticchi”.

  5. Gallarò says:
    5 anni ago

    Bravo Walter : oppure il Berlusca che è fuggito in Francia con la sua nuova fiamma. Il vituperato Monti portava in parlamento Ilaria Capua, il Berlusca le ‘fidanzate’ (in maniera tale che le debbano mantenere gli italiani’).

  6. guidobono says:
    5 anni ago

    Unico vantaggio del coronavirus. Ci siamo, quest’anno, quasi del tutto sfilati dalla insopportabile, stucchevole, idiota retorica dell’8 di marzo…

  7. guidobono says:
    5 anni ago

    Risibile che un Di Maio non abbia un minimo di senso del ridicolo per dire: “Regole ferree ovunque!” Proprio lui e compagni di merende che sul vaffanculismo e sulla beffa all’autorità hanno costruito le loro assurde fortune politiche?

  8. guidobono says:
    5 anni ago

    Risibile che un Di Maio non abbia un minimo di senso del ridicolo per dire: “Regole ferree ovunque!” Proprio lui e compagni di merende che sul vaffanculismo e sulla beffa all’autorità hanno costruito le loro assurde fortune politiche? Tutti, dopo decenni di cultura antiautoritaria e permissiva, faranno ancor peggio, altro che: Tutta Italia zona rossa!

  9. guidobono says:
    5 anni ago

    I cultori del ‘ribellismo’ che anche in questo magazine abbondano, che faranno? Sfideranno il virus?

  10. guidobono says:
    5 anni ago

    L’amplificazione e lo sfruttamento dell’isteria e del panico sono stati cavalcati alla grande soprattutto dai pentastellati del governo in crisi di consensi. Avanti col buonismo immigrazionista, avanti con il RdC dato a camorristi, usurai ecc., avanti con l’assistenzialismo tanto caro al meridione ecc… Così pensano d’intortare un’altra volta l’UE, sforando tutti i parametri con l’alibi del ‘corona’. A Bruxelles peraltro non mancano altri ‘buonisti’, forse meno ipocriti e irresponsabili dei nostri incapaci furbetti…Vedremo.

  11. guidobono says:
    5 anni ago

    Il governo non ha fatto l’untore del ‘corona’, ovvio. Ma giacchè esso è comunqua arrivato (come i ‘migranti’) perchè non cercare di cavarci qualche utile, comunque?

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