
Caro Direttore,
leggevo il 17 febbraio, giorno in cui si commemora Giordano Bruno “l’eretico per eccellenza”, il post che promuove lo svolgimento di un convegno nei prossimi giorni su Craxi e il tema della sovranità nazionale.
Da umile osservatore della politica trovo che sia sempre positivo tornare a parlare della sovranità nazionale, dimenticata e maltrattata soprattutto a causa della globalizzazione e del turbocapitalismo.
Però, e la cosa è stata rilevata da molti giornalisti e studiosi,ancora una volta gli eredi del MSI sono afflitti da una sorta di sudditanza culturale nei confronti di tutto quello che non proviene da quella che era la loro comunità politica.
Si parla di sovranità e la figura di riferimento è Bettino Craxi. Non entrerò nel dettaglio della figura di Craxi. Sono orgoglioso da italiano, ancora prima che da post-missino, di quello che fu fatto a Sigonella e ricordo pure come da presidente del consiglio ruppe la consuetudine dell’arco costituzionale, aprendo le consultazioni al MSI, allora guidato da Giorgio Almirante.

Non capisco però perché un dibattito promosso da Fratelli d’Italia debba rifarsi a Bettino Craxi, leader del PSI e dimenticarsi di Beppe Niccolai.
Certo Niccolai fu un eretico nel MSI, una voce fuori dal coro. Le sue proposte forse anche per questo non furono ascoltate come avrebbero meritato.
Le sue parole alla fine degli anni ’80 del secolo scorso sullo strapotere del FMI a discapito della sovranità degli stati, e quindi sul predominio della finanza speculativa sulla politica, sono drammaticamente profetiche
Ancora di più se si considera allora che non esisteva l’azione vessatoria dell’eurocrazia dell’Unione Europea.
Si dice che in politica si vince anche con un’azione culturale, che sia la base per una visione di programma e di azione sul lungo periodo. La politica, quella con la p maiuscola, non può limitarsi alla gestione affannata delle emergenze, che si presentano volta per volta. Sul piano culturale però bisogna uscire dalla sindrome di sudditanza psicologica nei confronti di tutto ciò che proviene da altre famiglie politiche. C’era molto di buono, sul piano della cultura e della proposta politica, nella famiglia del MSI. Gli insegnamenti di Beppe Niccolai sono tra questi.
Giovanni Fonghini
Il primo comizio del Msi a cui ho assistito, ad Arezzo, è stato di Beppe Niccolai che ricordò Mussolini appeso insieme a Bombacci.
Poco prima che morisse, sono stato sul palco proprio con lui sempre ad Arezzo.
Lo stesso anno, 1987, fece un bell’intervento al congresso di Sorrento ed ebbe un malore.
Nella Pisa rossa, qualcuno pensò di intestargli una strada.
Il Msi era forse una armata Brancaleone, ma le grandi idee lì hanno albergato per 50 anni, cioè prima di Fini e Berlusconi…
ciao Luciano, grazie del tuo intervento. Continua a seguirci. La memoria di Niccolai va preservata e tramandata